27 maggio 2014

Per fare la politica ci vuole il consenso

Le sorti di un candidato politico sono legate a doppio filo a quelle del partito politico che lo esprime.

Necessita una disanima, che sia oggettiva e soggettiva, per valutare bene quanto uscito fuori da queste elezioni.

Sei mesi fa il partito era sulla breccia, aveva a favore sia la stampa che la cittadinanza, uscito com'era dalla questione dei rondò di viale Nazario Sauro.

Il nostro gruppo consiliare, formato da due consiglieri, con bravura ma soprattutto con la forza della ragione era riuscito a mettere all'angolo il principale partito di maggioranza.

Il consenso dovrebbe indicare la direzione, sarebbe bastato rimanere in traccia con questa questione, cristallizzando la situazione che peraltro ci vedeva all'opposizione in consiglio comunale.

Avremmo mantenuto fede alla questione relativa al nuovo ospedale limitando fortemente quella che è poi stata la deriva dei nostri elettori verso Buongiorno Livorno, causata dalla netta opposizione verso il Pd su tutte le principali tematiche cittadine, ospedale compreso.

Il partito ha invece scelto differentemente, andando verso questo abbraccio mortale.

Fine del ragionamento oggettivo.

Come tutti i candidati anche io ho pagato dazio a questo vento contrario, che comunque non giustifica i termini del mio consenso, che è necessario a valutare compiutamente la consistenza di un qualsiasi politico.

Ho creato questo blog fondamentalmente per due motivi, per informare i miei concittadini sia sugli atti intrapresi in ambito istituzionale che circa tutte quelle novità politiche e sociali che ogni tanto arrivano sul mio feed reader dai quattro angoli della Terra.

Cesseranno sia le une che le altre, le prime perché dalle istituzioni ci sono rimasto fuori, le seconde perché il termine dell'impegno istituzionale mi porta a rivedere l'impiego di tempo necessario a tenermi aggiornato.

Cessa di conseguenza il senso di questo blog, che termina dunque qui, col termine del mio impegno sociale.

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Backuppato in data 27/05/2014

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24 maggio 2014

@votapetrocchi - Il testo, e il perchè, del mio volantino elettorale




Salve, mi chiamo Andrea Petrocchi,

sono uno dei consiglieri di questa circoscrizione e vorrei informarla su quanto ho realizzato durante la legislatura che terminerà il prossimo 25 maggio.

Premetto che son piccole cose paragonate ai bisogni della nostra collettività, cose da consigliere di circoscrizione.
Nella nuova area giochi di villa Fabbricotti era stato inserito uno strano scivolo realizzato senza protezioni laterali che ha causato il ferimento di alcuni bambini. Ho chiesto la sua eliminazione, riuscendoci dopo di due anni di lotte.
Alcune persone sono morte investite sulle strisce pedonali di fronte all'ingresso principale di villa Fabbricotti, ho chiesto la dotazione di due avvisatori luminosi che si sono rivelati efficaci.
Qualcuno ha recintato la grotta in fondo alla villa con dei picchetti a lancia alti un metro e mezzo, pericolosi se scavalcati magari per recuperare un pallone. Ho ottenuto la messa in sicurezza.
Le nuove altalene della area giochi erano sprovviste di cestelli per ospitare in sicurezza i bambini di età prescolare, ne ho fatti montare due.
Ho chiesto la realizzazione della fontanella di acqua potabile in fondo a viale della Libertà, funziona da qualche giorno ed è una struttura importante perché permette alle famiglie di risparmiare centinaia di euro l'anno.
La piazzola che separa via Accademia Labronica da viale della Libertà era diventata un parcheggio abusivo. Ho chiesto la transennatura, l'amministrazione l'ha dotata di panchine nuove e ora è popolata tutto l'anno.
Ho chiesto l'intervento del Comune per sistemare il selciato di via Accademia Labronica, l'atto è stato votato all'unanimità e i lavori stanno partendo adesso.
Ho chiesto all'ufficio del verde pubblico di piantare nuovi alberi quando dovrà procedere a degli abbattimenti così da preservare il nostro patrimonio arboreo per il futuro. Anche questo atto è passato all'unanimità.
Ho infine portato nel consiglio i dubbi di molti concittadini riguardo la nuova viabilità di viale Nazario Sauro. Ho intavolato la vertenza mettendo in minoranza chi difendeva le rotatorie a prescindere.
Le copie di questi atti sono disponibili qui http://andreapetrocchi.blogspot.it/p/fatti.html e presso la segreteria della circoscrizione 3 in via Corsica 27.

