30 gennaio 2012

A Rimini prosegue la deriva destrista dei grillini

Altra bella uscita dei grillini, a Rimini viene approvato un ordine del giorno contro il movimento politico di estrema destra Forza Nuova: vota compatto tutto il centro sinistra, mentre il Movimento Cinque Stelle si astiene.

Alcuni sondaggisti danno Beppe Grillo al 7%, possibile che siano tutti voti di destra? Quanti italiani che vedono Forza Nuova come il fumo negli occhi oggi voterebbero per Grillo ignorando le performance dei suoi dentro le istituzioni?

Questi fatti andrebbero cannoneggiati per tutto il web. Pdl, Lega e Grillini, qualche elettore potrebbe svegliarsi nel pieno della notte urlando come un dannato. 

La parola "fine" sulla diatriba circa l'accesso ai cani nel parco pubblico di villa Fabbricotti

S'e' parlato della tutela del diritto dei bambini a giocare in un luogo sicuro e pulito, lo si e' poi messo sullo stesso piano del diritto alla sgambata dei nostri cani domestici.

Questa parità secondo me stride abbastanza: di solito quando due diritti si scontrano prevale la tutela del diritto del più debole: difficile vedere un cane morso o sporcato dalle "deiezioni" di un bambino.

Il diritto dei nostri bambini ha quindi sicuramente la precedenza, con buona pace dei miopi legislatori europei.

Ma la miopia, il distacco dal mondo reale, non e' la sola compagna dei ragionamenti di questi burocrati, dentro c'e' anche tanta ipocrisia.

Quando andiamo a mettere mano sui rapporti che regolano il vivere nostro in relazione con gli altri animali nostri compagni su questo pianeta, faremmo bene prima ad alzare lo sguardo dal foglio e a guardarci attorno.

Di questa ritrovata parità saranno felici i nostri amici cani, ma proviamo a pensare come vedrebbe la cosa una mucca dentro al mattatoio, mentre aspetta di essere trasformata in un hamburger.

28 gennaio 2012

Breve critica democratica sui costi diretti e di sostentamento sopportati dallo studente all'interno del sistema universitario italiano

E' la maggiore risorsa, il maggiore valore, lo specchio di qualsiasi comunità, il primo mattone, lo stesso per tutti, sul quale ogni individuo edifica la propria realizzazione futura, per questo motivo va protetta e difesa strenuamente dagli attacchi liberisti, soprattutto riguardo la sua qualità.

Il nostro attuale sistema universitario, generato da una matrice patrizia, non garantisce le pari opportunità a tutti gli studenti. La strada che porta al livellamento di queste differenze non è in realtà molto lunga, spiace però osservare che la direzione presa dalla politica sia rivolta nella direzione opposta. Cosa serve al sistema universitario affinché questo possa offrire pari opportunità a tutti gli studenti italiani? Gli ostacoli da rimuovere sono rappresentati dai costi che incidono sulla vita universitaria dello studente, non solo da quelli diretti, ovvero le tasse universitarie e i libri di testo, ma anche da quelli necessari per il suo sostentamento, le spese per il vitto e l'alloggio. Questi costi, essendo fissi, non incidono in uguale misura su tutti gli studenti perché si coniugano con redditi familiari differenti e finiscono per tradursi in uscite che colpiscono le famiglie in maniera asimmetrica, avvantaggiando indirettamente quelle che hanno più mezzi. Per restituire pari opportunità agli studenti serve indicizzare questi costi ai redditi complessivi delle famiglie di provenienza, partendo dalla donazione per i ragazzi espressione delle fasce sociali più deboli ed in pari con gli studi. Questo sistema secondo me non può transigere dalla statalizzazione di almeno la fascia più bassa di questi mercati. Servono mense, ostelli, e serve un coinvolgimento diretto delle università, senza permettere a queste il ricorso a principi di sussidiarietà. Come trovare i capitali necessari per consentire agli atenei di sostenere questi nuovi costi? Una risposta potrebbe essere rendere le università più piccole e quindi meno onerose per la collettività. Come coniugare il rispetto di quanto detto con la tutela del diritto espresso all'articolo 34 terzo capoverso della nostra Costituzione? La risposta potrebbe essere quella di estendere lo sbarramento in ingresso a tutto il sistema, selezionando "a monte" gli studenti migliori, senza aspettare quello che comunque osserviamo "a valle" con gli abbandoni, pratiche anch'esse asimmetriche perché fra i molti studenti che rinunciano non è raro trovare chi smette per non continuare a pesare economicamente sulla propria famiglia. Riguardo le tasse universitarie andrebbe trovata una ricalibratura congrua alla reale possibilità di spesa delle famiglie, partendo dalla gratuità per gli studenti espressione delle fasce sociali svantaggiate in pari con gli esami. Le minori entrate potrebbero essere compensate dalle fasce benestanti, e da un forte incremento man mano che il proprio percorso "si scolla" dal parametro oggettivo. All'incremento delle tasse si potrebbe unire quello del vitto e dell'alloggio, questo per dissuadere chi ha inteso l'università come una sorta di parcheggio sociale. Il sistema delle borse di studio infine diverrebbe inutile e potrebbe così essere abolito. Un modo formidabile per stimolare anche le fasce sociali più deboli, che avrebbe applicazione ancora più a monte di quanto fin qui detto, è sicuramente il reddito da lavoro studentesco. Servirebbe uno sforzo da parte della comunità, che avrebbe come conseguenza un sistema aperto e pienamente democratico.

