28 febbraio 2014

Circoscrizione 3 - la strana storia della mia contestazione all'assessore Gulì

È bene sottolineare qui sopra i motivi che stanno alla base della mia contestazione di ieri sera, quando davanti alle Circoscrizioni riunite ho attaccato la bozza dell'assessore al decentramento sulla riforma dell'organo amministrativo circoscrizionale.

Devo innanzitutto chiarire che le novità portate dall'assessore, con il tentato blitz sulla chiusura immediata della legislatura, mi hanno indotto a un intervento che per forza di cose (la mancanza di alcuni compagni in sala) non è potuto essere condiviso all'interno dei gruppi consiliari Sel (la condivisione è comunque arrivata in seguito via telefono), mi sono quindi espresso anticipando che la critica era titolo personale.

Le contestazioni sono state due, una formale, il fatto che ci è stato calato dall'alto della Giunta comunale un testo molto dettagliato, che sicuramente instrada il dibattito, mentre secondo me sarebbe stato meglio limitarsi a chiedere un elaborato alle circoscrizioni, essendo noi gli enti oggetto della riforma.

La seconda contestazione è stata sostanziale, che senso ha riformare questi enti a tre mesi dalla fine della legislatura comunale? ma non è meglio lasciare la palla alla nuova maggioranza che uscirà dai seggi? Non stiamo forse realizzando un pacco che fra tre mesi, con la nuova legislatura, inizierà inevitabilmente a puzzare di vecchio?

L'assessore ha ribattuto alla mia prima contestazione sostenendo che l'azione è toccata alla Giunta perché dai territori non arrivavano proposte, giudico questo intervento fazioso in quanto io non ho contestato l'azione in se (che ovviamente ritengo giusta, le Circoscrizioni non devono morire) ma la sua forma.


Andrea Petrocchi

26 febbraio 2014

[...]

Sarebbe bello se in un incontro sportivo internazionale uno dei contendenti dicesse al suo sfidante di non riuscire a contestualizzare la cosa dal punto di vista delle differenti nazionalità ma di intendere la sfida sportiva come scontro fra due uomini diversi affratellati dal fatto di essere espressione dalla stessa specie. E sarebbe magnifico se una volta salito sul podio il vincitore si strappasse di dosso ogni riferimento a stati e bandiere.

Sono convinto che se l'umanità non si fosse inscatolata all'interno di inutili confini avremmo risparmiato parecchie energie e oggi saremmo un bel pezzo avanti rispetto a dove siamo.

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#sapevatelo


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24 febbraio 2014

Mobilità - dalla lontana Australia un'idea per socializzare le attività sportive dei nostri figli. I benefici per i genitori in termini di tempo e salute

Per quanto ne so il buon amministratore, si parla di amministrazioni comunali, deve combattere le tendenze che lo portano verso il suffisso "ista", laddove questo è spiegazione di tendenze politiche senza ritorno (tutte quelle che portano verso punti di vista estremi: ambiental-ista ad esempio, ma vale anche per femmin-ista), perché fanno cadere il politico dal piedistallo della relatività (toh, relativ-ista, mi sono fregato da solo) portandolo a giudicare eventi in maniera assoluta, scevri dalla loro contestualizzazione.

Il compito del buon amministratore comunale, per quanto ne so, deve essere molto più prosaico, e si traduce col "semplificare la vita ai suoi concittadini", questo si può fare sia politicamente, avvantaggiando quindi una gran parte di questi a danno dei pochi più agiati (*) oppure in termini assoluti, come sotto.

Quanto dedotto mi è appena stato suggerito da questo articolo qui, pare che a Melbourne si siano interrogati seriamente su ciò che significhi amministrare, e in modo assai elementare sono state riposizionate logisticamente le attività sportive extra scolastiche dei ragazzi, portandole dentro ai plessi scolatici.

Questo significa che i genitori, laggiù, hanno smesso di smattare nel traffico per gestire il diritto alla salute dei loro figli, i ragazzi terminano le lezioni eppoi attaccano con lo sport senza lasciare la scuola. Data la connotazione liberale del mondo anglosassone credo che le varie attività sportive siano gestite in modo privato, come qui da noi, immagino un dialogo coi gestori, e che di comune convenienza questi si siano riposizionati dentro alle scuole.

Adesso penso alle centinaia di migliaia di famiglie italiane, costrette a perdere delle ore ogni giorno in questa sacca temporale contenuta nell'universo Melbourne.

La soluzione per vivere meglio ce l'hanno suggerita gli australiani, il metterla in pratica significa coniugarla con la nostra "orografia urbana", compito affatto semplice, difatti nessuno sostiene che quello dell'amministratore sia un compito facile.

Forse la misura fra gli amministratori nostrali e quelli australiani la danno quelle sagome dentro alle giunte comunali prede della logica partitica? Questi posti prestigiosi vanno lasciati al mondo accademico (quello pubblico), tanto per la direzione politica ci pensa il sindaco.

