30 maggio 2012

Il sottile filo rosso che lega Beppe Grillo ai think tanker americani

logo dell'Aspen Institute (fonte Wikipedia)


Articolo interessante quello uscito ieri su Il Fatto. Si parla della Casaleggio, il socio più o meno occulto di Beppe Grillo, nonché, a dire dello stesso fondatore Gianroberto Casaleggio, ente co-pilota del gettonatissimo Movimento 5 stelle, il "mattatore" delle scorse amministrative.

Sul finire del pezzo, trovate il link in basso come al solito, trovo uno spunto interessante, che credo possa tradursi in un serio motivo di riflessione per i fan del brillante comico genovese.

Uno degli associati della Casaleggio, Enrico Sassoon, è uno dei dirigenti della diramazione italiana dell'Aspen Institute, organizzazione americana con sede a Washington D.C. che vede fra i componenti del board calibri come Condoleezza Rice e Madeleine Albright.

Emerge quindi un link che unisce Grillo e il Movimento con i poteri forti americani, una presenza davvero ingombrante.

Grillo deve quantomeno chiarire cosa ci faccia l'Aspen Institute nel suo giardino di casa, e quanto siano approfonditi questi legami.

Meditate gente, meditate.

#BeppeGrillo

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29 maggio 2012

Il sacrosanto diritto ad uccidersi

Di tutte le specie animali che popolano questo pianeta solo una è in grado di concretizzare un suicidio, questa specie è la nostra.

Il suicidio, un sommo atto di libertà, è uno dei frutti della nostra intelligenza, le restanti specie possono andare avanti fino alla loro morte naturale, vivendo una vita indegna di essere vissuta.

Noi no, noi che percepiamo l'ineluttabilità del nostro quotidiano possiamo decidere di liberarcene, e lo facciamo consapevolmente e con coraggio.

Che nessuno giudichi un suicida, a nessuno dovrebbe essere consentito, perché dall'esterno non si può coniugare l'oggettività degli eventi che hanno condotto a quella scelta con gli strati interiori di chi l'ha operata.

Il suicidio è il più religioso dei diritti, non c'è n'è un altro dopo, non c'è niente di più lontano dalla restante comunità, anzi, questo diritto ne è agli antipodi, come plutone per il sole.

Questa distanza siderale, incolmabile, fra un singolo e la sua comunità, rilega questi eventi lontano dalle leggi della politica o delle religioni.

Resta una comunità, a piangere un morto, chi lo fa amaramente, con i volti rigati dalle lacrime, chi rimane attonito, chi, non accettando la forza di questo evento, volge la testa altrove, e chi da questo gesto viene trapassato, impalpabile.

La forza di una comunità sta nel riuscire a tenere vicino a se tutti i sui figli, perché la vicinanza è la vera religione, una religione laica, e può riuscire a schiarire il buio, o può lenire alcuni dolori.

Ma quello delle colpe di questa società è un altro discorso.

Resta innegabile il diritto al suicidio, opporvisi porta a negare il primato dell'essere umano sulle altre specie animali.

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25 maggio 2012

Circoscrizione 3 - depositata interrogazione sui sensi unici di via Guerrazzi e via Bonamici

Questo post segue quest'altro

Questa mattina ho fatto protocollare il primo dei due atti frutto delle segnalazioni di alcuni nostri concittadini residenti dalle parti di viale della Libertà ed oggetto del precedente post (vedi link sopra).

L'atto chiede al presidente di domandare agli uffici tecnici del Comune come mai il senso unico che dal tratto nord di via Guerrazzi sfocia in viale Mameli non è stato prolungato a nord lungo via Bonamici, che, dopo l'intersecazione con viale Mameli, ne continua la direttrice ideale, e che ad oggi, per i provenienti da via Guerrazzi, è invece è in divieto di accesso (senso unico opposto) ed obbliga chi vuole dirigersi verso il centro a passare dall'incorcio dei palazzi rossi contribuendo a peggiorare una situazione critica sia per il traffico che per le emissioni inquinanti.