In questo modo avremmo università che selezionano i ragazzi migliori per i loro ambiti, riuscendo a salvaguardare quelli che oggi, pur nella loro eccellenza, sono costretti a cedere. Gli studenti, liberate le famiglie dal vincolo della spesa, sarebbero liberi e farebbero la loro parte, starebbe agli altri attori, dai docenti al ministero dell'istruzione, l'arduo compito di chiudere il cerchio, e di riportare nei ranghi il nostro sistema universitario, una istituzione fondamentale per il futuro della società.  
#università

26 gennaio 2012

Martone non andrebbe criticato, il suo messaggio è corretto

Articolo 34 comma tre della nostra Costituzione: "I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi." 

Pinuccio è un padre di famiglia monoreddito, in casa sono in quattro, lui, moglie e due figli, il più piccolo va all'università. Pinuccio guadagna 1500 euro al mese e ha ancora da smaltire il mutuo.

Un esempio così, campato in aria, una proto-famiglia simile a migliaia di famiglie italiane, tirato in piedi tanto per creare un punto di vista. 

Da qui Martone, il vice-ministro scapigliato che ce l'ha con gli studenti fuori corso, al netto della gavetta sprint e dell'incarico istituzionale rampante pilotati probabilmente dal babbo-starlette politica, ce l'ho quasi simpatico.

Perché poi alla fine i figli degli avvocati e dei farmacisti all'università sono liberi di pascolarci per dei lustri, poi con calma la laurea vien da se, mentre il figlio di Pinuccio, o si laurea nei tempi o deve rinunciare per non anemizzare il resto della famiglia.

Il capace ma privo di mezzi centra il bersaglio ma è costretto a stare nei tempi, e deve fare il triplo di fatica rispetto a un altrettanto capace ma con i mezzi, che invece viaggia in prima classe. L'università non è un parcheggio sociale, è una uscita riservata ai migliori, ogni coniugazione differente rischia di creare delle asimmetrie.
#Martone

Fonte

24 gennaio 2012

Senso unico in viale della Liberà, meglio informare i cittadini

Ognuno ha il suo Vietnam, quello del trasporto pubblico livornese si chiama viale della Libertà. Si tratta dell'asse di penetrazione sud-centro, che scorre dentro a una sede stradale a doppio senso di marcia troppo stretta per poterci ritagliare una corsia bus. Così gli autisti dell'Atl sono costretti a scorrere col traffico, accumulando nelle ore di punta ritardi cronometrici ad ogni macchina parcheggiata in divieto di sosta.

Per tentare di risolvere questo problema gira (già da alcuni anni) un progetto per trasformare viale della Libertà da doppio senso di marcia a senso unico. Si intende creare una corsia bus sottraendola alla circolazione nord-sud.

Per quanto mi riguarda questa idea la quoto 100, e tacerei se non fossi una persona che orbita quotidianamente su quel tratto di strada. Sono favorevole perché ritengo giusto anteporre il trasporto pubblico a quello privato, sia per motivi sociali che di sostenibilità ambientale, anche se non credo che da sola una linea più rapida possa essere disincentivante all'uso delle care scatolette di latta motorizzate.   

Ma non è questo il succo del discorso, quello che voglio stigmatizzare con questo post è il comportamento della maggioranza in Circoscrizione, dove del senso unico in viale della Libertà non se n'è mai parlato.

Comunque, nella mancanza della ufficialità, la consapevolezza degli intenti comunali è emersa poco a poco. Dapprima regnava una asimmetria informativa e la notizia veniva telegrafata fra i palati afoni di una marcata élite della maggioranza, mentre per gli altri, quelli che sbecchettavano le sforbiciate dei discorsi di quelli con gli agganci più in alto, questo fatto è girato per un po come una sorta di leggenda metropolitana, come la fine del mondo del calendario Maya.