Il risultato lo leggiamo cliccando sul link, ma pensate al contraccolpo sociale di una scelta del genere, portare lo sport dei ragazzi dentro alla scuola, al termine del tempo pieno, lo stress risparmiato, più tempo libero per i genitori, e meno potenziali differenziazioni di genere (di solito il diritto allo sport se lo accolla la madre) poi i benefici sull'inquinamento da traffico, questa è senza dubbio una trovata più che geniale, è una rivoluzione copernicana!!

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13 febbraio 2014

Sostiene Peñalosa: riflessione sulla teoria della uguaglianza nel campo dei trasporti


Enrique Peñalosa, un politico colombiano, è l'ideatore della teoria della uguaglianza nel campo dei trasporti, secondo la quale un autobus con un determinato numero di persone a bordo ha diritto allo spazio occupato da un'auto con dentro il solo guidatore moltiplicato per un numero di volte pari alle persone trasportate dal bus.

La componente rivoluzionaria del discorso di Peñalosa è la sovversione dell'oggetto, attraverso il quale è declinata l'attuale politica delle amministrazioni, nel suo contenuto, ogni cittadino ha un credito di spazio, e traccia una nuova polarità per le amministrazioni progressiste in tema di approccio democratico alla mobilità stradale.

Nel campo della mobilità e della orografia urbana la politica è fatta di spazi, il diritto allo spazio non è nei mezzi ma negli occupanti, e non va coniugato in base a un bus oppure a un suv, perché così facendo parleremmo di diritti "elastici" che dilatano e restringono spazi e tempi a seconda del mezzo di trasporto scelto, mentre invece il diritto da garantire è quello dei cittadini che scelgono il bus, e della somma dei loro crediti, ciascuno dei quali ha le dimensioni di un'autovettura ed è socializzato con gli altri occupanti del bus.

Per riportare in pari la bilancia di questi diritti andrebbero chiuse delle strade alla circolazione privata per farne corsie per il trasporto pubblico, andrebbe reso sicuro il trasporto ciclabile, andrebbero realizzati dei parcheggi di scambio e ideate le relative interconnessioni per rendere la città fruibile tramite questi mezzi di trasporto, perché, altra frase celebre di Peñalosa:
« Il vero progresso nella mobilità non è quando anche i poveri usano le auto ma quando anche i ricchi usano il trasporto pubblico o le biciclette.»
Spero che qualche impavida amministrazione ponga Peñalosa al centro della propria politica cittadina in materia di mobilità, spesso il limite è la paura del consenso, ricordiamoci cosa si diceva riguardo il divieto di fumo nei locali, e come poi invece è andata a finire.

Grazie a Ecoblog per la condivisione in rete.

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11 febbraio 2014

Circoscrizione 3: La nuova mozione Sel, un nuovo albero per ogni albero abbattuto

Questo post segue quest'altro.



Con il deciso appoggio del capogruppo siamo riusciti a depositare in circoscrizione la mozione sul verde pubblico, un atto che, se approvato dal consiglio, cosa che spero ovviamente in virtù della apoliticità della cosa porterà l'ufficio giardini a piantumare del nuovo verde ad ogni abbattimento e a progettare l'inverdimento delle zone più sottoposte al traffico per migliorare la qualità dell'aria.

Il problema con gli alberi riguarda i tempi di crescita, l'albero rimpiazzato ci mette qualche decina di anni per assumere le dimensioni dell'albero abbattuto, con tutto quello che ne consegue riguardo i relativi benefici ambientali.

Quanto proponiamo è comunque quanto ci aspetteremmo una amministrazione un minimo lungimirante, sarebbe quantomeno una forma di rispetto per le nostre generazioni future. Ci ha davvero impressionato, in virtù della sua elementarità, che quanto proposto non sia stato ancora previsto da nessuno.

Si è molto parlato del verde, quasi sempre con toni cosmetici, come mero arredo urbano, meno come assorbitore di inquinamento, che è un fattore molto più importante, e men che meno come rimedio da porre a monte alle alluvioni (le sue radici rinforzano i corsi d'acqua).

Ma la caratteristica peculiare degli alberi ha a che fare con la nostra stessa sussistenza: gli alberi (e solo loro) aspirano l'anidrite carbonica che espiriamo e ce la ritrasformano in ossigeno.

Un albero mediamente produce fra i 20 e i 30 litri di ossigeno al giorno, mentre ciascun uomo, per vivere in modo sano, ne deve respirare mediamente 300 litri. Servono 10 alberi a persona, ci sono?? fanno più di un milione e seicentomila alberi stando al solo ambito comunale.

Date un'occhiata su Google Maps, ad esempio dentro al Pentagono del Buontalenti non c'è un albero che sia uno, oltretutto la zona è sottoposta ai miasmi cancerosi delle navi in ormeggio nel porto. Cosa stiamo respirando?