Segue testo dell'atto.
clicca per ingrandire

Riguardo il secondo atto da presentare, quello sulla richiesa di esenzione dalla ztl per i commercianti di via Lopez, ho attivato la commissione assetto del territorio al fine di giungere ad una proposta corale da sottoporre al consiglio. Aggiornerò appena ci saranno delle novità.

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#Livorno

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23 maggio 2012

Fantapolitica - il soft landing, le contromosse per il "default felice"

Facciamo due congetture, poniamo che i governanti di una nazione, la nostra per comodità, trovandosi davanti al bivio fra il pagamento del debito e la tutela dei beni comuni scegliessero questi ultimi, sospendendo il pagamento di rimborsi e cedole ai possessori del nostro debito pubblico e mandando in default le obbligazioni statali.

Quali leve tirare per evitare che le conseguenze del suddetto evento conducano al caos?

La propaganda su questo tema è forte, ed ha come grimaldello la chiusura delle filiali bancarie, le sinapsi che uniscono i risparmiatori italiani ai loro risparmi. 

Quali contro mosse andrebbero operate per evitare questa terrificante conseguenza? Le risposte che mi sono dato si traducono nei passaggi sotto riportati:

Andrebbero temporaneamente nazionalizzate sia le banche che le compagnie di assicurazioni, sottraendone il controllo agli interessi privatistici dei consigli di amministrazione ed allargandone lo sguardo alla intera comunità.

Tramite la nazionalizzazione di banche e assicurazioni sarebbe possibile ottenere per le prime l'allineamento al costo del denaro degli interessi su mutui e prestiti, e riguardo le seconde il taglio delle tariffe rc auto, oggi onerossisima gabella che vessa ciascuna famiglia italiana.

Nazionalizzando gli istituti bancari verrebbe di conseguenza ri-nazionalizzata anche la Banca d'Italia, oggi proprietà di un grappolo di banche private italiane (i principali azionisti sono Intesa Sanpaolo e Unicredit). Tornerebbero così nelle nostre disponibilità le 2500 tonnellate d'oro nascoste nei suoi forzieri,  il cui controvalore ammonta a 100 miliardi di euro, che lo Stato potrebbe dedicare alla stabilizzazione delle turbolenze internazionali che si porterebbe dietro un momento tanto delicato.

Data la nazione in oggetto, ci sarebbe poi da superare il problema del ritorno alla valuta locale, la cosa migliore da fare, secondo chi scrive, passerebbe dalla sua dematerializzazione e dall'inserimento del diritto costituzionale al conto corrente con relativo bancomat, accentrato presso la Banca d'Italia, ed obbligatoriamente gratuito. 

Andrebbero infine "caricati" tutti i conti correnti di una somma pari al corrispettivo di 500 euro, a titolo di una tantum, per stimolare la ripresa dei consumi e per dare una ventata di ottimismo, che non fa mai  male.

A questo punto andrebbero gestite le dinamiche inflattive generate dalle suddette mosse, soprattutto riguardo da una parte i costi delle materie prime in entrata come grano e benzina, nei riguardi della loro mera reperibilità, e dall'altra le esportazioni, con gli stimoli alla produzione conseguenti al crollo della parità della Lira nei confronti delle valute espresse dai mercati di sbocco.

Prevedere quanto sopra sarebbe una sfida fondamentale.

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20 maggio 2012

Circoscrizione 3: nuovi atti in arrivo

Giovedì mi sono fatto un giro con un amico dalle parti di viale della libertà. Abbiamo raccolto un paio di segnalazioni, che indirizzerò quanto prima.

Alcuni concittadini segnalano un conflitto di sensi unici fra via Guerrazzi e via Bonamici che obbliga chi vuole muoversi da via Guerrazzi verso nord a fare uno scomodo passaggio da via Marradi. L'atto più indicato mi pare l'interrogazione, chiederò agli uffici tecnici il perché di quella bizzarra disposizione, dopodiché prenderò la risposta e la porterò ai richiedenti, che valuteranno il da farsi.