Poi, a poco a poco, fra una fotocopia dei nuovi percorsi dei bus e una di un progetto per una pista ciclabile (dove in barba alle congetture viale della Libertà appariva solo con  la freccia sud-nord) la cosa è diventata tangibile anche per chi aveva occhi per vedere.

Alcuni giorni fa poi la cosa mi è stata confermata a quattrocchi da una "fonte autorevole" quindi siamo agli sgoccioli.

Arrivo quindi al succo del discorso: Questo modo di gestire la cosa io posso catalogarlo con un solo termine

paura.

S'è avuto paura di affrontare l'argomento nelle sedi istituzionali, magari per non dare spazio alla opposizione per cavalcare il dissenso dei concittadini residenti. Quindi s'è abbozzato. Per come la vedo io, se il motivo è stato davvero questo (io non ne vedo altri) sul viale della Libertà abbiamo commesso un tragico autogol, e l'opposizione ha vinto a mani basse, senza neanche darsi il disturbo di lavorare.

Questo perché una bella mattina un migliaio di livornesi, quelli che orbitano su viale della Libertà, si sveglieranno con la corsia nord-sud chiusa al traffico, cadranno dalle nuvole, e si incazzeranno. E avranno ovviamente ragione.  

Non sarebbe stato meglio affrontare di petto questo cambiamento? Se la paura era la propaganda della destra l'antidoto era la strada, un gazebo in piazza Aldo Moro e il dialogo con i concittadini residenti. 

Molti, quelli che non usano il bus, non avrebbero approvato, ma sono convinto che pur nella contrarietà a questa iniziativa, avrebbero comunque osservato questo "mettersi in gioco" della loro istituzione, e sono convinto che questo lo avrebbero apprezzato, allo stesso modo in qui domani stigmatizzeranno ed apostroferanno questi silenzi.

L'alternativa è fra una cittadinanza informata e una tenuta all'oscuro circa un evento che modificherà il loro quotidiano, l'alternativa è fra erigere o abbattere dei muri.

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#Livorno

21 gennaio 2012

Emilia-Romagna: il consiglio regionale vota una mozione sulla cittadinanza ai figli degli immigrati, i grillini non firmano

Terra di contrasti l'Emilia-Romagna, in coppia con la Toscana rappresenta la "cintura rossa" d'Italia, il suo capoluogo è medaglia d'oro alla Resistenza, così come Imola, Marzabotto e Montefiorino, invece Predappio ha fra i suoi monumenti più gettonati dai turisti la casa natale di Benito Mussolini.

Notizia di qualche giorno fa, il consiglio regionale vota una mozione di indirizzo affinché il Parlamento italiano riconosca la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia, che, fra le altre cose, essendo venuti al mondo in questa nazione sono italiani almeno quanto il sottoscritto.

I grillini non sono fra i firmatari, perché? Qualcosa contro questi ragazzi? opportunismo politico? Si è grattato il pancino degli italioti che giudicano il bene e il male in base alla progenie di un immigrato? 

Su Wikipedia la parola "fascismo" è spiegata con i termini nazionalista, autoritario e totalitario. Se non sono in grado di collegare il movimento ideato da Beppe Grillo con gli ultimi due termini, da oggi non posso dire altrettanto riguardo al primo. Uno su tre non è una bella performance.

Non è la prima volta che trovo Grillo e il Movimento Cinque Stelle dove non dovrebbe stare [qui e qui]. Se è questo il nuovo che avanza mi sa che butta male.


testo della mozione

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#Beppe_Grillo

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Interrogazione sui banchi frigo dei punti vendita della grande distribuzione: i diabolici uffici marketing, i motivi di questo atto e la citazione della fonte

Questo post segue quest'altro, si parla dello spreco inutile di energia elettrica causato dai banchi frigo della grande distribuzione, tenuti sprovvisti di chiusure perché i diabolici uffici marketing aziendali preferiscono adottare la politica "zero fatica" per i loro clienti (il consumatore risparmia il gesto di aprire uno sportello > l'acquisto diviene più immediato > vendo più mozzarelle). Risultato: +50% (quasi) di consumo elettrico per punto vendita (compresi super e iper mercati).

Pensate all'inquinamento causato dalla produzione della energia elettrica dedicata ai banchi frigo, pensate al restringimento del mercato dell'approvvigionamento elettrico e dai costi maggiori che ne conseguono per tutti noi, e pensate infine all'inefficienza di questo sistema, in termini di consumi ma anche di conservazione degli alimenti durante i mesi estivi, quando pochi centimetri all'esterno di questi banchi refrigerati ci sono 25 gradi. 

