30 settembre 2011

Ambiente: quanto petrolio occorre per produrre un'auto

Vi siete appena comprati la macchina nuova perché quella vecchia inquinava troppo? date un'occhiata al link sotto: In pratica se consideriamo che per fare un'automobile bisogna estrarre le materie prime, farle convergere verso le fabbriche che producono le minuterie per le componenti, creare le minuterie, fare convergere queste minuterie alle fabbriche che assemblano le componenti, assemblare le componenti, spedire le componenti assemblate alla fabbrica che assembla il veicolo, assemblare il veicolo e spedire la bisarca dai concessionari e che in questi processi consumiamo tanto petrolio quanto mediamente ne servirà per mandare a giro l'auto in questione durante l'intero suo ciclo di utilizzo ne conviene che:

Se il target è il rispetto dell'ambiente, non ci sono alternative, utilizzate meno la macchina che avete già e integrate con la bici e il bus.

Hashtags
#ambiente

Fonte

29 settembre 2011

A chi servono i padroni?

L'avidità del profitto è il dividendo dei padroni, che alzano il costo dei beni o dei servizi per massimizzare le entrate, e che tengono gli stipendi bassi e i contratti di lavoro dinamici per minimizzare le uscite.

A chi serve l'avidità del profitto? non serve al cliente, è un costo in più, e non serve ai lavoratori, dato che si traduce in uno stipendio più basso. 

Se lo inquadriamo soltanto in quest'ottica il padrone è una inutile zecca sulla pelle di entrambi, dipendenti e consumatori. 

Esistono altre inquadrature capaci di rivalutare questa figura? forse una: il mercato, più aziende producono lo stesso bene causano maggiore concorrenza e prezzi più bassi.

Questo sulla carta, il mercato, visto in questa chiave, non è realizzabile, le aziende preferiscono allinearsi su una fascia di prezzo concordata segretamente fra loro, piuttosto che rischiare l'anemia scontrandosi per far comodo ai clienti, quindi fanno i cosiddetti cartelli.

Tenendo adesso ben ferma l'inquadratura sull'unico lato dal quale osserva il politico, quello dell'interesse collettivo, la domanda segue spontanea: Visto che con i cartelli le aziende private hanno abdicato al loro compito (sono diventate simili ad una unica azienda monopolista privata, perdendo ciò che le rendeva più appetibili del monopolio pubblico) che cosa rappresentano per la comunità se non un peso inutile? 

La soluzione è dunque il mantenimento del sistema mercato variato con la socializzazione delle aziende?

Per provare a rispondere a questa domanda dobbiamo prima risolvere questa equazione: Se statalizzassimo le aziende, abbassando il costo dei beni e dei servizi ed alzando gli stipendi dei dipendenti, il saldo rinveniente, confrontato con quanto salvato togliendo di mano ai privati l'azienda sarebbe zero?

La risposta potrebbe essere qui

Se questo saldo tornasse, se ci si decidesse a nazionalizzare, l'impianto grafico del mondo come lo vediamo oggi non muterebbe di una virgola, perché sarebbe rimossa una coda (il capitalista) non visibile ai più.

Migliorerebbe però il potere di acquisto delle famiglie (derivanti dagli stipendi più alti) e diminuirebbe il costo dei beni e dei servizi, ed alzando gli stipendi all'abbassare del prezzo delle merci di beni e servizi tutto  si avvicinerebbe, tutto diverrebbe più accessibile. 

Alzi la mano chi non gradisce questa proiezione. 

Credo sia utile trovare un dibattito teso a portare ad uno schema di leggi che assicuri contrappesi tali da evitare alle aziende statalizzate l'errore commesso nei tempi passati, evitare cioè che queste aziende pubbliche si trasformino in carrozzoni.

La liberalizzazione non è una risposta. Se un'azienda pubblica è divenuta un carrozzone la risposta giusta è lasciare l'azienda in mano pubblica trovando il modo di non ripetere gli errori che l'hanno trasformata in quello che è. 

La liberalizzazione è un bieco suggerimento che i padroni mettono in bocca ai politici, ed ai capitalisti può fregare meno che niente della comunità, questi vogliono il mercato, e lo vogliono per sé.   


#italianrevolution

Libero post in libero Stato - Post a Rete unificata. E libera.

Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.
Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.
Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?
La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.
Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?
La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.
Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.
Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?
La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.
Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.

28 settembre 2011

Non offendete gli operatori dei call center

Condivido questi brani tratti da un post di Uomo In Polvere, il link è in fondo, come al solito.
Il dipendente di un call center produce plus-valore per €5000/giorno, di questi ne rivede €800/mese.
 DOMANDA:
Ma non sarebbe meglio un sistema dove tu utente paghi molto meno, i lavoratori guadagnano molto di più e nessun padrone diventa ricco alle nostre spalle?
#italianerevolution

27 settembre 2011

La fine del ventennio berlusconiano: B, la Minetti, il crocifisso e Bagnasco

Scherza coi fanti ma lascia stare i santi. L'Italia concede tutto ai suoi politici, tutto tranne mancare "formalmente" di rispetto alla chiesa cattolica.

Quello è il limite da non valicare, passato il quale da oltretevere parte un raggio ustorio che ti incenerisce. 

Tutti i politici lo sanno e tutti, trasversalmente, da destra, con umore serafico, ma anche da sinistra, recriminando pari dignità, si sottopongono ossequiosamente a questo dettato.

Questo perché l'Italia è una società clerico-partitocratica, dove la politica svolge il compito di frizione fra le istanze del parco buoi ed il Vaticano. Nessuno può essere dispensato dal rispetto di questa regola, neanche se di cognome fai Berlusconi e di mestiere fai il presidente del consiglio.

Lui e la sua grande boria credevano di possedere tutto, credevano di aver addomesticato un ente dalla esperienza millenaria. Se ne fregavano dei precetti, dell'etichetta, e provocavano, una vera spina nel fianco, dimenticando però che quelli lo stavano usando dal 1992.

Così oggi, puntualmente, l'orizzonte romano è stato attraversato da una lingua di fuoco, che partita dal Vaticano è finita dentro Palazzo Grazioli.  