La seconda segnalazione arriva da via Lopez, i cui commercianti sono giustamente spaventati dalla rarefazione di clienti conseguente al passaggio della via a zona Ztl (zona a traffico limitato, con lettera "M"). Chiedono che il lato di strada che ospita la "stecca" commerciale sia estromesso dalla lettera, chiedono inoltre un posto auto dedicato per carico e scarico, cosa secondo me altrettanto giusta. Dopo lunga e attenta riflessione credo sia opportuno far passare quest'ultima richiesta tramite la commissione assetto del territorio, ho già contattato il referente, settimana prossima facciamo un salto e ne parliamo con i commercianti, poi dovrebbe riunirsi la commissione, che, se deciderà favorevolmente (non vedo impedimenti a riguardo) sceglierà anche il tipo di atto da portare in consiglio.

Aggiornamento: continua QUI e QUI


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#Livorno

Ecco perché voterò contro il bilancio comunale

Una premessa sul signor Nebbiai, assessore al bilancio del comune di Livorno, è una brava persona, che sente l'importanza del proprio incarico e che sostiene con zelo e con perizia la portata delle sue responsabilità.

Oltre a questo l'ho trovato un paio di volte fuori dal contesto, e mi ha fatto piacere vederlo a dare una mano alla festa di San Jacopo e trovarmelo accanto sotto la pensilina del treno per Roma, quando a Roma Nebbiai ci poteva andare con un auto blu.

Detto questo, come economista non è certo un keynesiano, è anzi un rigorista, preferisce il rispetto del pareggio del bilancio anteponendolo alla preservazione dei beni comuni dei livornesi.

La politica inizia al di là del bene e del male, perché inizia proprio quando il concetto di bene si sforbicia e non è più lo stesso concetto di bene dell'altro. E il signor Nebbiai, una brava persona, un buon liberale liberista, convinto di perseguire il bene dei suoi concittadini in realtà, secondo me, sbaglia.

Nei prossimi giorni la circoscrizione sarà chiamata a dare un parere sul bilancio comunale, ignoro la posizione del mio partito, e sottolineerò eventuali scostamenti dalla sua traccia, ma per il suddetto motivo voterò contro, e lo anticiperò a libro chiuso, perché l'errore secondo me sta a monte del bilancio stesso, è politico, i beni comuni vengono prima.

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#Livorno

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La strage di Brindisi contestualizzata

Il periodo fra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta è stato uno snodo principale per la storia della nostra repubblica, con l'eclissi della politica, sommersa fra le ondate di scandali e le bordate di piazza seguite a Tangentopoli, e la solitudine della criminalità organizzata, con una "Cosa Nostra" già resa vulnerabile dal pool antimafia di Falcone e Borsellino e già messa in un angolo dal cosiddetto maxiprocesso di Palermo, che perdeva una dopo l'altra molte delle delle sinapsi che la interfacciavano agli apparati politici ed al Palazzo.

Con le stragi mafiose del '92 e del '93 l'anti-stato alzò la posta, e riuscì a ribaltare a suo favore le sorti del nostro Paese. Quelle stragi avrebbero dovuto culminare con una carneficina allo stadio Olimpico di Roma. Fortunatamente lo sgomento suscitato da quella stagione ebbe termine prima, e la Lancia Thema, imbottita di tritolo e lasciata sotto la curva nord, non esplose.

Cosa fermò quella mano? Secondo qualcuno furono le istituzioni a capitolare, e tornò la quiete, ma arrivarono anche le smussature al 41-bis e al falso in bilancio, il cosiddetto Porcellum (un vero e proprio colpo di stato bianco) e chissà quali altre svolte carsiche.

Il ventennio successivo è un quasi ininterrotto dominio berlusconiano, inframezzato da qualche indistinguibile sprazzo bianco crociato.

E oggi, a vent'anni esatti dalla strage di Capaci, la mafia torna alla violenza, e firma una strage davanti al portone di una scuola intitolata a Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone, che a Capaci perse la vita.

Il limbo è saltato, l'equilibrio si è perso, gli interessi dell'anti-stato devono essere tornati nuovamente vulnerabili, e ricominciano gli attentati e le bombe.

Non c'è soluzione, la strada che porta alla liberazione da questa potente forza drenante passa attraverso il sangue di italiani indifesi.