Al primo sguardo un tema di interesse nazionale come il processo di approvvigionamento energetico della grande distribuzione può sembrare un boccone troppo grosso per un onesto consigliere di circoscrizione come il sottoscritto. Dal punto di vista meramente "burocratico" senza dubbio lo è, l'atto verrà discusso in circoscrizione e da li prenderà la direzione che vorrà il presidente, che dipenderà dal suo effettivo interessamento alla cosa, da coniugare poi con la sua autorevolezza presso chi riceverà questa istanza (penso all'assessore alle attività produttive e/o a quello dell'ambiente).

In realtà quando vado a presentare bocconi così grossi (è la seconda volta, l'altro è stato questo) utilizzo quel poco di amplificazione che è in grado di darmi la presentazione di un atto pubblico sperando di sensibilizzare i media sul tema in oggetto. Infatti al momento della presentazione di questo atto in circoscrizione (il testo lo trovate cliccando il link all'inizio di questo post) ho contestualmente informato della cosa anche carta stampata ed etere locali.

Con l'occasione, già che ci sono, segnalo la sorgente di questa mia iniziativa, è un post di Greenreport (il link lo trovate come al solito in basso fra le fonti). Credo che il rapporto stampa-politica dovrebbe giocarsi su queste basi: il giornalista pubblica una notizia relativa ad un nuovo passo fatto da una istituzione locale verso un sistema sociale più efficiente. Il politico trova la notizia, e dato che ha un mandato nel senso di quanto espletato del suo omologo oggetto dell'articolo del giornalista non può esimersi dallo spingere questa notizia verso il vertice della sua istituzione locale, cosicché anche il suo territorio possa mettersi al passo con quello che  ha ispirato l'articolo del giornalista. Questo nell'interesse di tutti, non è cosa da poco.

Dal punto di vista meramente deontologico il mio atto non sarà il massimo, ma se può servire a favorire un dialogo allora questo gli riconsegna la sua dignità. D'altra parte è anche vero che, Greenreport a parte, i media non hanno ancora affrontato questo argomento, mentre la politica locale tace. Invece l'approvvigionamento energetico è un bene comune, è bene quindi iniziare a parlarne, per il resto "Le scartoffie seguiranno" (Charles de Gaulle), io la vedo così.   

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#Livorno
#ambiente

Fonte

20 gennaio 2012

Interrogazione sui banchi frigo dei punti vendita della grande distribuzione

Segue testo interrogazione.

Distinti Saluti.
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Livorno, 20/01/2012

INTERROGAZIONE

Dato che
da stime risulta che quasi la meta' del totale dei consumi elettrici dei punti vendita della grande distribuzione alimentare sono imputabili al mantenimento in temperatura dei banchi frigo, notoriamente sprovvisti di chiusura a causa di scelte imputabili agli uffici marketing delle aziende, che antepongono la politica "fastidi zero" per il cliente alla sostenibilità delle nostre fonti energetiche;

Dato inoltre che
Riguardo questo tema importante in Francia si e' appena trovato un accordo fra le istituzioni e le aziende operanti nella distribuzione alimentare, che ha portato alla creazione di un piano per la progressiva copertura dei banchi frigo;

Si chiede al Presidente
Al fine di contribuire alla tutela della sostenibilità ambientale della nostra provincia, di farsi tramite con le istituzioni affinché queste sollecitino gli amministratori delle catene di supermercati presenti sul territorio provinciale la chiusura dei banchi frigo con porte dotate di doppi vetri.

Andrea Petrocchi
Capogruppo Idv
Circoscrizione 3 Livorno


Aggiornamento: segue qui

14 gennaio 2012

Referendum - il Pd si allinea alla bocciatura della Consulta: il Porcellum non è poi così male

La Consulta ha bocciato il referendum da poche ore, Bersani parla alla assemblea lombarda del Pd:
« Un gruppo parlamentare ha bisogno di competenze che la partecipazione e la spontaneità non sempre sono in grado di garantire [...] Non ho intenzione di mettermi a nominare deputati, ma non possono nemmeno venir fuori gruppi parlamentari in cui siano tutti ferrovieri.»
Ok, però non chiamatelo Partito Democratico.

Vorrei poi avere sotto mano i cv dei parlamentari Pd, e vedere coi miei occhi tutte queste competenze (che comunque non hanno impedito ai relativi gruppi alle camere di prendere dei "bagni" tipo l'astensione sulla abolizione delle province e l'abbandono del tavolo sull'emendamento dei radicali in commissione bilancio riguardo l'Ici alla chiesa cattolica: se il fine è alzarsi e uscire son buoni tutti, tanto vale eleggere delle scimmie intelligenti).