Queste sono piccole cose, ma sono anche un metro fedele,

la natura tende per le vie semplici, il 25 maggio eleggeremo il nuovo Consiglio comunale, le chiedo di votarmi, sperando che il mio impegno sia stato all'altezza delle sue aspettative.

Materialmente dovrà prendere la scheda elettorale azzurra e scrivere "Petrocchi" accanto al simbolo di "Sinistra Ecologia e Libertà".

I fatti sono una garanzia più solida delle promesse. Chieda i fatti.

Avrei piacere di incontrarla, le lascio quindi i miei contatti: tel 347-2609780 email votapetrocchi@email.it e twitter @votapetrocchi. In questi giorni farò campagna elettorale in questo quartiere, come adesso che le lascio questo scritto.

Se vorrà darmi la sua fiducia sappia che io ne conosco bene il valore, e che la farei valere dal primo all'ultimo giorno della prossima legislatura.

Distinti saluti,
Andrea Petrocchi.

Quanto riportato sopra è stato scritto, riveduto un milione di volte, poi stampato in migliaia di copie e consegnato personalmente dentro a ogni singola cassetta delle lettere di ciascuna famiglia livornese che abita nella zona compresa fra viale Nazario Sauro, viale Boccaccio, viale Mameli, via Marradi, via Baciocchi, fino a via Roma, via dell'Ambrogiana e via Caduti del Lavoro.

Devo dire che la cosa è più semplice a farsi di quanto non si creda, e devo ammettere che, constatata la risposta, se questa idea mi veniva prima il nostro gruppo consiliare avrebbe elaborato istanze provenienti da zone periferiche rispetto al nostro baricentro, che invece sono state abbandonate dalla circoscrizione durante l'intera legislatura. A riguardo, come ho detto a queste persone, il decentramento funzionava, è mancata la volontà di mettere al corrente le persone circa la possibilità di veicolare correttamente le proprie segnalazioni con questo strumento amministrativo.

Il posta in cassetta è un ottimo modo di fare informazione perché pone le persone nella possibilità di rifletterci sopra serenamente, sedute sul divano di casa.

Questo al netto di quel concittadino costretto, uno su tutti, ad andare a sentire chi è che suona al citofono. Anche il "posta in cassetta" ha la sua piccola forzatura, a parte i portoni lasciati aperti, le cassette delle lettere esterne, e della gente che entrava e usciva.

Ho comunque già deciso che se riesco a essere eletto troverò il modo di ripetere il posta in cassetta almeno a campione, perché è uno strumento formidabile per mettermi in contatto con chi ha un problema o una segnalazione da fare.

Riguardo alla forma del mio scritto questo post si ricollega a quanto detto ieri sul marketing, in questo caso inteso come ciò che non è funzionale alla lettura. Ho fotocopiato il volantino riportato sopra in nero su bianco su un formato a4.

Leggendolo si ha l'impressione di avere in mano la pagina di un libro, apprezzo questa forma perché sono convinto che i colori e le immagini tendano a immancabilmente a disturbare la lettura.

Segnalo la reazione di una signora, che ho trovato in un androne e alla quale ho consegnato il volantino, che lette le prime righe e capito il contenuto politico ha ammesso di cestinare immancabilmente tutti i volantini ciclostilati senza degnarli di uno sguardo.

Questo per dire del marketing e della equazione sbagliata volantino pitturato come un pappagallino uguale successo elettorale assicurato.