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#Brindisi

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14 maggio 2012

Il governo monti, la tecnocrazia

Nelle intenzioni (oppure nelle "esteriorità") dei nostri padri costituenti la nostra nazione sarebbe dovuta divenire una democrazia, la gestione della cosa pubblica data in mano al popolo. Siamo invece diventati quasi subito una partitocrazia, nel senso che la prima cosa fatta dai partiti, delega alla mano, è stata cambiare le carte in tavola, cosicché la cosa pubblica è passata dalla mano dei cittadini a quella degli apparati, che l'hanno amministrata in nome e per conto di chi è parso a loro. Questi, negli anni (ma soprattutto dagli anni ottanta in poi, la "Milano da bere ecc..") hanno mangiato e fatto mangiare così tanto da portarci alla situazione odierna consistente nella obbligatorietà, al fine di girare la barra prima della inevitabile rocca, di prendere scelte così impopolari da rischiare l'annientamento dei partiti stessi alla seguente tornata politica. Siamo così sfumati nella tecnocrazia, la cosa pubblica è passata dalle mani pelose degli apparati a quelle di un manipolo di gelidi docenti universitari (università private) che nulla hanno da perdere, ed alle loro cure di frontiera dalla limpida ispirazione neoliberista, mercato, mercato eppoi mercato.

La dinamica della gestione della nostra cosa pubblica io la vedo così, un cuneo,che, ad oggi, in base all'accesso al potenziale contributo è riassumibile in: tutti (gli italiani) > pochi (i capataz dei partiti politici con sotto i relativi capi bastone) > 13 persone (numero dei ministeri "tecnici" del governo Monti).

60.776.531, tanti sono gli italiani al 30 settembre dello scorso anno, sessanta milioni di persone, amministrate da tredici individui scelti da altri.

La punta del cuneo è l'assolutismo, e se non ci diamo una svegliata ci arriviamo e presto.

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#CantiereSinistra

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13 maggio 2012

Era Beppe Grillo lo scoop di Alfano?

Beppe Grillo

Lo scorso venti aprile uno stizzito Alfano ribatteva all'annuncio di Casini riguardo una nuova costituente di centro rilanciando con un categorico:
« Dopo le amministrative annuncerò la più grossa novità della politica italiana che ne cambierà il corso nei prossimi anni. »
Una rivoluzione copernicana a destra dell'emiciclo della politica italiana quindi, ma non subito, dopo le amministrative. Era un bluff?

Ora le amministrative sono passate, e questa mattina "aprendo il giornale" leggo che in alcune città ai ballottaggi della amministrative il Pdl sosterrà il movimento cinque stelle di Beppe Grillo (vedi fonte in basso, come al solito).

Era questa la notiziona? Se così fosse non mi sorprenderei neppure più di tanto, mi basta guardare al lato opposto della parabola berlusconiana, agli anni novanta, quando furono tirati in barca la Lega e l'Msi.

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#BeppeGrillo
#Berlusconi

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12 maggio 2012

La strana storia dei divieti di balneazione della Bellana e del moletto dell'Accademia

La circoscrizione 3 del comune di Livorno ha un confine costiero (quello ovest) sul quale, estremità nord a parte (c'è il porto) è tutto un susseguirsi di stabilimenti balneari, interrotti solo da un porticciolo (il Nazario Sauro) e da due "spiagge libere" quella della Bellana e il "moletto" dell'Accademia. 

Dette spiagge sono i due soli sbocchi al mare dell'intero tratto cittadino del litorale livornese lasciati a chi non vuole assoggettare il sacrosanto tuffo alle regole del libero mercato, e dei due il primo non è che una lingua di ciottoli già dentro al porto, Livorno "la rossa".

Ieri su questo tratto di costa è stato emesso un divieto di balneazione, pare però siano rimasti esclusi gli stabilimenti balneari Pancaldi e Fiume.

I casi sono due: o chi ha scritto l'articolo che è fonte di questo post (il link è in basso come al solito) non si è espresso in modo chiaro, oppure qualcosa non torna.

Non voglio saltare a conclusioni affrettate, però questa condivisione fra parti balneabili e non del medesimo indistinguibile tratto di mare mi desta un sospetto.