Comunque, Bersani muove la bocca, ma per me la voce è un'altra, è quella degli Apparati del Pd, il pericolo è passato, le poltrone disponibili, gli equilibri stabilizzati, serve solo un palco ed una scusa da dare in pasto ai gonzi del voto flottante, qualcosa che aiuti a tenere tutto fermo così com'è, nella speranza che da qui al 2013 avvenga qualcosa capace di rendere guardabile questa politglia bituminosa. Demeriti altrui, probabilmente.

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#PBersani

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Finanza - sono i dazi commerciali la risposta giusta al fascismo finanziario delle agenzie di rating

Il nostro debito pubblico ci sta costando un occhio della testa, l'anno scorso il ticket all'ospedale, l'Iva sugli acquisti, quest'anno l'Ici, per non parlare dell'allungamento della età pensionabile e dell'attacco all'O.K. Corral che sta subendo l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Nonostante tutti questi sacrifici, tangibili, pagati quotidianamente da tutti noi, il nostro debito pubblico continua ad anemizzare il nostro Stato sociale, perché i nuovi collocamenti delle nostre obbligazioni pubbliche, necessarie per rifinanziare il debito in scadenza, devono offrire rendimenti stellari o non trovano compratori, ed i soldi dati ai possessori del nostro debito sono soldi tolti ai nostri servizi.

Il merito di tutta questa mancanza di fiducia nella nostra economia è riconducibile ad un manipolo di aziende private, quasi tutte statunitensi, che hanno per oggetto sociale il dare giudizi alle emissioni obbligazionarie.

Nessuno è in grado di dirci se a monte delle decisioni che prendono queste agenzie di rating ci siano motivazioni economiche o politiche.

A prescindere dalla risposta, trovo assurdo che una azienda privata sia messa in grado di mettere in difficoltà uno Stato sovrano, perché quello che è successo ieri è che quattro gatti chiusi dentro a un ufficio hanno fatto una riunione ed hanno peggiorato la sorte di sessantuno milioni di persone.

Questi individui sono le stesse persone che un lustro fa continuavano a coprire una Parmalat già fallita attribuendole un rating "investment grade".

Quale autorevolezza? Chi può dirci poi se queste persone prima di dare il loro giudizio non siano andate corto sulle nostre obbligazioni o sui derivati legati al nostro Paese?

Quanto accaduto ieri sera è un (ennesimo) atto fascista, nazionalista, autoritario e totalitario premeditato e realizzato per lucrare sulle nostre spalle.

In risposta a tanta arroganza servirebbe minimo una protesta ufficiale del nostro governo verso il Paese che ospita la sede legale di queste aziende, e fare cessare questa pagliacciata, in un modo o nell'altro, fino a formulare ritorsioni commerciali verso i prodotti in arrivo dagli Stati Uniti.

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#rating

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13 gennaio 2012

Via Accademia Labronica, chiesto l'intervento della Circoscrizione per la sistemazione dell'area a Panchine

Anni fa via Accademia Labronica era una strada tranquilla e decorosa, due controviali separati da un duplice filare di pini. Fu stravolta qualche anno fa da un parcheggio a lisca di pesce, tirato su alla bell'e meglio, proprio dentro alla zona a verde.

L'opera doveva dare una "risposta veloce" alla messa a divieto di sosta dei due controviali (con le auto in sosta lungo i marciapiedi non ci passavano le autopompa dei vigli del fuoco). 

Il progetto del parcheggio fu probabilmente appaltato a un quadrumane, hanno realizzato una corsia di scorrimento interna quando invece potevano far parcheggiare le macchine direttamente dai controviali raddoppiando così la disponibilità di posti auto. Hanno poi evitato di asfaltare, così dopo pochi giorni di piogge gli pneumatici delle vetture avevano già scavato nel terreno solchi così profondi che l'amministrazione fu costretta a gestire una ulteriore emergenza, e, per tamponare momentaneamente la situazione, fu steso sulla nuda terra un manto di terreno auto-compattante, che ha finito per garantire ai residenti anni di polvere nella stagione secca e di acquitrini in quella umida.

Questa situazione di degrado, che colpisce indistintamente tutte le persone che orbitano sulla via, ha inoltre una ulteriore sensibilità.

Infatti con la creazione del parcheggio furono rimosse alcune panchine, le uniche rimaste si trovano nel tratto di strada che "va a morire" lungo il marciapiede di viale della Libertà. Lì c'è un fazzoletto di terra, pochi metri quadri, risparmiato dalla conversione. 

Queste panchine sono sempre occupate dagli anziani che vivono nei pressi della strada, molti di questi, lo dico per conoscenza diretta, sono appena autosufficienti e sfruttano quelle panchine perché non se la sentono più di attraversare la strada che conduce al parco pubblico di Villa Fabbricotti.