Hanno perdonato i tradimenti, il mercimonio, le orge, ma il crocifisso no, il crocifisso utilizzato come stimolo sessuale no. 

Hashtags
#vaticano
#berlusconi

Fonte

Feticisti


Da Wikipedia: si definisce feticismo una forma di religiosità primitiva che prevede l'adorazione di feticci, ovvero di oggetti - spesso manufatti antropomorfi o zoomorfi - ritenuti dotati di poteri magici.

Sempre da Wikipedia: Il termine consumismo è usato per descrivere gli effetti dell'identificazione della felicità personale con l'acquisto, il possesso e il continuo consumo di beni materiali, generalmente favorito dall'eccessiva pubblicità.

Hashtags
#cantieresinistra

25 settembre 2011

la Gaffe di Mariastella Gelmini sull'inesistente tunnel del Cern

Scienziati e ricercatori del Cern chiusi sotto al Gran Sasso a sparare neutrini fino a Ginevra dentro a un tunnel che non c'è. Questa in sintesi la gaffe con la quale il nostro ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini ha certificato agli italiani ed al mondo intero la propria inadeguatezza.  


In una Paese normale a questo fatto seguirebbero delle dimissioni. Impossibile infatti mantenere uno straccio di rispettabilità verso i relativi organici, vista la dichiarazione di ignoranza sostanziale circa un esperimento nel quale lo stesso ministero ha investito la bellezza di 45milioni di euro.

Chiudo pensando agli italiani, scienziati, ricercatori e tecnici, che hanno reso possibile questa scoperta, ci fosse tanta competenza e tanta abnegazione anche nella testa del ministro, l'Italia sarebbe un posto migliore dove vivere.

#tunnelgelmini

Interrogazione sulle altalene del parco pubblico di Villa Maria, come mai sono sparite?

Dietro richiesta di una concittadina ho appena depositato una interrogazione per chiedere numi circa la sparizione di due altalene dal parco pubblico di Villa Maria, per sapere se gli uffici tecnici comunali sono stati informati, ed in tal caso quanto manca al ripristino della situazione preesistente, oppure, nel caso non lo fossero stati, di attivarli noi. Ho chiuso l'atto chiedendo il giudizio del Consiglio circa una mia idea per permettere ai cittadini di segnalare prontamente casi del genere direttamente a chi di dovere.

Segue il testo dell'Atto:
In riferimento al parco pubblico di Villa Maria una nostra concittadina mi informa che durante l'estate sono state sganciate le due altalene dalla struttura principale dell'area giochi.
Vorrei sapere se la rimozione e' opera degli uffici tecnici comunali o se si tratta di un atto di vandalismo.
Vorrei inoltre sapere se detti uffici tecnici hanno predisposto un intervento di ripristino, in caso contrario, data la modica spesa per l'intervento, e in riferimento al leso diritto al gioco dei molti bambini che orbitano su quella zona attrezzata, chiedo alla Circoscrizione di far sua questa richiesta attivando al più presto gli uffici competenti per il pronto ripristino di quanto tolto.
Se possibile chiedo di installare su una delle due altalene un cestello per bambini in eta' prescolare.
Chiedo infine al Presidente di farsi carico presso al nostro consiglio della seguente proposta:
"Informare i nostri concittadini, tramite targa da apporre in loco, circa i contatti dell'ufficio tecnico comunale competente al quale rivolgersi a seguito di futuri casi assimilabili.
Questo al fine di accelerare i tempi di reazione delle nostre istituzioni, consentendo cosi' una maggiore tutela del diritto al gioco dei bambini."
Andrea Petrocchi
Capogruppo Idv
Circoscrizione 3
Livorno

Aggiornamento è passata in Consiglio. Qui per sapare com'è andata a finire.

#livorno

24 settembre 2011

Crisi : salviamo le vecchiette e andiamo in default

I nostri Bot scottano e nessuno li vuole comprare. Il Tesoro, che pagava cedole ed obbligazioni in scadenza collocando sul mercato primario nuove obbligazioni si ritrova con le aste deserte. Il Governo, che da qualche parte questi soldi li deve trovare, proverà a trattenere più gettito possibile facendo a coriandoli i nostri servizi sociali. In estrema sintesi paghiamo noi per non fare rimettere chi ha investito nelle nostre obbligazioni.

Esiste un'altra strada? sì, processiamo gli investitori.

Cosa ha portato questi investitori ad avere in mano i nostri titoli? Avidità.

Il Bund, il corrispettivo tedesco al nostro Btp è un benchmark, un parametro oggettivo di riferimento al quale si raffrontano tutte le altre obbligazioni area euro. Questo per dire che i Paesi che se la passano meglio della Germania vedono le loro emissioni quotarsi "a premio" sul Bund, quelli che se la passano peggio quotano invece "a sconto". Ad esempio se il Bund quota 103, quelli che quotano a sconto vendono, sul mercato secondario, sotto quel nominale, "poco" sotto o "molto" sotto, a seconda che se la passino poco peggio o molto peggio. Non sono sfumature, 99, 88. La Grecia ad esempio alla chiusura di oggi quota le sue obbligazioni fra 57 e 26 a seconda delle scadenze.

Gli investitori che oggi hanno in pancia i nostri Btp, e che non dormono la notte, al momento dell'acquisto sapevano benissimo cosa stavano comprando. Le nostre obbligazioni infatti già allora pagavano redimenti più alti rispetto a quelle tedesche. Lo "spread", il differenziale di rendimento, non si è scollato "ieri", i nostri Btp hanno sempre quotato a sconto sul benchmark, è il nostro "rischio Paese", l'Italia non ha mai avuto l'affidabilità tedesca.

Questo per dire che cosa: gli investitori, potendo scegliere fra avere una obbligazione tedesca e una italiana, hanno scelto la nostra facendosi carico di un rischio addizionale al fine di portare a casa rendimenti più elevati.

Questo si chiama speculare, e qui sta il punto, perché taglieranno gli asili, il trasporto pubblico, la sicurezza e molto altro, pagheremo noi perché chi ci governa ci ha spinto al fallimento ma non vuole far perdere l'investimento agli speculatori, quindi chiede soldi a noi.

