30 gennaio 2014

Togliere dalle confezioni l'impatto ecologico del marketing, facendo pagare lo smaltimento dell'imballaggio a chi lo produce

Per quello che ne so la stragrande maggioranza di quello che gettiamo nel cassonetto, differenziata o no, è l'imballaggio di quello che abbiamo consumato.

Questa confezione è spesso esageratamente sovradimensionata rispetto al suo contenuto (penso soprattutto agli articoletti tecnologici), e realizzata altrettanto spesso in più di un materiale, tanto da risultare ostica da riciclare (penso alle confezioni dei giocattoli).

Il tutto in ragione delle solite regole idiote del marketing (infondo siamo scimmie no?), che "veste" la merce in vendita come una ballerina di samba di Rio de Janeiro per guizzarci nell'occhio dagli scaffali.

L'idea sarebbe quella di far risalire il costo dello smaltimento di questi imballaggi fino ai loro produttori togliendoli economicamente dalle spalle della comunità, che infondo compra il contenuto e non il contenitore.

Conosciamo l'impronta ecologica di queste confezioni fino dal momento della loro produzione, sappiamo per ciscuna di queste il grado di riciclabilità, da qui calcolare "a monte" i costi di smaltimento è cosa facile.

Magari si potrebbe stabilire una zona di franchigia per i costi di smaltimento degli impacchettamenti a minore impatto ambientale, per poi andare a chiedere questi costi anticipatamente ai produttori.

Sarebbe il modo migliore per arrivare a un impacchettamento finalmente avulso dalle logiche del marketing.

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#ambiente

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Il millesimo post


Questo è il mio post numero mille, tanta è l'acqua passata sotto questi ponti dal 2009, anno di entrata a regime di questo blog (i primi vagiti sono però degli ultimi mesi dell'anno precedente).

"Mille e non più mille" sostenevano i teorici medioevali sulla fine del mondo, il 1000 però lo abbiamo doppiato e siamo sempre qui, in cammino verso la società ideale, intenti a discernere il bene dal male, fra vette eccelse che ci innalzano al cielo, e crimini, verso noi stessi e il nostro stesso pianeta, che a pensarci mi vien da dubitare su chi sia veramente l'animale più stupido della Terra.

Chiudo questa piccola commemorazione con una frase attribuita a Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio:
« Da quassù non vedo nessun Dio, ma la Terra vista da qui è bellissima, senza frontiere ne confini. (*
Ci arriveremo, un giorno, ci conto.

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#sapevatelo


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28 gennaio 2014

La posizione di un italiano qualunque sulla vicenda Electrolux

La vicenda Electrolux ci ripropone per l'ennesima volta il caso dell'industriale bollito* che col ricatto della chiusura tenta la socializzazione di parte dei costi.

A questi novelli Buddenbrook, che con arroganza approfittano della posizione favorevole facendo pendere sulle povere teste degli amministratori pubblici e delle parti sociali la spada di damocle dei licenziamenti (non me ne vogliano i giuslavoristi, ma l'esistenza di questa fattispecie è l'ennesimo ottimo motivo per criticare i mezzi di produzone privati) andrebbe risposto in fronte e con altrettanta arroganza ventilando la nazionalizzazione della fabbrica e la socializzazione non di parte dei costi ma degli stipendi degli operai.

"Se chiudi la fabbrica noi te la togliamo, avendo cura delle famiglie dei tuoi dipendenti."

In una società coesa i concittadini di questi lavoratori sarebbero fieri di essere utili al livellamento di questo piano inclinato.

È puerile affidarsi al privato ritenendo che questo possa anteporre la comunità al perseguimento dei suoi privati interessi.

Andrea Petrocchi.

- -

*che aggettivo possiamo dare agli imprenditori che ai giorni nostri ancora non capiscono che con i costi energetici, del lavoro e della vita che abbiamo in Italia l'unica industria possibile è quella del top di gamma?

24 gennaio 2014

Tabacci, mia moglie e me

Alla luce dei fatti devo dire che io e mia moglie siamo straordiariamente intimi, intendo dire che se raffrontati a tutti gli altri, se mediamente i rapporti fra tutte le altre coppie di italiani sono flemmatici come quello fra Tabacci, parlamentare (cinque legislature), e la sua ex, la signora Armellini, allora io e mia moglie siamo davvero osmotici.

Come se la dialettica di una relazione fra coniugi contemplasse l'evasione da simili discorsi, fossi Tabacci mi vergognerei di aver tentato di propinare agli italiani una così misera giustificazione.