Detto questo la cosa importante è il contenuto. Devo dire che in questo senso i cinque anni passati in circoscrizione sono stati fondamentali perché ho potuto illustrare dei fatti, che hanno l'importante connotazione di mettere in parallelo il fatto di essere un politico col fatto di aver combinato qualcosa.

Questo a monito per le generazione politiche future, che siate altruisti oppure cinici, l'unica opportunità di crescita lontana dall'ala protettrice degli Apparati è data dal produrre dei risultati riscontrabili oggettivamente.

Alcuni compagni di partito hanno criticato la mancanza del marchio o l'assenza del cosiddetto santino, ovvero della copia della porzione di scheda elettorale con il marchio Sel e il mio nome a fianco stampato in falso corsivo.

Sono partito da un punto di vista differente, dato che verso la fine del testo c'è scritto come riportare la preferenza, vedo gli eventuali disegnini come una ammissione implicita di avere a che fare con un elettorato incapace di andare oltre la comprensione di un'immagine.

Non ho altro da aggiungere, ringrazio le persone che mi hanno contattato, fra queste ringrazio Nunzia che è scesa in strada a darmi una mano, ringrazio le persone che mi hanno voluto incontrare, e quelle con cui ho scambiato quattro chiacchiere negli androni, a tutti dico che le istanze pervenute sono scrupolosamente riportate su un foglio che ho qui accanto a me, se riesco a entrare datemi una settimana per capire come funzionano i meccanismi e poi iniziamo a lavorarci sopra, senza promesse e coi tempi lunghi della politica, l'importante è cominciare.

La mia campagna elettorale termina qui, comunque vada è stata davvero una bella avventura.

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23 maggio 2014

Il manuale della perfetta campagna elettorale parte prima

La politica è in tutto, è nel modo di piangere del lattante che cerca di attirare a se l'attenzione della madre perché ha fame e nei modi scaltri dalla madre per soddisfare questa richiesta di attenzione in determinati archi di tempo. La politica è nei modi di fare.

Anche una campagna elettorale ha le sue politiche. Per i politici di oggi il marketing è la politica azzeccata, secondo me c'è troppa America in giro, e questa gente l'America se la beve ma è tutta una questione di enzimi.

Critico il marketing pacificamente globalizzato, organicamente standardizzato, che è una tecnica sbagliata da principio perché vuole farti scegliere un prodotto fra varie eccellenze arricchendone la presentazione, che non è merce, e che sempre più spesso giustifica la sua inopportunità finendo per favorire un prodotto discutibile rispetto a un altro eccellente.

Poco tempo prima delle elezioni fioriscono questi prodotti, facce attaccate ai fianchi dei bus, oziose e statiche sui cartelloni delle periferie, opportuniste e sornione dentro alle cassetta delle lettere.

Vanno di pari passo alle inaugurazioni, ai lavori frenetici sulle strade, così come a quelli sui marciapiedi del centro, alla messa in piega del verde pubblico, altre forme di marketing.

Cosicché, al determinato giorno, tutto è pronto e la città è tirata a lucido per la sua liturgia, e queste immagini dei politici che hanno quasi del tutto soppiantato la pubblicità sono il giubilo del circo della dittatura delle immagini.

Tutte quelle forme e quei colori sovraesposte a ciascun contenuto marginalizzano ogni forma di comunicazione, restano li per espletare la loro immagine di maschio ingordito o di femmina bulimica, losanghe borghesi di scimmiottamenti del mondo della pubblicità.

L'ipocrisia sta in questi margini, nella inversione della forma sul contenuto, in queste urla mute della pubblicità delle bolle di schiuma ben incartate, nella pretesa che a tutto questo chiasso corrisponda una risposta differente dal chiedere il perché la politica ci prenda tutti quanti per dei bambini a cui rifilare un Happy Meal.

C'è del marcio nel marketing, e credo sia tempo per una critica luterana, serve salire sopra a questo vecchio modo di mercificare l'assenza di idee, e da quel cumulo di ossa polverose tentare una nuova formula per dare vita osmotica al rapporto fra eletto ed elettore.