Se una obbligazione rende più di un'altra il motivo del rendimento extra sta nel suo maggiore rischio di contro parte, ovvero nella maggiore possibilità che l'emittente di questa obbligazione non sia in grado di restituire il prestito a scadenza. Ora le cose sono due, o facciamo rispettare questo premio al rischio con un onesto default o pretendiamo la quotazione dei Bund.

Il 14% delle nostre obbligazioni sono in mano a risparmiatori italiani, serve un default selettivo, rimborsiamo gli investitori italiani, per gli altri ci vuole minimo una moratoria!!!

Hashtags
#italianrevolution

Grosseto : mozione per l’istituzione di un registro simbolico delle unioni civili, il Pd vota "No!"

Il Pd a Grosseto conta dodici consiglieri comunali: favorevoli alla mozione due, gli altri in ordine sciolto, chi s'è astenuto, chi ha votato con l'Udc e il Pdl, contro, ovvio.

Sarei curioso di sapere come ha votato il capogruppo.

Questo è il principale Partito italiano di centro sinistra,riformista, laico e progressista. A parole, coi voti mai.

Dio quanto siamo caduti in basso.

#pbersani


22 settembre 2011

Manovra e armi: "Il male oscuro" - da Latinoamerica, il blog di Gianni Minà

Copio e incollo di seguito questo post pubblicato da Gianni Minà sul suo blog. E' un parallelo fra la finanziaria (entrate) e budget della Difesa (uscite).
«In tutta la discussione nazionale in atto sulla manovra finanziaria, che ci costerà 20 miliardi di euro nel 2012 e 25 miliardi nel 2013, quello che più mi lascia esterrefatto è il totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani sul nostro bilancio della Difesa. E’ mai possibile che in questo paese nel 2010 abbiamo speso per la difesa ben 27 miliardi di euro? Sono dati ufficiali questi, rilasciati lo scorso maggio dall’autorevole Istituto Internazionale con sede a Stoccolma(SIPRI). Se avessimo un orologio tarato su questi dati, vedremmo che in Italia spendiamo oltre 50.000 euro al minuto, 3 milioni all’ora e 76 milioni al giorno. Ma neanche se fossimo invasi dagli UFO, spenderemmo tanti soldi a difenderci!!»
Continua sul blog, link sotto come al solito.

Hashtags
#bastasprechi

Fonte

Chiediamoci perché Anna Finocchiaro (Pd) ha dato il due di picche alla proposta di iniziativa popolare "Parlamento Pulito"

Parlamento pulito: nome della legge di iniziativa popolare con la quale, a fine 2005, 350mila italiani hanno chiesto di togliere la delega a settanta parlamentari presenti in parlamento nonostante la fedina penale sporca (sentenze passate in giudicato e patteggiamenti).

Per dare la dimensione di quanti siano 350mila italiani basti pensare che la regione Molise ha 319mila abitanti.

Ieri la conferenza dei capigruppo del Senato ha di fatto rimandato sine die la discussione di questa proposta di legge.

Se non turbano  più di tanto le bocciature di Gasparri, Rutelli, della Lega, dell'Udc, di Forza Sud e di Giovanni Pistorio (ex Udc ora nel gruppo misto), se scalda il cuore l'unico voto favorevole, quello dell'Idv, davvero non trovo parole per comportamento della Finocchiaro.

Il Pd ha un bel logo, come tutte le aziende crede nel marketing. Due lettere, la "P" e la "D". La prima non vuol dire nulla, la seconda lettera avrebbe invece obbligato la Finocchiaro a votare con l'Idv. La lettera sta infatti per  "Democratico", è scritta in primo piano, di un bel rosso, ricorda altro, simboli, non loghi.

La senatrice Finocchiaro, votando con il Pdl, ha troncato fra le mani la penna con cui l'equivalente di una regione d'Itala sei anni fa si è ripresa la delega e, come il cane che ordina alla sua coda di scodinzolare, ha dato alla politica un ordine netto.

Ma la coda non risponde più al cane, i politici, se mai lo hanno fatto, non rispondono al loro Paese, rispondono ai loro Apparati.

La nostra è partitocrazia, non democrazia, e questo è  il nostro problema più grande.

Messaggio agli elettori Pd: fate provvista di questi comportamenti biasimabili, portateli con voi la prossima volta che entrerete nel seggio.

#bastacasta

Fonte
Fonte
Fonte

Anatomia patologica del Partito politico : a che servono le tessere, possiamo farne a meno?

Che cosa rappresenta la tessera del Partito e perché a molti fa comodo averla nel portafogli?

La tessera politica è il mezzo fisico con cui si riporta ad assoluto tutto quello che di potenzialmente democratico vi è in un partito, è una specie di peccato originale.

Se è vero il detto che "il pesce puzza dalla testa" questa testa nella trasposizione partitica è sicuramente "la tessera", da li ammanta tutta la politica, e non è che questa testa puzzi di per se, è il modo in cui questo vertice è arrivato dov'è a puzzare terribilmente.

Che cos'hanno le tessere che non va? due risposte: La prima deriva dalla domanda «Come mai i Partiti hanno pochi tesserati?» La sua risposta passa, nei livelli locali, attraverso le mire di controllo del Partito, chi lo detiene è poco incline a fare nuovi tesserati perché se è vero che a molte tessere corrisponde una politica pienamente democratica è anche vero che la vastità delle variabili conseguenti agli indirizzi dei molti tesserati tende a sfuggire al controllo dei locali Capataz. Con pochi tesserati invece le teorie si semplificano e di parecchio, e "la conta" per il controllo locale diviene più semplice. Diluendo la base del partito poi se ne compromette la presa in chiave congressuale.

Le tessere quindi sono causa di quel meccanismo che ostacola la partecipazione partitica.

L'anomalia causa la patologia, che è la seconda risposta: dato che gli iscritti al Partito sono in numero relativamente basso, spesso arriva un politico locale, un pesce grosso, un mercante di tessere, che, in accordo oppure in rotta col Partito di provenienza, paga l'iscrizione a una ventina fra amici, parenti e persone bisognose per poi candidarsi al congresso e togliere da sotto al naso il controllo dell Partito alla gestione precedente.