Ho intenzione quindi di chiedere numi a riguardo alla amministrazione comunale, lunedì depositerò una mozione per farmi spiegare cosa sta a monte del procedimento e sopratutto cosa stia vietando all'acqua sita nei luoghi oggetto di divieto di andare in quelli dove la balneazione è consentita.

Perché i casi sono due, o si sta permettendo ad "alcuni" livornesi di fare il bagno dove non si dovrebbe, oppure ne stiamo obbligando "altri" a staccare un biglietto. Stando così le cose, altre ragioni non ne vedo. 

Con l'occasione sfrutterei la modesta notorietà di questo blog per lanciare un appello pubblico: a Livorno, caso unico nell'intero panorama nazionale, gli stabilimenti balneari negano l'attraversamento gratuito verso il bagnasciuga, vorrei farci sopra un mozione, ma non ho competenze tecniche.

Aiuto ovviamente remunerato in gratificazioni.

segue copia dell'Atto:
copia Atto



Aggiornamento: QUI per come è andata a finire.

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#Livorno

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7 maggio 2012

Dove sbaglia Grillo

«Destra, centro, sinistra, noi siamo differenti, noi siamo sopra.» Questo, in sintesi, il Beppe Grillo politico tutta sostanza e zero ideologie, ma il nuovo che avanza non è cosi. Siamo comunque già oltre la curva, quella che vedevamo, cieca, appena due giorni addietro, prima di queste amministrative. La vecchia politica è rimasta al palo, con il Pdl in avvitamento, con un Pd che dopo Napoli lascia all'Idv anche Palermo, anche con Casini, sexy solo nei salotti della politica.

Eh già, la politica. Quella nuova, scorre su questi tasti, si nutre di Web. Tempo addietro lessi un articolo interessante, una intervista, credo fosse a Larry Page di Google. La verità su internet è che, a differenza che nel mondo reale, il generalista diviene impalpabile ed è il particolarista ad emergere. Se ad esempio sei un produttore di the verde non riuscirai mai a sfondare con internet perché chi andrà sui motori di ricerca a cercare la parola "the verde" troverà centinaia di pagine della grande produzione e si arrenderà prima di arrivare al sito internet della tua piccola azienda meritevole e tanto bisognosa di pubblicità.

Ma se produci un the verde strano, con qualche aggiunta, chessò, il the verde che sa di caffè, allora emergi, ed è la particolarità a farti uscire dal mazzo dei motori di ricerca e a fare la tua fortuna.

Particolarismi, la politica cambierà in questo, lo stiamo già osservando. La particolarità di grillo è la sua differenza dalla politica muffosa, quando questo paragone non avrà modo di esistere anche Grillo invecchierà, resterà buono per gli ecologi. Allora torneranno le ideologie, e saranno molto volatili, saranno estremistiche, come i neonazisti greci di Alba D'oro.

Rivivremo le nostre ideologie, e questo sarà un bene, ma questo dilatarsi dell'ansa democratica porterà al confronto gli estremi, e nessuno si immagina la pericolosità di questa alchimia.
  
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#amministrative2012

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5 maggio 2012

L'importanza della claque

Nella pasqua del trentatré dopo cristo il governatore della Giudea, Ponzio Pilato, stava decidendo quale detenuto graziare. Secondo gli usi del tempo infatti, alla festività della pasqua era legata la liberazione di un carcerato.

La scelta era fra un omicida di nome Barabba, e un giovane, Gesù di Nazaret, che, parere suo, non aveva alcuna colpa. Gli era stato consegnato dai giudei, lui aveva fatto pressione affinché se lo riprendessero, ottenendo per risposta un «A noi non è lecito uccidere alcuno.»

Pilato non si decideva, allora, secondo le scritture (che sto leggendo testé), i capi dei sacerdoti andarono ad istigare la folla, misero insomma in piedi una bella claque rumoreggiante, e convinsero così Ponzio Pilato a liberare un assassino e a crocifiggere un innocente, ed a contribuire in modo fattivo a quella che per alcuni è stata la più grossa mietitura di oppio per popoli della storia.

Episodio da tenere ben a memoria la prossima volta che in un qualsiasi congresso viene proposto il voto per acclamazione.