Il fatto poi che si permetta alle mafie di lavare col cemento le loro rendite illecite ha un risvolto che lascia sgomenti: leggevo oggi che il cemento in Italia avanza con una velocità impressionante, pare che il Ciacci questa corsa l'abbia addirittura misurata, in Italia la cementificazione ha il ritmo indiavolato di 8 mq al secondo; tipo lasci un quarto d'ora tuo figlio a giocare nell'erba e quando torni al posto del verde c'è un parcheggio. Stresso il concetto, ma se i calcoli sono questi vedrete che ho ragione, per il futuro occorre andare ai ripari, e questa nostra modesta iniziativa è un atto in questo senso.

Ecco il testo della nostra mozione:
DATO CHE:
alcune settimane addietro il nostro gruppo consiliare ha depositato una interrogazione per chiedere spiegazioni all'Ufficio Verde pubblico del nostro comune circa gli abbattimenti di un certo numero di alberi all'interno del perimetro della nostra circoscrizione, e più specificatamente dentro al parco pubblico di villa Fabbricotti e nelle sue immediate vicinanze;
DATO CHE:
con la richiesta di chiarimenti abbiamo espresso anche la domanda circa l'esistenza di regole che prevedano l'immediato rimpiazzo di quanto abbattuto con nuovo verde, e che in riferimento a quest'ultima domanda detto ufficio a fornito una risposta negativa;
IL CONSIGLIO RICHIEDE ALLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Dato che il verde pubblico, per la sua importanza, è un elemento fondamentale per la salute dei cittadini, da proteggere e valorizzare, così da essere trasmesso alle generazioni future, perché anche queste possano godere degli stessi benefici, il Consiglio di Circoscrizione richiede che il verde pubblico sia conservato, prevedendo ogni rimpiazzo per ciascun albero abbattuto nei parchi pubblici della circoscrizione 3 e il rimpiazzo in luoghi sprovvisti di verde in caso di abbattimenti esterni a detti parchi. Il consiglio chiede inoltre a detto ufficio di attivarsi, ove possibile, per implementare il verde pubblico all'interno delle zone maggiormente inquinate poste dentro ai confini della nostra circoscrizione.
Il gruppo consiliare Sel.

Pare che al consiglio sarà invitato il responsabile dell'ufficio giardini, la cosa è positiva, ho molte domande per lui, fra queste ne ho alcune riguardo la serra comunale, poi mi interesserebbe sapere se tutte queste potature e abbattimenti siano riferibili al traffico di cippato giù al porto.


AGGIORNAMENTO: prosegue QUI


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#ambiente


@andreapetrocchi
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3 febbraio 2014

Il diritto dell'embrione a non esistere se non voluto

Non è possibile assumere una posizione netta su un tema forte come quello dell'aborto.

Su questo argomento la posizione più saggia secondo me è quella descritta da David Foster Wallace in "Considera l'aragosta" (Einaudi) secondo cui si deve essere soggettivamente contrari e oggettivamente favorevoli, nel primo caso perché, nella malaugurata ipotesi di vivere questa scelta in prima persona, va riconosciuto il diritto della parte più debole, che è l'embrione, con buona pace di chi asserisce che questo non vivendo ancora di una vita propria non abbia maturato il diritto di essere considerato una parte in causa, potenzialità che invece in base a una mia convinzione egli assume col divenirla certamente se non disturbato.

Oggettivamente favorevole invece perché sicuramente la vita propone casi in cui chi è il soggetto di tale scelta matura sicuramente più diritti del sottoscritto a dire la sua.

Dando per scontata la bontà di quanto detto circa la mia soggettività trovo derimente, al fine di arrivare ad una oggettivizzazione di quanto detto il focalizzare bene il diritto dell'embrione, che in una situazione del genere è quello a non esistere se non voluto.

Possiamo noi oggi garantire questo diritto? Certamente si, alfabetizzando la coppia etero all'uso degli anti concezionali, informando la donna, parte debole, circa la gestione o quanto meno la pretesa di questi strumenti, essendo l'aborto ben lontano dal colpo di spugna sopra a un errore compiuto, perché la donna che compie questa scelta prende la strada del paragone fra quanto è e quanto sarebbe potuto essere e invece non è stato, paragone che le sarà fedele convivente per i restanti periodi della sua vita.

Il fatto stesso che continui ad esistere la fattispecie aborto è la garanzia che questa alfabetizzazione è lungi dall'essere compiuta, e non potrebbe essere altrimenti, stante il completo disinteresse dei media, mentre l'educazione sessuale nelle scuole pare sia addirittura osteggiata da molti genitori, le stesse persone che tengono la mano alla figlia esanime nel letto dell'ospedale.

Mi domando cosa possa spingere questa disinformazione, questo tacciare di peccato quello che da una parte è un diritto e dall'altra una libertà, e mi ritrovo di nuovo davanti alla stessa falce, rammentandomi la posizione della chiesa cattolica sugli anti concezionali, cosa che metto in parallelo con la presa di questa lobby sulla nostra comunità, su chi ci governa, quindi sul mainstream e a ritroso fino a questa mancanza di informazione e al continuo ricorrere alla pratica dell'aborto.

Andrea Petrocchi