Al secondo problema ci sarebbe una facile soluzione: vietare per un certo tempo incarichi politici ai nuovi tesserati, e più in generale tendere a crescere in modo sano strutturandosi dall'interno. Stranamente però queste contromisure non vengono mai inserite nelle mozioni congressuali perché tendono a finire invece fra i piedi dei vertici centrali, che non potrebbero più inserire il mercante di tessere di turno, a loro utile non in chiave congressuale ma elettorale, dove i voti promessi (e non le tessere), lo "zoccolo duro" di tale mercante, danno adito a speranze in una performance migliore.

Via le tessere via i problemi.

Ma spalancare le porte del Partito rischia di tradursi in un'anarchia nella quale prospererebbe qualsiasi apparato, al quale basterebbe far partecipare ai lavori alcuni tesserati per per fare breccia.

La domanda è da porsi quindi è: Esiste una via alternativa alla tessera di partito?

Non lo so, ma vi lascio questa mia idea, il voto a coefficiente. Basta sostituire la tessera con la mera data di iscrizione al Partito, affiancando a questa un coefficiente che diminuisce o aumenta il peso specifico del voto in base alla anzianità, e alla qualità, della militanza.

Due esempi: Riconoscere a una anzianità di cinque anni un coefficiente di 1.5 porterebbe il voto corrispondente a "pesare" come quello di una persona e mezzo. Riconoscere un coefficiente 0.5 a una iscrizione con anzianità di meno di due anni farebbe invece corrispondere il voto ad un "mezzo voto".

A maggiore protezione di questo organismo, e a deterrenza di quei tesserati (mogli, fidanzate, genitori ed amici fraterni) che si fanno vedere soltanto in concomitanza dei congressi, sarebbe auspicabile far decadere la data di iscrizione (e far tornare a 0.5 il coefficiente) a chiunque non frequenti il Partito almeno tot volte ogni tot mesi.

Autocritica del coefficiente: Se è vero che questo "peso variabile" può essere un valido deterrente ai mercanti di tessere, è anche vero che da solo non basta, in primis perché premia la frequentazione invece dell'effettivo contributo alla direzione politica locale del Partito, poi perché favorisce chi già detiene il controllo, e infine perché risulta poco meritocratico, disincentivante per il nuovo iscritto che ha quindi meno stimoli ad apportare il proprio contributo.

Potremmo integrare il coefficiente con un "merito" ovvero una integrazione extra del coefficiente da riconoscere ai frequentanti oggettivamente meritevoli?

La riprova della effettiva bontà di questa teoria si ottiene verificando la deterrenza sul mercante di tessere nel l'atto di impossessarsi di un Partito così strutturato: Riuscirebbe a prendere il controllo?

Non avendo ne lui ne i suoi l'anzianità necessaria, arriverebbero al congresso con i voti dimezzati dal coefficiente. Dissuasi dal tentare il blitz, potrebbero inserire alcuni dei loro, farli lavorare e sperare nei crediti per il merito. A questo punto starebbe alla intelligenza dei frequentatori capire se il lavoro è stato svolto per il Partito o per lo scalatore di turno.

La relativa forza locale di un Partito cammina, come tutto, sulle gambe degli uomini che lo compongono.

Questo del voto a coefficiente può sembrare un esercizio inutile, comunque a prescindere dalla bontà di questa idea, dobbiamo iniziare a cercare una via alternativa, dobbiamo tenere conto dell'importanza delle tessere e del potere che queste danno alle persone che riescono a controllarne i voti. Perché sono i congressi comunali, provinciali, regionali e nazionali a nominare i dirigenti, e se molto spesso questi congressi si riducono a un minuetto, la colpa è delle tessere e a tutto quello che ci sta dietro.

21 settembre 2011

Emersione degli affitti: i locatari possono denunciare i contratti in nero, la legge prevede uno sconto sul canone mensile

Vivi in affitto e il padrone di casa è un evasore fiscale e non intende regolarizzarti il contratto? Puoi farlo tu al posto suo. In questo caso la legge prevede che al contratto emerso sia applicato un nuovo canone pari al triplo della rendita annua catastale dell'appartamento. In soldoni il canone mensile subisce una contrazione mediamente pari ai due terzi.

Per saperne di più segui il link sotto.

Hashtags
#diritti

Fonte

20 settembre 2011

Immanuel Wallerstein : La socialdemocrazia, il capitalismo dal volto umano

Immanuel Wallerstein

Riporto di seguito il sunto di un articolo di Immanuel Wallerstein apparso su Controlacrisi: "La crisi globale e l'illusione della socialdemocrazia". Il link al post è sotto, come al solito.
«La socialdemocrazia rappresenta un'ideologia e un movimento che si batte per l'uso delle risorse dello Stato volto alla ridistribuzione alla maggioranza della popolazione in varie forme concrete: allargamento dei servizi educativi e sanitari; garanzia di livelli di reddito permanenti attraverso programmi per sostenere i gruppi non salariati, in particolare bambini e vecchi, e programmi per ridurre la disoccupazione.»
Io ci avrei messo anche il riconoscimento della libertà alla autodeterminazione del singolo, quando questo atto non invade la libertà degli altri.

Il problema del capitalismo è, secondo me, rappresentato dalla sovrabbondanza di lavoratori conseguente alla sua ipotetica rimozione: riverberare lo stesso bene (es: automobile) in mille immagini simili e poi spingere il consumatore a credere che ci sia realmente differenza fra una immagine ed un altra dello stesso bene (dove il bene è un tetto di lamiera con sotto cinque poltrone, un motore e quattro ruote e dove due immagini a caso da confrontare possono essere la Panda e una Rolls-Royce) serve innanzitutto, secondo me, a replicare le catene di montaggio e quindi i posti di lavoro.

Il prezzo pagato per il mantenimento di queste persone è la trasformazione dell'essere umano in un consumatore, la degenerazione del capitalismo in consumismo, ovvero il trasformare l'individuo che compra perché gli piace il bene acquistato nell'individuo disposto a sacrificarsi per dimostrare di appartenere ad una determinata fascia sociale.

