27 settembre 2013

Barilla, quella sparata sui gay che sa tanto di "discesa in campo"


Guido Barilla



Come diceva qualche tempo monsignor Fisichella le cose vanno contestualizzate. 

Giustissimo, e così trovo strano che a nessuno sia ancora venuto in mente di mettere in parallelo la sparata di Guido Barilla sui gay con le voci che fino a poco tempo fa lo legavano alla successione in atto dentro al Pdl.

Dati i tempi davvero maturi non mi sorprenderei se questa uscita del noto imprenditore si rivelasse a uso e consumo degli elettori moderati. 

hashtag
#boicottabarilla
#barilla

@andreapetrocchi
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26 settembre 2013

Sul rifinanziamento della cosiddette "missioni di pace" all'estero

Il prossimo 30 settembre sarà votato il rifinanziamento delle cosiddette "missioni di pace", fanno €314.000.000.

Poniamo che un ipotetico governo bocciasse questo rifinanziamento, che succederebbe? che l'industria globale della guerra taglierebbe fuori l'Italia dalle sue politiche produttive.

Ora la domanda che mi faccio è questa:

E se noi socializzassimo il costo degli stipendi dei lavoratori colpiti da quello squallido ricatto, se li tirassimo fuori noi, di tasca nostra, quelli stipendi mancanti, spenderemmo di più o di meno dei miliardi di dollari (vedi seconda fonte in basso) che ci costa aderire a questo orribile balletto di morte?

Anche andandoci pari, pensate al guadagno certo di non aver più sulla coscienza tutto il sangue versato nelle varie zone di guerra. 
#cronaca

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25 settembre 2013

Il senso di Bradbury per Gianni Cuperlo

Articolo apparso su Sel Livorno

A un certo punto di Fahrenheit 451 il protagonista, ripensando alle ultime elezioni, realizza quanto già nei nomi dei due contendenti, piuttosto che nelle loro faccie o comportamenti durante i video della campagna elettorale, apparisse confezionatamente vincente il politico che poi ha effettivamente vinto, così come appariva scontatamente perdente lo sconfitto.

Una sceneggiatura - realizza Montag il pompiere - inscenata a uso e consumo delle masse, due caricature e un puparo in comune.

Questo ci stanno a fare i romanzi (anche i classici di fantascienza) a tracciare la linea prototipo necessaria a coniugare i fatti di cronaca, e con le prossime primarie il Pd, trent'anni dopo Reagan, approderà finalmente allo stesso futuro distopico di quel romanzo.

La cosa tristissima è che Cuperlo perde in partenza non per demeriti suoi, ma perché la gente ormai se ne frega dei suoi eventuali meriti, l'ambiente, plasmato da lustri di dittatura delle apparenze, non reagisce più alla proposta politica ma alla mera apparenza del politico stesso, ed entrambe le parti sanno che l'altro sfidante è stato canonizzato per soddisfare la domanda edonistica delle masse.

E che ci prendesse un accidente se sapessimo che cos'è che c'ha in testa Renzi, però è giovane, è bravo e con quella parlata toscana è proprio simpatico, bravo Bradbury.

E Cuperlo? è la proposta della sinistra del partito, che è tutta Apparato, ce lo dice la stessa candidatura, e che è ormai palesemente minoritaria, e invece di fare opposizione interna si accontenta del piatto di minestra, è questa e non Renzi o chi per lui ad evocare questo scenario.

Non ci fosse stato questo Apparato potremmo avere Gino Strada - butto un nome a caso - e un finale tutto da scrivere.

hashtag
#giannicuperlo
#cantieresinistra


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16 settembre 2013

Il Paese immobile

SIAMO DIVENTATI UN PAESE CLASSISTA DOVE LA RIVALSA SOCIALE E' UN'UTOPIA

Immagine 2

L'Italia al tempo dei governi di unità nazionale è un ossimoro con un welfare anglosassone e una pressione fiscale di stampo nordeuropeo.

Molto interessante il grafico pubblicato giorni fa da Alessandro Gilioli, al netto della forbice divaricata della disuguaglianza fra i redditi, notizia ormai consolidata dalla proletarizzazione della classe borghese, a colpirmi è il dato sulla "mobilità fra generazioni" ovvero la possibilità di rivalsa sociale delle nostre famiglie, la forza che ha il nostro Stato di premiare il merito dei nostri giovani.