A questo fine trovo calzante una frase trovata pochi giorni fa in un articolo di Marco Travaglio: 
« Nelle leggi della natura i predatori tendono a migliorare la specie predata. »
C'è la percezione oggettiva della perdita del senso dell'utilità delle cose, non credo che per la politica ci sia altro spazio oltre a quello di rientrare nell'alveo in cui essa fu creata.

Torneremo alla politica intesa come la root del sistema e non come la sua interfaccia, la politica deve essere quella mano invisibile che migliora la nostra vita di tutti i giorni. 

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20 maggio 2014

@votapetrocchi - La relazione di fine mandato del nostro gruppo consiliare

E così siamo arrivati al "rompete le righe", la nostra relazione di fine mandato conclude i lavori del gruppo consiliare.

Ci tengo a salutare con tutti gli onori l'altra metà del gruppo, il compagno capogruppo Cocchella, un progressista che ha capito che la sinistra prima ancora di essere politica è un modo di vivere la vita con altruismo, inclusività, condivisione e coralità.

E' quasi certo, stante il relativo peso del nostro partito, che la nostra esperienza non sarà replicata in consiglio comunale, e questo, a prescindere da come andranno le cose, mi intristisce parecchio, come intristisce chiudere la bella pagina che è stata questa nostra legislatura.

Riporto di seguito il testo della relazione di fine mandato diramata alla stampa:
Livorno, 15/05/2014 CS: RELAZIONE DI FINE MANDATO DEL GRUPPO CONSILIARE SEL LIVORNO Questa mattina presso la sede della federazione di via Gori il gruppo consilare Sel ha incontrato i media locali per rendicontare i cittadini livornesi circa quanto prodotto durante la concludenda legislatura. Presenti i due consiglieri Andrea Petrocchi e Luigi Cocchella, fra gli atti più importanti prodotti in questa legislatura figurano la mozione sulla messa in sicurezza della rotatoria di viale Nazario Sauro, che ha dato il via a tutta la cronaca conseguente; l'atto sulla installazione del dissuasore luminoso lungo l'attraversamento di viale della Libertà all'altezza dell'ingresso al parco pubblico di villa Fabbricotti, che ha interrotto la sequela di investimenti, alcuni dei quali mortali; l'eliminazione del cosiddetto scivolo trappola di villa Fabbricotti, che per la sua conformazione senza spallette laterali è stato causa di lesioni anche gravi fra i piccoli frequentatori del parco; la rimozione dei parcheggi blu da Largo Vaturi che per la sua prospicenza al centro cittadino avrebbe trasformato la piazza in un parcheggio di prossimità espropriandola inoltre dalla fruizione dei residenti; l'intervento di riqualificazione di via Accademia Labronica e la realizzazione della fontanella di viale della Libertà, entrambe oggetto della cronaca cittadina di questi giorni. Il gruppo sottolinea che la maggioranza di questi atti è stata approvata dal consiglio all'unanimità. Con l'occasione, dato che Sel, credendo nella funzione formativa contingente alle amministrazioni circoscrizionali, ha candidato alle prossime amministrative tutti i suoi consiglieri attivi partiticamente, sono state rivolte ai consiglieri alcune domande di cronaca politica, che hanno riguardato il tema dei rifiuti e del porta a porta in particolare. "La politica cittadina ha passato gli ultimi anni a guardarsi l'ombelico - sintetizza Petrocchi - e circa questa fattispecie non si accorge che a 50 chilometri in linea d'aria c'è il comune di Capannori, in provincia di Lucca, cinquantamila persone (un terzo della popolazione Livornese) guidate da una giunta dello stesso colore della nostra, che col "porta a porta" è arrivato a differenziare il 90% della spazzatura, e i cui cittadini pagano la tassa dei rifiuti fra le più basse in Toscana. Livorno non è su Marte, basta chiedere a loro come hanno fatto." Cocchella chiarisce: "La prossima amministrazione ha il compito importante di stilare il prossimo piano della mobilità, non è più possibile andare avanti a interventi a macchia di leopardo come è stato fatto durante questa legislatura." Il gruppo consiliare Sel della circoscrizione 3.
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@votapetrocchi - L'Uaar intervista Andrea Petrocchi