L'aver permesso questa degenerazione è il più grande sbaglio del sistema capitalistico, che però, secondo me, può, sotto questo aspetto, essere corretto con una regolamentazione della "suggestione": va vietato a quel cuneo di entrare nel cervello delle persone.

Questa deregolamentazione del consumismo causa la mancata democratizzazione del mercato, l'arresto del suo processo di sviluppo. Siamo infatti fermi alla prima impronta del mercato, quella dittatoriale.

La democratizzazione del mercato porterebbe alla creazione di un contrappeso, determinato da noi tutti, in opposizione alle lobbies transnazionali, quelle che oggi, tramite la politica, prima anemizzano il portafogli di consumatori e lavoratori, per poi drenare il gettito pubblico degli Stati prima che questo venga redistribuito alla popolazione.

La via da seguire è la socializzazione del sistema capitalistico passando attraverso l'estirpazione del bug consumistico?

E' ancora possibile svegliare l'essere umano dal suo incubo consumista?

La socialdemocrazia potrebbe essere una risposta?

Hashtags
#cantieresinistra

Fonte

Nuovo Ulivo : La Federazione resta fuori

Fds non entrerà nel Nuovo Ulivo. Lo rende noto Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, secondo il quale il Pd, l'Idv e Sel sono partiti neoliberisti e quindi incompatibili con il mandato del suo Partito politico.

Peccato, e posso capire, comunque, visto da qua, questo nuovo Ulivo non mi pare una versione aggiornata del paludoso secondo governo Prodi, discontinuità resa più ancor più palpabile dalle fughe di Follini e dai mugugni di Fioroni e della intera compagine liberale del Pd, da sempre attratta dal centro e quindi inorridita dall'accordo con Idv e Sel.

Mi spiego meglio: la linea politica del Pd è stata trasformata in un puntino dai veti incrociati fra le sue correnti social democratiche e liberali, colpevoli della connotazione catatonica che ha questo Partito visto da fuori.

Se davvero l'alleanza con Idv e Sel porterà alla uscita o al ridimensionamento della componente centrista del Pd, il risultato potrebbe portare ad una coalizione più organica.

A cose fatte, nel caso, provare un bozza di intesa potrebbe essere nell'interesse di tutti.  

Hashtags
#cantieresinistra

Fonte

19 settembre 2011

Crisi - Usa: cos'è la Buffett rule

La "Buffet rule" è una misura ideata dal milionario americano Warren Buffett, noto anche col soprannome di "Oracolo di Omaha", e derivante dalle sue osservazioni sulla iniquità del fisco americano, definite a vantaggio dei super-ricchi. Questo il teorema buffettiano che sintetizza la questione:
«Il segretario di Warren Buffett non dovrebbe avere un’aliquota di imposta più alta di Warren Buffet.»
La proposta, fatta propria dal presidente statunitense Barak Obama, in crisi di consensi, crisi proveniente soprattutto dalle fasce medie della popolazione, prevede una tassa strutturata sui redditi superiori al milione di dollari l'anno.

Qualora questa proposta riuscisse a passare sarebbe colpito il più ricco 0,3% dei contribuenti americani, mentre il gettito rinveniente si attesterebbe sui tremila miliardi di dollari in dieci anni.

La decisione sarà presa al Congresso da una commissione bipartisan, scontata l'opposizione repubblicana, da sempre forte dell'appoggio di gran parte delle "upper classes"

#buffettrule

Fonte
Fonte

Stato palestinese : Il punto sulla richiesta all'Onu dell'Anp

Il 23 settembre prossimo il presidente dell'Anp Mahmud Abbas, meglio conosciuto come Abu Mazen, presenterà alle Nazioni Unite la richiesta di adesione della Palestina in base alle frontiere conseguenti al cessate il fuoco del 4 giugno 1967, chiedendo quindi la piena sovranità sui territori occupati e su Gerusalemme Est.

Contrario a questo atto Israele, il cui primo ministro sta volando in queste ore a New York appositamente per bloccare l'iniziativa. Intervistato a riguardo risponde:
«Siamo stranieri in questa terra sulla quale abbiamo diritti che risalgono a quattromila anni fa.»
L'esito negativo di questa iniziativa pare scontato, gli Stati Uniti infatti porranno il diritto di veto. Meno contrari la Russia e l'Unione Europea. Anche la palestinese Hamas, che controlla la striscia di Gaza, contesta l'iniziativa dell'Anp.

Alcune nazioni intanto hanno già riconosciuto lo Stato palestinese, una di queste è il Brasile.

#stayhuman

18 settembre 2011

Dietro la maschera della De Nicolò ci sono gli spin doctors di B.

Se state pensando che la De Nicolò abbia parlato con parole sue, siete dei gonzi, a mettere quelle parole nella sua bocca sono stati gli spin doctors del cav.

Perché quelle parole?
Perché chi manovra B. sa che questa volta il rischio di colare a picco e' reale, la prospettiva li ha spaventati, e nella speranza di raddrizzare la situazione hanno messo mano alle armi pesanti, tirano tutto quello che passa per le mani, anche roba vietata dalle convenzioni.

Hanno quindi sganciato questa "bomba mediatica", vogliono vedere quanti italiani si identificano. Se troveranno riscontri pianificheranno una strategia atta ad amplificarne il consenso.

Perché tramite una escort? perché non ha parlato B?
Perché con questa intervista si esce oltre i binari del berlusconismo, si abbandona ogni ipocrisia e si attacca a viso aperto mirando al voto di chi e' indegno di vivere in questa nazione.

Questa tecnica pero' e' nuova, non ha precedenti, ed e' estrema. A dettarla e' la necessita', ma chi l'ha escogitata e' al buio ed ha molti dubbi circa la relativa possibilità di seduzione.

Se questa uscita troverà consenso allora il suo contenuto verrà passato "al capo" e diverrà il suo prossimo mantra.

In ogni caso si tratta di una uscita disperata, infatti ci mostra il fianco, il berlusconismo ci ha appena svelato la sua root.