Insomma qui da noi l'osmosi fra le fasce sociali, quella premiata dal merito, viene strozzata, cosicché i figli dei ricchi tendono a rimanere ricchi e i figli dei poveri tendono a rimanere poveri, questo a prescindere dal rispettivo impegno nella vita.

Che futuro può avere un Paese castrante fino al punto in cui chi è povero viene costretto a generare figli nella consapevolezza che questi avranno tutte le possibilità di divenire poveri come lui?

Di questo passo la società italiana diverrà un deserto, una terra di nessuno racchiusa fra i cavalli di frisia che delimitano le vite dei ricchi arroccati sopra ai cumuli di ricchezza accumulata dai padri, e quelle dei poveri, che persa ogni speranza di emancipazione risparmieranno i soldi dell'università per spenderli alienandosi per dimenticare la loro frustrazione, fino al giorno in cui noi tutti perderemo - e giustamente - anche la pace sociale.

Serve una patrimoniale, una tassa che obblighi quelle famiglie che oggi vivono di rendita a scendere dal loro piedistallo sociale, serve una imposizione fiscale al 100% sui redditi elevati, perché va distrutto il concetto stesso di super ricchezza.

Serve un sistema scolastico universitario pubblico, progressivo (con esenzioni per chi non può pagare rette, vitto e alloggio, libri, trasporti) meritocratico e universale, un alveo riservato all'eccellenza.

Serve inoltre un reddito studentesco, da destinare agli studenti provenienti dalle fasce sociali più basse, cosicché il loro studio possa essere un aiuto e non un peso economico per le loro famiglie.

Ma soprattutto va creata una classe borghese, colta, realizzata e illuminata, convinta della fondamentale importanza della coesione sociale, disposta a farsi carico, con la patrimoniale, del suo ruolo trainante, per realizzare quanto negli stati del nord è già una realtà, una società tendenzialmente egalitaria.

Tornando al grafico, agli antipodi rispetto a dove c'è scritto “Italia" ci sono i paesi dove la rivalsa transgenerazionale è resa possibile e viene agevolata, sono tutte nazioni del blocco scandinavo, questo a fulgida riprova che la via aurea per una società equa e giusta è quella della socialdemocrazia.

hashtag
#cantieresinistra

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6 settembre 2013

In Danimarca, dove i pedoni hanno sconfitto i draghi di acciaio

Articolo apparso su Sel Livorno.

L'altra mattina su "la F", la nuova emittente del gruppo editoriale Feltrinelli, sul digitale terrestre da questa estate, trasmettevano una puntata di una serie sulle città di mare, parlavano di Copenaghen.

Li l'amministrazione comunale ha avuto l'idea di rovesciare il rapporto auto-pedone prolungando i marciapiedi lungo gli stop fra la confluenza delle strade secondarie con quelle principali.

In pratica a Copenaghen i marciapiedi che delimitano le strade principali non si interrompono più alla confluenza della strada secondaria, ma sono stati prolungati fino all'angolo opposto, cosicché l'eventuale auto in arrivo, scorrendo lungo la strada confluente, una volta giunta all'angolo con quella principale si trova la strada chiusa dal marciapiede, che deve salire prima di confluire svoltando per immettersi nella strada principale.

Questa idea, che sembra una cosa piccola, é in realtà permeata da una imponente connotazione politica, che mostra nitidamente la direzione intrapresa dai danesi, che molto placidamente hanno ribaltato di 180 gradi il rapporto che lega pedone e macchina, da sempre sbilanciato verso i veicoli, mentre la legge dovrebbe tendere verso la parte debole ovvero i pedoni.

Immaginiamo una madre col passeggino, niente più pericolosi saliscendi per attraversare, e pensiamo invece alle auto, costrette a rallentare a causa del dosso rappresentato dal marciapiede.

Quel documentario, da non perdere, visto da Livorno mi è sembrato una finestra su un pianeta lontano, a ben pensarci però i marziani siamo noi.

Arriverà anche da noi questa bellissima novità, se si quando?

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#LaEffe
#sociale

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@andreapetrocchi
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