Riporto di seguito il testo della mia intervista, si è parlato di scuola e di universalità:

Domanda: Nei nidi e nelle scuole materne comunali vige il principio di laicità e il rispetto per le diverse culture, ma l’accesso è di fatto a numero chiuso, con lunghe liste di attesa, giustificando ciò con la mancanza di soldi e coi tagli del governo; tuttavia in contemporanea si finanzia abbondantemente la scuola paritaria.

Risposta: E' mia profonda convinzione che la situazione attuale sia soltanto in parte colpa della crisi, chi di noi non si è imbattuto in sperperi di risorse pubbliche, le nostre tasse, parte di quanto diamo in attesta che torni indietro per la nostra assistenza che va invece a finire altrove? Per come la vedo io viviamo in una nazione pazza, abbiamo la stessa tassazione elevata del sistema scandinavo e lo stesso welfare degli stati liberali, la differenza è malaffare. Alzi la mano chi di noi rinuncerebbe a una parte cospicua del proprio sostentamento (le aliquote Irpef partono dal 23%, è quasi un quarto del percepito) per non avere niente indietro? La cosa, già intollerabile di per se, è aggravata dal gap accumulato dalle nostre strutture pubbliche. Si parla delle odiose liste di accesso ai nido comunali, io vorrei che i miei concittadini la conoscessero bene questa storia, l'anno scorso sono stati lasciati fuori 150 bambini. Approfondiamo le dinamiche di questa rinuncia sociale, sia dalla parte delle famiglie del bambino, e alla conseguente frizione fra il diritto del bambino a vivere serenamente la sua fanciullezza e l'obbligo dei genitori a portare il pane a casa, riflettiamo sul diritto dei nonni, per chi ha la fortuna di averli ancora e in salute, costretti a rimettersi ventre a terra e a crescere il bambino al posto dei figli. Pensiamo alle rette dell'asilo privato e alle conseguenze anemiche sui portafogli dei genitori che non hanno una famiglia alle spalle, e pensiamo infine ai diritti del bambino, costretto a radicarsi nella vita attraverso la terza età e non fra i propri simili, come invece dev'essere, e al gap sociale che consegue a questa scelta obbligata. Sono le conseguenze per quei 150 figli della nostra società. Nel 2013 il nostro comune tramite la Regione ha dato centomila euro alle scuole parificate, enti privati, esclusivi (entri se paghi) che a causa di questa esclusività non possono rispecchiarsi nella universalità che è la nostra società, maturando quindi il diritto a chiedere sostentamento limitatamente a quella esclusività. Tengo per me la critica verso le logiche clientelari delle sacche di capitalismo assistito a discrezione, ma se quei centomila euro fossero rimasti nella nostra disponibilità avremmo assunto il personale necessario ad assorbire almeno un terzo di quei 150 bambini, con ricadute benevole sia sui nuclei familiari dei bambini che su quelli delle famiglie di provenienza delle nuove assunzioni. E' andata differentemente anche perché siamo stati in pochi a combattere questo comportamento, fossimo stati molti la politica, che lo sa di essere nostra espressione, avrebbe ceduto.

D: Quest’anno, grazie alla legge di stabilità 2014 che ha modificato la legge 222/1985 che regolamenta l’8 per mille, lo Stato può destinare il proprio 8 per mille— oltre che a «interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali» — anche per «ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica». I candidati per le amministrative 2014 si adopereranno perché si presenti domanda per usufruire dell’ 8 per mille statale indicando come progetto da finanziare un intervento di edilizia scolastica?