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#politica

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vangeli

La realizzazione di una società egalitaria passa per la lotta al nepotismo

Verso la fine del romanzo "I Buddenbrook" un Thomas immalinconito e consumato dalle apparenze borghesi, osservando il figlio cagionevole e riflettendo sul triste destino della propria azienda, sulla quale è stata piegata la sua intera vita oltre a quelle delle quattro generazioni che lo hanno preceduto, immerso nella certezza che alla sua morte quanto costruito si sfalderà inesorabilmente, trova l'ideale salvezza abbracciando i giovani imprenditori del mondo ed erigendoli a destinatari ideali di quanto impalcato nella sua esistenza.

E' un passaggio di consegne immateriale, intellettuale e filosofico, una rinuncia ed anche un abbandono, ma anche uno sfumare dalla piena abnegazione al mito della proprietà fino al suo opposto, la socializzazione.

Da qui parte questo spunto: possono le riflessioni di un prototipo del mondo liberale essere tradotte in chiave riformista?

Thomas alla fine vende l'azienda al miglior offerente e lascia tutte le sue sostanze in eredità alla moglie. Mi sono chiesto, e se invece Thomas fosse andato oltre al tramando degli ideali, se avesse compiuto un secondo passo, lasciando i suoi beni materiali allo stato e non alla sua famiglia?

Riflettendo sui Buddenbrook mi è venuto un parallelo fra eredità e nepotismo, se tutti noi invece di scrivere testamenti ai nostri familiari lasciassimo i nostri beni materiali alla comunità? Non è anche il testamento una forma di nepotismo? una interferenza che distorce la vite dei nostri figli, scindendoli in due distinte classi sociali, fra chi può contare sulla eredità e chi non può?

Non otterremmo una società più egalitaria se ciascuno di noi con la morte restituisse alla collettività quanto ha da questa ottenuto in vita? Non contribuiremmo a far emergere chi ha impegno e intelligenza invece che contribuire a generare persone ricche e bolse che spendono soldi ottenuti senza faticare e persone che, pur avendone i mezzi intellettuali, non hanno la possibilità di realizzarsi perché né famiglia né stato possono prenderle per mano?

E poi: I beni rinvenienti dalla socializzazione di questi lasciti non aiuterebbero la nostra comunità, non ne avremmo tutti un beneficio? non ricadrebbero "a pioggia" su tutti noi sotto forma di beni comuni?

Questo discorso, al netto del fatto che la strada per la società perfetta passa dalla lotta al nepotismo, è una mera provocazione nonché una utopia, perché mai nessun politico porrà la sua immagine su qualcosa del genere, così come ben pochi elettori sarebbero mai disposti a seguire un discorso del genere, ed infine perché mai nessun rivoluzionario riuscirà a fare una rivoluzione ponendo questa riflessione sulla sua baionetta, semplicemente perché mai nessun italiano farà mai una rivoluzione, troppi palinsesti.

Gli estremismi sono come quei pesci-spazzino degli acquari, sono strani ma utili, gli estremismi sono quei paletti che delimitano gli argini al cui interno fluiscono i discorsi realizzabili (cito a braccio non ricordo chi).

Ho iniziato con Thomas Mann, chiudo con Che Guevara, che nella ultima lettera a Fidel Castro scrive:
« [...] non lascio a mia moglie e ai miei figli niente di materiale, ma questo non è per me ragione di pena: mi rallegro che sia così; non chiedo niente per loro perché lo stato gli darà il necessario per vivere e per educarsi.»
#CantiereSinistra

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1 maggio 2012

Il manifesto dell'ALBA Alleanza Lavoro Beni comuni Ambiente

Questo post segue quest'altro.

Dopo qualche ricerca ieri sera ho rintracciato l'indirizzo di posta di Paul Ginsborg e gli ho chiesto come fare per poter dare il mio modesto contributo a questo interessante progetto.

Riporto sotto il link al sito internet, il manifesto è a metà pagina. Durante la riunione della scorsa settimana è stato dato anche un nome a questo  movimento, si chiamerà "Alba", e speriamo che a quest'alba segua una bella giornata di sole.


Ho letto e firmato il documento, e ho dato la mia disponibilità.

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#Alba

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