Concludo con due domande per gli elettori di "centro destra":
Vi identificate in quanto detto dalla De Nicolò, che, sintetizzo, dice che per vincere bisogna barare?
Siete disposti ad andare a votare gomito a gomito con dei loschi individui?

Perché e' a queste persone che B. ha chiesto la sponda, per la sua ultima, disperatissima exit strategy.

15 settembre 2011

Onde siccome suole

Prendete un presidente del consiglio, ai più viene in mente la forma concettuale nostrana, quella risultante dagli ultimi botti del ventennio berlusconiano, accantonate e prendetene uno normale, pensate a Jens Stoltenberg ad esempio, l'attuale presidente del consiglio della Norvegia.

Adesso giochiamo un pochino: a questo prototipo del primo ministro perfetto togliamo il mento, accentuiamo il prognatismo, incassiamo lo sguardo, dilatiamo la fronte, tiriamo li zigomi ed abbondiamo col cerone, infine portiamo il tutto a un metro e sessanta, riecco Belusconi.

Adesso iniziamo a spogliarlo, in realtà B. è fatto a razzo, ha le spalle incegnerate direttamente sul collo, quelle che vediamo noi sono ignobili appendici cucite all'interno della giacca. Terminiamo l'opera, via le mutande! poi mettiamolo in posa araldica sopra a un bel lettone napoleonico, legni, stucchi e ali dorate. Una mano sul lombo come il miglior John Holmes. Come sfondo languidi drappi damascati color porpora.

Manca la co-protagonista: a piggreco mezzi mettiamoci la moglie, non la Lario, la prima, la coetanea, la mamma di Marinona e di Pierpier. Immaginiamoli nudi, sudati, pallidi, di quarta età. Non avremmo diritto a quella immagine, sarebbe una ingerenza nella vita privata della coppia.

Adesso viene il bello: ritagliate la moglie ed incollate al suo posto una sbarbina sui diciotto, ne risulta l'immediata ripugnanza: «Come?!?! un ottuagenario ed una diciottenne che scopano insieme?!?!»

La ripugnanza trova giustificazione nell'immoralità, perché nella nostra società, da ogni latitudine anagrafica e sociale, una qualsiasi ragazza e un vecchio a caso nello stesso letto sono un fatto che va un bel pezzo oltre i paletti della morale.

A letto con la sbarbina c'è il nostro primo ministro, classe 1936, quello che in Italia determina il potere esecutivo. Dobbiamo domandarci quanto questa persona sia paragonabile allo Jens Stoltenberg dell'inizio di questo post.

Mi domando: dato che una persona immorale con un ruolo istituzionale si traduce come una figura retorica (l'immorale non è in grado di curare gli interessi della collettività proprio a causa della sua immoralità) e data la conclamata immoralità del nostro presidente del consiglio, allora come mai nei sondaggi pare ci sia ancora qualcuno disposto a votarlo? si sta scherzando? siamo un popolo di capre? il sondaggio è taroccato? che cosa non è stato capito?

#berlusconi

14 settembre 2011

La Libia d'oggi fra Caccia ai "neri", sparizioni di bambini, stupri. Ma non era maglio con Gheddafi?

Da regime dittatoriale a protettorato europeo, ovvero dalla padella alla brace. Leggo dalla fonte che linko sotto che la Libia di queste ore è stata ridotta a un vero e proprio inferno in terra. Oltre agli sconfitti (pare che basti essere africani subsahariani per passare da "contractor" e venire linciati senza tante domande) a pagare  il prezzo più alto sono i civili, donne e bambini innocenti. A misurata è stato svuotato un intero orfanotrofio, sono spariti 105 bambini. Spero questo fatto si concluda per il meglio, in caso contrario quei ragazzi ce li abbiamo sulla coscienza noi, che quando siamo stati informati sull'abominio che si stava per commettere in Libia eravamo al mare e lì siamo rimasti.

Hashtags
#libia

Fonte

Ocse : in Italia la laurea paga


L'Ocse scatta una fotografia al sistema-istruzione globale, i dati riguardanti la nostra penisola evidenziano l'arretratezza in cui il nostro sistema scolastico è stato precipitato da tre consecutive amministrazioni neoliberiste (due di Berlusconi con nel mezzo il governo Prodi). 

Fra i vari dati - che vi consiglio di leggere, il link è in fondo al post come al solito - ce n'è uno molto interessante: i laureati italiani (sono il 14% della popolazione adulta) hanno un tasso di occupazione del 79% contro il 51% dei pari età diplomati e guadagnano oltre 300mila dollari in più.

Il giusto premio per anni di sacrifici sui libri diremo, anni anche di sacrifici economici, sacrifici accessibili solo alle famiglie più ricche, ed agli asceti, che non potendo contare su mamma e papà, hanno comunque centrato il successo trovandosi un lavoro. 

Non dovrebbe essere la norma, in una società pienamente democratica questi muri frapposti fra i desideri delle famiglie e i loro conti in tasca non dovrebbero esistere. L'istruzione universitaria deve divenire accessibile anche a questi ragazzi, che devono essere messi in grado di trovare alloggi, vitto e libri gratis, di studiare e di realizzarsi, senza handicap a loro non imputabili.

#istruzione


Aggiornamento: da qui informano che in Germania (non su Marte) i libri di testo sono gratis.

13 settembre 2011

Il governo taglia il sociale ma non la "Difesa" : +266 milioni sul 2010

Grandi acquisti per il nostro ministero della Difesa, che rispetto all'anno scorso spende ben 266 milioni in più in armamenti. Chi ci guadagna? non noi, dato che le nostre "vetrine internazionali" ci regalano soltanto giovani da piangere, sono le lobbies a guadagnarci. 

Con i tempi che corrono un governo degno di questo nome si organizzerebbe tagliando le spese non necessarie ed asserragliandosi in difesa del nostro stile di vita, macché, questi con il nostro mandato ci si soffiano il naso, sono altri gli interessi che sono stati chiamati a curare.