Il parcheggio di via Accademia Labronica è saturo h24, e spesso chi non trova posto sceglie incivilmente di salire la zannella che porta a questo fazzoletto di terra e parcheggia li, fra le panchine. Bastano due vetture e gli anziani, dopo aver subito lo sfratto dalla zona a verde ad opera delle scatolette di latta, dopo essere stati costretti a respirare polvere e ad infangarsi le scarpe a mesi alterni, si ritrovano anche a sedersi sulla panchina strusciando le ginocchia sulle auto parcheggiate.

Mi sono sentito con il collega responsabile della commissione assetto del territorio, e insieme abbiamo firmato un atto per inibire l'ingresso alle auto dal lato del parcheggio, magari chiudendo con altre panchine.

In attesa che l'atto passi dal Consiglio sono intanto intervenuti i vigili urbani, almeno così mi hanno riferito dalla Circoscrizione.

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#Livorno


Aggiornamento: Qui per sapere come è andata la discussione dell'atto in consiglio.


11 gennaio 2012

I fondamenti della politica - sinistra e destra, le rispettive partizioni del welfare italiano fra debito e (in)sicurezza

Ringrazio ControLaCrisi per la diffusione in rete dell'istruttivo post (link in fondo come al solito) fonte di quanto segue.

I canoni sarebbero i seguenti: Sinistra uguale uguaglianza; destra uguale libertà, mentre l'egual-libertà è invece una catastrofe (il Pd mi sembra un esperimento andato in questo senso). Trasposizione sul welfare: Osserviamo che la sinistra investe nello stato sociale fino a quando la spesa inizia ad incidere troppo sul debito pubblico, mentre la destra lo smantella fino a quando iniziano ad uscire fuori problemi di sicurezza e di ordine pubblico.

Fonte


10 gennaio 2012

Circoscrizione 3 - Riparte l'iter per la realizzazione della fontanella Asa Aq

Questo post segue quest'altro.

Questa mattina ho avuto un incontro a tre con il tecnico Asa e il presidente al fine di riallacciare il discorso relativo alla istallazione di una fontanella Asa Aq sul territorio della circoscrizione.

Di seguito alla approvazione della mozione da parte del Consiglio l'iter si era fatto tortuoso col precedente vice-sindaco e si era definitivamente arenato al momento della sua sostituzione. Con l'occasione ho avuto modo di conoscere anche alcune variazioni subite del progetto:
  1. Cambio di location: la fontanella sarà realizzata nel parcheggio della "Pinetina" alla fine di viale della Libertà, il Consiglio si era invece espresso per il parcheggio dell'Atl, alla stessa altezza ma dall'altra parte della strada.
  2. Accanto agli erogatori di acqua naturale (gratuta) ci sarà anche un erogatore di acqua gassata (a pagamento) con la quale si spera di andare pari con i costi di gestione.
Nei pressi della fontanella ci sarà un pannello pubblicitario di metri 1x2 il cui compito sarà quello di farci rientrare delle spese sostenute per la realizzazione dell'impianto. 
    Per i puristi che (come me) storcono il naso quando sentono parlare di ritorno degli investimenti o peggio ancora di pubblicità legata a centri di aggregazione sociale puntualizzo che la scelta non verteva sulla fontanella con le pubblicità o meno ma sulla fontanella con le pubblicità o niente.

    A parte la certa connotazione ambientalista data dal minor numero di bottiglie di plastica da gettare nella differenziata o dalle ridotte emissioni inquinanti causate dai minori ordini di acqua minerale da parte dei commercianti che - sottolineo - comunque non temono la concorrenza della fontanella perché oggi le minerali sono "merce da richiamo" a profitto zero, se contestualizziamo questo genere di approvvigionamento con l'attuale crisi economica ritengo sia comunque utile una fontanella sponsorizzata tipo macchina di formula uno se questa si traduce in circa 250 euro in più in tasca per nucleo familiare (di quattro persone) alla fine dell'anno.

    Nessun problema riguardo la nuova sistemazione, data l'esperienza fatta con la fontanella dei Tre Ponti, serve un ampio parcheggio, garantito dal parcheggio Atl ma anche dalla prospiciente Pinetina. Riguardo l'erogatore di acqua gassata, sarà dotato sia di Chiavette che di gettoni mono uso, entrambi acquistabili in circoscrizione e in un negozio da scegliere fra quelli nei paraggi. Chiederemo al commerciante di fare da catalizzatore per la circoscrizione in materia di dubbi o richieste di miglioramento, e di dotarsi di recipienti in vetro da vendere agli avventori della fontanella (quelli in plastica dopo qualche tempo rilasciano degli ormoni tossici).