Tant'è, la realtà di oggi è che in Italia sono i deputati stessi a tollerare l'evasione fiscale, e quando vengono scoperti neanche ci pensano a ritirasi a vita privata, siamo messi malissimo.

Il fatto è che questa merda va avanti da troppo, da generazioni, e noi che ci siamo nati dentro ci siamo così abituati da scambiarla per la realtà.

La colpa di questo è dei nostri padri, ora servono gli italiani onesti, che ci sono, sono la maggioranza, che si sveglino, che prendano consapevolezza, destra e sinistra, non importa, non è politica è giustizia, che prendano questa gente e la buttino in mare.

Andrea Petrocchi

22 gennaio 2014

Renzi, Cuperlo e il marketing di Programma Italia

Tempo fa ho avuto modo di leggere un interessante articolo su Pogramma Italia, azienda assicuratrice posta alle fondamenta di quelle che sono oggi Banca Mediolanum da una parte, e Forza Italia dall'altra.

Pare che i manuali dei venditori di questa rete fossero la traduzione di alcuni aggressivi manuali di vendita americani.

Un caposaldo di questi manuali era il seguente: quando non è più possibile ribattere alle argomentazioni di un cliente è bene cambiare discorso focalizzando la sua attenzione su qualcosa di personale.

Chi mi ha insegnato il mestiere diceva infatti che davanti a delle domande insistenti del cliente era bene sviare parlando, ad esempio, della sua cravatta.

La trasposizione politica di questo modo di fare ha assunto dei contorni orwelliani, al posto della dissociazione si è passati agli attacchi personali.

Abbiamo avuto in passato vari esempi di queste tecniche dissuasive, fra i più eclatanti c'è stata la famosa macchina del fango contro quel magistrato, attaccato per il colore dei suoi calzini.

Di che colore erano i calzini? Viola! Cosa diceva il magistrato? Booh!!

Ma vi sono stati attacchi più subdoli, come quello verso l'ex presidente della Regione Lazio, costretto alle dimissioni a seguito di uno scandalo sessuale riguardante la sua vita di privato cittadino.

E la ritroviamo, questa tecnica, anche nella cronaca di questi giorni, quando Renzi ha attaccato Cuperlo sul personale in seguito ad una critica giustificata riguardo l'ormai famoso Italicum, la proposta riforma elettorale di Renzi fatta in tandem con Berlusconi.

Nessuno si chiede cosa c'entri attaccare Cuperlo per i suoi trascorsi istituzionali nati in concorso col Porcellum, quando Cuperlo attacca Renzi, a ragione, per la mancata rappresentanza democratica di questa proposta di legge.

Da qui, fra il serio e il faceto, la presente supposizione: non è che Renzi ai tempi si è fatto qualche corso di Programma Italia?

Andrea Petrocchi

16 gennaio 2014

Livorno: Comunicato stampa Sel sulle scuole sporche

Domani dovrebbe essere diramato questo comunicato stampa, che riassume la posizione condivisa:

COMUNICATO STAMPA:

Relativamente al grosso problema della pulizia dei plessi scolastici comunali, dovuti ai tagli ed ai risparmi sui bilanci, ci teniamo a contestualizzare che il nostro Comune, tramite stanziamenti regionali, ha appena stornato 103.000 euro verso le scuole parificate.

Dato che ogni euro girato ai privati significa un un euro in meno per la scuola pubblica stigmatizziamo che se questi 103.000 euro fossero rimasti sociali oggi non ci troveremmo a dover quadrare gli stipendi con la salute dei nostri figli.

Andrea Petrocchi
SEL Livorno

13 gennaio 2014

Circoscrizione 3: Lo strano caso degli alberi abbattuti in villa Fabbricotti

Un albero appena abbattuto

Ultimi scampoli di legislatura, che scorrono colpevolmente, privi di quel dignitoso rispetto verso i cittadini che cinque anni fa ci hanno delegato la loro rappresentanza per un mandato intero, c'è modo e modo di fare campagna elettorale, quello di usare la carica elettiva solo quando si tratta di firmare articoli autoreferenziali mi sembra un pessimo viatico, sia per chiudere un mandato che per aprirne altri.

Comunque, il gruppo consiliare Sel, nel pieno rispetto del mandato elettorale, è ancora lungi dal rompere le righe, e con una interrogazione da depositare in circoscrizione si appresta a chiedere all'ufficio comunale del verde pubblico notizie circa il mancato rimpiazzo degli alberi abbattuti in villa Fabbricotti.