#bastasprechi


10 settembre 2011

Circoscrizione 3 - depositata una nuova interrogazione

Questa interrogazione è partita da una nostra tesserata, che a sua volta ha raccolto la preoccupazione di una sua amica, motivo: l'attraversamento pedonale di fronte al civico 77 di viale della Libertà. Ci siamo incontrati, poi sono andato sul posto, effettivamente l'attraversamento è subito dietro ad una curva cieca, ed il viale spinge chi sbuca dalla curva ad arrivare a tutta velocità nei pressi delle strisce. Un morto ed una invalida permanente nel giro di un anno. Ho scritto l'interrogazione, ed al fine di caricarla di maggiore spessore, abbiamo deciso di farla seguire da una cinquantina di firme dei residenti. Poi ho allegato il tutto e l'ho fatta protocollare in Circoscrizione, spero che non si perda tempo, che venga discussa durante il prossimo Consiglio, semmai il Presidente decida di farne uno.

Tutto questo mi spinge ad una riflessione: quando la "base del Partito" diviene gli occhi, il naso e le orecchie del Partito stesso, tutto inizia a fluire verso l'alto, e questa osmosi mi sa sentire utile la mia delega. 

Segue copia dell'atto.

Hashtags
#livorno

Aggiornamento: è passata in Consiglio. Qui per sapere com'è andata a finire.

Una bomba!! l'8 per mille non è un dogma, una legge impone di rinegoziarlo ma nessuno lo fa

Leggo e pubblicizzo volentieri questo post, messo in rete dal blog VaticanoPagaTu, intitolato "In 100.000 vi chiediamo: fuori le carte! Basta col Segreto di Stato sull’8 per 1000! Agisci anche tu!" e relativo all'otto per mille ed alla mancata rinegoziazione del montante da parte della relativa commissione interna alla presidenza del consiglio. Davvero una carognata, un furto vero e proprio, dato che è stata violata una legge.
« La legge n. 222 del 1985 - norme attuative del Concordato del 18 febbraio 1984 fra Stato Italiano e Chiesa cattolica  - prevede che in caso di aumento del gettito dell’8 per mille, vada ritoccata  l’aliquota, passando ad esempio al 6 o al 4 per mille. 
Nel 1990 la CEI incassava dall’8 per mille 210 milioni di euro mentre a partire dal 2002 incassa 1 miliardo di euro l’anno, cinque volte tanto. 
Da almeno dieci anni quindi, la legge imporrebbe la riduzione dell’aliquota, con un dimezzamento al 4 per mille. 
Per le esangui casse statali si tratterebbe di un risparmio di 500 milioni di euro annui. 
Nessun Governo ci ha mai pensato, eppure la legge prevede che ogni tre anni sia valutata la crescita dell’8 per mille e predisposte le modifiche dell’aliquota.
Questo compito è affidato ad una Commissione interna alla Presidenza del Consiglio.
  • Cosa ha fatto in vent'anni questa Commissione?
  • Perché non ha proposto la riduzione dell’8 per mille nonostante i fondi si siano moltiplicati per cinque?
Nello stesso periodo, le spese per lo stipendio dei sacerdoti sono passate dai 145 milioni di euro del 1990 ai 358 milioni di euro del 2010, cioè poco più che il doppio, così si spiega questa latitanza?
  • Dove sono le valutazioni che detta Commissione deve fare ogni tre anni, perché non sono pubblicate?
Chi ha richiesto gli incartamenti si è visto rimbalzare dal più classico dei muri di gomma, i documenti non sono pubblicabili a causa di un cavillo giuridico.
Fuori le prove!! intasiamogli la casella di posta chiedendo alla commissione la pubblicazione degli atti!
Manda una mail a confessioni.religiose@palazzochigi.it
La legge è legge, e il Vaticano non è una postilla!!»
Grazie a VaticanoPagaTu per la condivisione in rete

Hashtags
#bastasprechi
#bastacaste

#Islanda : chiesero ai cittadini 100 euro al mese per quindici anni, e loro risposero no

E' storia: In Islanda nel 2008, causa impossibilità di far fronte ai rendimenti garantiti ai clienti, fallisce una banca online. Una buona parte dei correntisti sono cittadini inglesi ed olandesi, parte quindi il Fondo Monetario Internazionale, e chiede al governo di allora (a guida socialdemocratica) di spalmare sulla popolazione il debito rinveniente.

Si passa quindi alla socializzazione delle perdite, i cittadini islandesi si vedono intimare un salasso da 100 euro al mese (!!) per i seguenti quindici anni.

La svolta: Il capo dello stato indice un referendum che, a schiacciante maggioranza, dice di no all'FMI, attribuendo le colpe del default al direttore della banca.

Morale della favola: oggi l'islanda è un paese in espansione economica, e lo Stato sociale non è stato minimamente intaccato dal default privato.

Hashtags
#Islanda

Fonte

9 settembre 2011

Perché una famiglia che manda i figli alle scuole pubbliche deve pagare per quelle private?

Il fatto che i Comuni finanzino le scuole private è per me cosa profondamente ingiusta.

Si tratta di soldi pubblici, tasse pagate da noi contribuenti, che invece di tornare alla comunità sotto forma di beni e servizi entrano nei portafogli di enti privati, un furto.

Per il genitore che manda i propri figli alle scuole pubbliche, non per fare economia ma per convinzione, perché crede in questa istituzione, vedere parte delle proprie tasse diventare fonte di sostentamento non per la scuola dei propri figli, ma per un'altra scuola, quella "parificata", soggetta alle logiche del mercato, è un fatto che assume i connotati di un reato.

Un soldo dato alla scuola privata è un soldo tolto a quella pubblica, dove oggi manca di tutto, anche la sicurezza.

La scuola privata, come tale, si deve finanziare da sé, coi soldi dei privati genitori che decidono di far formare i propri figli da enti sussidiari allo Stato, e in quanto azienda privata se non riesce a stare sul mercato, non deve tirare la giacca a noi contribuenti, deve chiudere, come tocca fare a tutti altri gli enti privati.

Il perché poi molte amministrazioni pubbliche vadano a incentivare le cosiddette scuole parificate è spiegato benissimo da una fonte autorevole quale sono i Wu Ming, il post è questo e vale la lettura.