    Dagli incartamenti che hanno preceduto questo incontro emergevano due strade, una che ricalca i costi/ricavi delle strutture già esistenti ed una più pionieristica con costi minori e ricavi incerti, percorribile tramite la realizzazione di una fontanella che pur depurando l'acqua dal cloro era però sprovvista di macchinario per l'elettrolisi. Abbiamo scelto la strada sicura, anche perché a Livorno l'acqua è parecchio calcarea, si rischiava di realizzare un impianto non gradito dalla popolazione residente.

    Continua fortunatamente ad interessare anche la successiva installazione del distributore di latte crudo, l'impianto sarà dotato di predisposizione ad-hoc.

    Qualche riflessione per chiudere:
    • Spero si vada per la realizzazione di almeno tre erogatori di acqua naturale, a Coteto (quartiere di Livorno sede di una fontanella analoga a quella dei Tre Ponti) tre erogatori non bastano e si formano file costanti, tanto che i residenti si spostano ai Tre Ponti, con conseguente inquinamento aggiuntivo dato dall'uso del veicolo. Se installeremo tre erogatori di cui uno "gassato" a pagamento, data la popolosità della zona dove orbiterà la fontanella, andremo incontro allo stesso problema.
    • Tempistica della relaizzazione: ancora sconosciuta (sarò malizioso: non vorrei vederla realizzata a ridosso delle amministrative dei 2013).

    Aggiornamento: novità QUI

    #ambiente

    Fonte: il sottoscritto.

    7 gennaio 2012

    Grande concorso a premi



    Chi è quel ragazzo seduto alla destra di Almirante?

    Un suggerimento, alcuni dirigenti del principale Partito di centro-sinistra sarebbero disposti a governarci insieme.

    "Grande centro", capito?

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    #pbersani
    #idvstaff

    Fonte

    Italia Paese difficile per chi licenzia? affatto vero, ecco le medie Ocse

    Il ministro del Lavoro Elsa Fornero
    L'Ocse, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, redige un indice chiamato "Strictness of employment protection", che misura, in modo shumpeteriano, la flessibilità del mercato del lavoro dei singoli Stati. Più è alto il punteggio, più è difficile licenziare.

    Premettendo che la media mondiale è 2.11, che la Germania, come gran parte del resto d'Europa, ha 3.00, l'Italia, già oggi, prima cioè della ventilata riforma del mercato del lavoro, "auspicata" dal ministro Fornero e dal governo tutto, e relativamente ai lavoratori a tempo indeterminato, quindi escludendo i precari, ha un indice di flessibilità di 1.77.

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    #lavoro
    #Articolo18

    Fonte (grazie a Curiositasmundi per la condivisione in rete)

    6 gennaio 2012

    Liberalizzazione orari delle attività commerciali: vince l'imprenditore, pagano i dipendenti

    Nella vertenza (persa, si ringrazia gli "abbacinati da Monti" del Csx) riguardo la liberalizzazione degli orari di apertura al pubblico degli esercizi commerciali, andrebbe almeno concesso un turn-over ai dipendenti, che rischiano di essere i soli a rimetterci per questa nuova ondata di liberalizzazioni.

    Quando, ad esempio, un dirigente chiede al dipendente di lavorare la domenica, questo, in virtù del rapporto domanda-offerta (a causa della scarsità della domanda mai cosi' sbilanciato a sfavore del dipendente) non ha potere di obiettare, e rischia cosi' un corto circuito dato dalla costrizione a preservare le entrate familiari a scapito della famiglia stessa.

    Le proprietà che per intercettare un maggior numero di clienti vogliono allungare gli orari di apertura al pubblico o che vogliono restare aperte durante i giorni festivi devono essere obbligate ad assumere nuovi dipendenti.

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    #idvstaff
    #lavoro
    @idvstaff

    Andrea Petrocchi

    5 gennaio 2012

    Ecco dove va a finire un voto dato al Pdl

    Fabrizio Cicchitto (Pdl)

    Uscita di Fabrizio Cicchitto a proposito dei controlli a tappeto effettuati dalla Guardia di Finanza a Cortina:
    « Coloro che sovrintendono alla lotta all’evasione fiscale e in primo luogo il dottor Attilio Befera (il direttore dell’Agenzia delle Entrate ndr) devono avere la consapevolezza che operazioni come quelle fatte a Cortina, con controlli a tappeto in tutta un’area solo perché presumibilmente popolata in queste vacanze da ricchi, sono del tutto inaccettabili e chiaramente ispirate ad una confezione ideologica del controllo fiscale.»
    Sottolineo il riferimento diretto al direttore della Agenzia delle Entrate, nome-cognome, così tanto per vendetta. 