La cosa che mi fa rabbrividire non è la velocità con cui si susseguono questi abbattimenti, operati a un ritmo tale da far dubitare circa il reale stato dei salute delle piante, quello che amareggia è il fatto che nessun concittadino fino ad ora ha avuto la volontà di segnalare a mezzo stampa questi scempi, perpetrati ai danni nostri e della generazioni future, che, se continuiamo di questo passo, si ritroveranno presto ad osservare l'ennesimo campo pelato.

Segno dei tempi, dell'imbarbarimento della nostra società, dello scoramento dei concittadini, che passano davanti a un albero appena abbattuto e al solo pensiero di cercare giustizia scrollano le spalle privi di speranza.

A loro dico di andare a votare, e di votare a sinistra, e se ritengono di non avere alle viste un Partito degno di raccogliere le loro deleghe, dico di iniziare con sano spirito di sacrificio il loro impegno sociale, un'ora alla settimana per cambiare questi partiti da dentro, che è cosa rivoluzionaria, e che il limitarsi a girare largo dai seggi durante le prossime amministrative sarebbe un grande piacere fatto agli Apparati, perché, come diceva il politologo DFW, quelli che non votano rendono doppio il voto dello "zoccolo duro".


AGGIORNAMENTO: prosegue QUI.

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12 gennaio 2014

Una aliquota Irpef al 99% per il più ricco 1%

La cronaca di qualche tempo fa ci presentava un affascinante parallelo,  quello fra più ricco 1% che nella quasi totalità del mondo occidentale detiene gran parte della ricchezza del Paese, e del restante 99%, costretto a spartirsi la parte rimanente.

L'esistenza di questa distorsione è la prova tangibile della immaturità della nostra società, in cammino da più di duecento anni e non ancora in grado di sopraffare uno sparuto 1% in termini democratici.

Molto è da fare, basti pensare al "quarto potere" dei mezzi di informazione, spesso lontani dalle simmetrie informative, spesso costretti dagli editori al ruolo di creatori di consenso, guardiamo ad esempio i maggiori quotidiani nazionali, che da noi sono in mano a tre persone.

Si è parlato di azionariato diffuso, una ricetta semplice semplice per dare a ciascuna azienda che fa informazione una veste democratica differente dagli attuali Califfati.

Ma questo 1% è troppo forte, e noi, il restante 99% siamo professionalmente distratti dai nostri poteri, portati a credere che l'impegno civile sia tempo perso, e che il voto nel seggio non sia poi tanto importante.

Comunque in termini nominali sempre di un 1% si tratta, non parlo dei normali ricchi, dei professionisti col macchinone e la casa al mare, per il famoso 1% queste persone non sono distinguibili dal resto della massa.

Allora perché non fare un patto sociale? Perché non fare solidalizzare in una laica comunione d'intenti i ricchi con i piccoli borghesi e i proletari, per cancellare dalla faccia della terra questo inutile 1%, poi ognuno per conto suo.

Basterebbe poco, aggiungere una aliquota Irpef per i redditi altissimi: uno scaglione al 99% per il più ricco 1%.

Andrea Petrocchi

2 gennaio 2014

Il mio commento al post di Marco

Riporto di seguito un mio commento a un post pubblicato su Quilivorno, si parla di trasporto pubblico.

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Caro Marco, Mi sento di dirti che se vuoi cambiare Livorno nel senso che vuoi tu alle prossime amministrative di primavera devi andare e votare e votare a sinistra.

E’ questo il grande potere, la partecipazione, che la democrazia da a ciascuno di noi e guarda bene, che quelli che parlano male della politica lo fanno consapevolmente per limitare questo potere.

Sono gli Apparati, le “mani forti”, che intendono piegare a loro favore la redistribuzione del gettito.

Sono convinto che la mala politica sia figlia di questa asimmetria.

E se anche i partiti, anche quelli di sinistra, sono spesso percepiti come dei “blob” inutili la soluzione è sacrificare un ora della nostra settimana all'impegno sociale, e vedrai che la rivoluzione democratica del nostro Paese sarà compiuta.

Se capirai quello che voglio dirti e se lo capiranno gli altri, specie i passivi che invece di andare al seggio se ne restano a casa (con somma contentezza dei suddetti poteri) torneremo a guardare alla società dei diritti, come quello, giustissimo che sottolinei tu, di poterti spostare liberamente senza essere costretto a privatizzartelo, questo diritto, oltre a quello sacrosanto di respirare aria non inquinata.

Per realizzare quanto desideri non serve un miracolo, basta aumentare le corse dei bus e limitare l’accesso al centro da parte del traffico privato, incentivando i parcheggi di scambio, gran parte dei quali sono già esistenti.

Più che soldi serve la volontà politica, che qui a Livorno, oggi, è un fatto, va più verso la privatizzazione.

Un saluto. Andrea Petrocchi

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