Hashtags
#articolo33

Fonte

Incredibile : inagurata a Parma targa in memoria dei caduti... della Repubblica di Salò


Quante persone hanno pagato con la vita la resistenza al fascismo? potessero vedere questa targa, riusciremmo noi a sostenere il loro sguardo? Siamo dei deboli, non reggiamo il paragone con quella generazione vittoriosa. Di questo passo diventeremo tutti come i prolet di Orwell, perché chi ci governa non arriverà mai al punto di lasciarci senza pane, non ne ha convenienza, e così rimarremo con la pancia piena, ma pavidi, remissivi e distratti, mentre il loro uncino trasformerà tutti i nostri diritti civili in favori. Diventeremo come bestie, e questa targa è un passo in quella direzione. Resistenza!! quella targa va rimossa.

Qui gli indirizzi del Comune di Parma

Hashtags
#resistenza

Fonte

8 settembre 2011

Lettera del Subocomandante Marcos a Mariano Anteros Cordero Gutiérrez


[...] L’8 maggio 1999, quando Mariano aveva 9 anni, io gli avevo scritto un messaggio su una pagina di quaderno:”Mariano: Arriverà il momento, (non ancora, ma arriverà, è sicuro) in cui sul tuo cammino ne incontrerai altri che lo attraversano e dovrai sceglierne uno. 
Quando arriverà questo momento,guardati dentro e saprai che non ci sono opzioni, che la risposta è una sola: essere conseguente con quello che si pensa e si dice. Se questo è vero, non importa la strada né la velocità del passo. Quello che importa è la verità che questo passo porta con sé”.
 

7 settembre 2011

Ambiente : in Italia il 20% della energia è prodotta in convenzione Cip 6

Il 20% della energia prodotta in Italia proviene da "fonti rinnovabili assimilate" ovvero dai termovalorizzatori. Faccio un poco di informazione: fonte Wikipedia, l'Italia è il solo Paese al mondo ad assimilare alle energie rinnovabili il carbone e la combustione dei rifiuti urbani. La legge che ha permesso a Confindustria questo primato mondiale si chiama Cip 6 (vale la pena approfondire). Adesso pensate al vostro lampadario di sala: un quinto della sua prestazione giornaliera è estratto dalla spazzatura che avete appena gettato nel cassonetto. Mi sembra molto, giustifica ampiamente tutti i problemi alle vie respiratorie dei nostri bambini.

Hashtags
#ambiente

Fonte

Primarie di centro sinistra : Ci sarà anche Di Pietro

Dopo Bersani e Vendola anche Antonio Di Pietro si candida alla guida della coalizione di centro sinistra. Ecco sotto due passaggi interessanti relativi al comunicato:
« Costruire l'alternativa a Berlusconi non è facile, anche perché il Pd è attraversato da mille difficoltà e il “sì ma anche no” sembra diventato il suo mantra.»
e
« Credo che la soluzione ideale per l'individuazione del candidato premier siano le primarie, in modo che ognuno possa presentare il proprio programma e mettere in gioco la propria credibilità, e questo è un vantaggio sia per la coalizione che per i cittadini.»
Hashtags
#idvstaff
#pbersani

Fonte

Ambiente: è verde il 20% della energia prodotta in Germania

Sono già a due terzi della loro personale "road map", e pensare che avevano fissato la scadenza al 2020! nei primi sei mesi di quest'anno la Germania segna una quota del 20,8% di energia estratta da fonti rinnovabili. La notiziona però, e nessuno lo dice mai, è che l'Italia al 20% di energia rinnovabile c'è già da un pezzo, merito delle sue dighe idroelettriche.  Da essere dei luminari nel campo delle energie rinnovabili ci ritroviamo oggi risucchiati nel gruppo, colpa, secondo me, di una cultura troppo centrata sul carbonfossile, dovuta a una presenza troppo ingombrante.

Hashtags
#ambiente

Fonte

6 settembre 2011

Crisi : E intanto il governo "si regala" le frequenze tv


« Può un Paese pressoché sul lastrico permettersi di regalare un patrimonio in suo possesso stimabile in circa 2 miliardi di euro?» 
Lo ha chiesto Giovanni Lucci de Il Fatto Quotidiano al ministro Romani, che non ha risposto. 

Una cosa mi manda in bestia: Chi ci ha messo in questa situazione non solo ha ancora il coraggio di farsi vedere a giro, ma rincara la dose portandosi a casa un'altra frequenza digitale dello Stato, pagandola zero, gratis, perché con Romani "se la suona e se la canta", il tutto mentre fuori dal Palazzo la gente perde il lavoro, paga più tasse, trova meno servizi, uno schifo.

Ma quanto dovremo scendere prima che si incominci a dire «Basta!»?

Hashtags
#bastasprechi
#italianrevolution

Fonte
Fonte
Fonte

Chi sono e cosa vogliono gli indignados che occupano la Borsa di Milano


Gli indignados italiani che da ieri occupano il piazzale di fronte a Palazzo Mezzanotte, luogo dove hanno sede le transazioni borsistiche italiane, sono militanti della Usb (Unione Sindacale di Base) e dei collettivi dei precari. 

Chiedono di finanziare la manovra con la cancellazione dei debiti sovrani, ovvero, se ho capito bene, di sospendere i pagamenti delle cedole e di non rimborsare le prossime scadenze delle obbligazioni emesse dal Tesoro.

In pratica chiedono di mandare l'Italia in default, qualcosa di simile a quanto accaduto in Islanda, Paese fallito (deve rimborsare un mucchio di soldi ad investitori inglesi ed olandesi) ma dove, a prescindere dal fallimento, sono sempre tutti vivi, "arzuti e pettorilli".

Il default ha un senso, perché le obbligazioni sono investimenti finanziari, e gli investimenti finanziari sono capitale di rischio, e quando c'è da pagare, deve pagare chi ha voluto venire a patti con questo rischio, chi ha guadagnato i soldi che paga questo investimento rischioso, lui solo, non tutti quanti.

Hashtags
#italianrevolution
#islanda

Fonte