    Fra il perseguire i ladri (il 800 +400% del giro di affari dei commercianti registrato contestualmente ai controlli dei finanzieri è un picco che contestualizza quei commercianti nella suddetta fattispecie) e e lo schierarsi a fianco dei ladri stessi, mi pare che l'uscita politica del capogruppo pidiellino alla Camera sia a tutto vantaggio dei secondi.

    #Cortina

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    Atricolo 18, si parla di dipendenti, non di addetti

    Pare che sia la disinformazione la prossima leva da tirare per provare a far digerire agli italiani l'abrogazione dell'articolo 18. Sta infatti passando il messaggio che l'Art 18 dello Statuto dei lavoratori tuteli in realtà solo una minoranza dei lavoratori dipendenti.

    Come il gioco delle tre carte: il trucco sta nel diluire il totale dei lavoratori aggiungendo ai dipendenti anche gli "addetti" (dipendenti + autonomi) mentre lo Statuto fa riferimento esplicitamente ai soli dipendenti.

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    4 gennaio 2012

    Verso il socialismo capitalista



    Notizia di ieri, la rivista di divulgazione scientifica New Scientist ha pubblicato uno studio dell'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia dal titolo "La rete globale del controllo societario". La ricerca, basata su dati statistici, conclude che il 40% del potere finanziario globale è in mano ad appena 1318 aziende (ma le prime 140 hanno un peso relativo notevole). Alcune di queste sono specilizzate su determinati business, altre invece sono "conglomerate".

    Se ripartiamo queste 1318 majors in base ai mercati di sbocco dei loro beni otterremo un pugno di grosse aziende per ogni ambito. Se a questo ragionamento aggiungiamo la tendenza alla fusione che queste aziende hanno dimostrato nel passato prossimo e se proiettiamo questa attitudine nel futuro, se riflettiamo sulla possibilità che queste aziende hanno di fare cartello, otteniamo che dal punto di vista del consumatore il socialismo, dal punto di vista del riverbero della offerta, è già oggi assai vicino.

    Questo fatto mette in profonda crisi quella che è la radice del sistema capitalista, ovvero l'opportunità di moltiplicare i posti di lavoro al riverberare delle linee di produzione conseguenti al riverbero del singolo bene "x".

    Stiamo andando verso un socialismo asimmetrico, passando dall'altra parte dello specchio infatti troviamo una parte residuale della popolazione mondiale che, senza mettere in opera alcun tipo di ingegno, beneficia di questa asimmetria in modo spropositato, mentre tutti gli altri, sottomessi alla falce oscura del capitalismo, il consumismo, continuano a girare nelle loro ruote da criceto desiderando un bene che è solo in apparenza migliore. 

    L'economia è globalizzata, e la politica locale come risposta è una sconfitta in partenza. Servirebbero dei dazi e delle nazionalizzazioni.

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    3 gennaio 2012

    Roberto Maroni, un uomo.

    Dati Caritas: in Italia gli immigrati regolari sono il 6% della popolazione, il 10% degli occupati, il 9% del Pil. Tutto per altro in perfetta media Ue. Plain vanilla.

    Altro dato importante: gli immigrati regolari hanno il nostro stesso indice di criminalità.

    Vedi tu, la stampa.

    Bastasse la lucidità dei numeri (e delle percentuali) per chiudere l'argomento, e invece no, ci vuole anche la ricezione, e avvolte vien voglia di sbattere la fronte su un chiodo. Evabbeh.

    E nella melma politica in cui giace la nostra democrazia (la stessa, da settant'anni ca) ha un suo senso osservare come i media nostrali facciano passare "carsicamente" alcuni dati scomodi per i loro mandanti, nascondendoli ad esempio fra le pieghe di un quotidiano o nella edizione notturna di qualche tg.

    Comunque, davanti alla seguente notizia non basta ne il sarcasmo ne il disincanto: l'ultimo atto firmato dal penultimo ministro dell'iterno obbliga i nostri immigrati regolari a pagare dagli 80 ai 200 euro per rinnovare il permesso di soggiorno.

    Questo gesto, tradotto dal politichese all'italiano recita più o meno così: Mi hanno informato circa la compartecipazione degli immigrati regolari al prodotto interno lordo, però, se su questo argomento non gronda sangue, la forza politica che rappresento stacca l'asse, quindi, nonostante la congiuntura, li accontento mettendo deliberatamente un bastone nell'unica ruota rimasta a girare.

    Quanto ci costerà questa uscita elettorale? vogliamo fare due conti alla prossima stima della Caritas? 

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