R: Mi sono già attivato, il “via” è stato l'articolo letto sul vostro sito nazionale, quello che riprendeva la campagna “Occhio per mille”, ho contattato la vostra responsabile territoriale e insieme abbiamo cercato di fare più baccano possibile per sensibilizzare i nostri concittadini riguardo una novità tanto importante. Da una ricerca parallela (in Italia ancora non disponiamo di dati ufficiali) pare che il 45% dei plessi scolastici non sia a norma, mancano perizie antisismiche ed elettriche, stiamo mandando i nostri bambini a studiare fra le cinque e le otto ore al giorno a seconda del modulo per cinque giorni alla settimana per nove mesi l'anno in plessi che nella metà dei casi non sono sicuri. Con l'8 per mille allo Stato possiamo risolvere il problema in pochi anni (l'8 per mille rastrella un miliardo di euro ogni anno, al momento viene stornato quasi interamente verso la confessione cattolica). Abbiamo fatto un comunicato stampa, a cui è seguita la consegna di un sunto all'urp del comune e alla consegna a mano al sindaco uscente durante un'assemblea pubblica durante la quale ho personalmente descritto la cosa minuziosamente sia al sindaco che all'assessore al bilancio. Abbiamo fatto poi una conferenza stampa che è stata ripresa dai media, e quando ci siamo accorti che l'amministrazione uscente non ci filava abbiamo girato tutto al candidato sindaco della coalizione di centro sinistra. Ultimamente una lista in coalizione con “Buongiorno Livorno” ha ripreso questa nostra battaglia, col merito di continuare l'opera di sensibilizzazione verso i nostri concittadini. Sapere e non agire è molto peggio di non sapere.

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14 maggio 2014

@votapetrocchi - Porta a porta, Livorno non è su Marte

La politica livornese ha passato molti anni a guardarsi l'ombelico, finendo col perdere di vista, per sbaglio o per volontà, il confronto con le altre amministrazioni vicine.

Davvero un peccato, perché a Pisa in questa legislatura, nonostante soffiasse lo stesso vento contrario della recessione economica nazionale, l'amministrazione ha lavorato bene, e molti suoi comuni in questi cinque anni hanno fatto passi da gigante su tematiche fondamentali quali quelle ambientali e della vivibilità cittadina.

Così che, mentre oggi in territori a noi prossimi si vive meglio rispetto a cinque anni fa, noi giriamo la boa ritrovandoci sostanzialmente in linea col lustro precedente.

Il nostro arroccamento è dimostrato dalla portata delle nostre discussioni, prendiamo ad esempio il tema dei rifiuti urbani, tanto per dirne una, il dibattito cittadino ha preso in questi giorni la temuta piega della critica verso la sperimentazione del porta a porta (costa troppo, ci aumenteranno la tassa sui rifiuti, la raccolta settimanale ci riempie la casa di sgradevoli odori).

Se soffriamo di un ritorno economico inferiore al costo delle forze impegnate, se ignoriamo il costo dell'incenerimento dei rifiuti in termini di spesa sanitaria, se pretendiamo di reinventare quanto è invece da assimilare da terzi è perché stiamo ripudiando ogni rapporto osmotico coi territori vicini.

E la cosa è assai poco universale.

Invece, a una cinquantina di chilometri in linea d'aria da noi, lavora una amministrazione, quella di Capannori in provincia di Lucca, che in un certo senso il porta a porta l'ha inventato, e che oggi è al 90% di raccolta differenziata, mentre la sua popolazione, un terzo circa di quella livornese, paga le tasse sulla spazzatura meno care della regione.

I nostri problemi odierni sono gli stessi risolti a Capannori anni fa, per superarli basta andare a sentire come li hanno superati loro, il fatto che il loro sindaco sia stato espresso dallo stesso partito che guida la nostra amministrazione dovrebbe agevolare le cose, oppure quella sigla cela un caso di omonimia?

I tempi della scuola e dei compiti in classe sono finiti per tutti da un sacco di tempo, ma pare di percepire la stessa latenza dello scolaro vagabondo incerto sul copiare dal compagno secchione per paura di finire al primo banco.

La stessa latenza inoculata invece dagli interessi calpestabili dal futuro che avanza che si fanno lobby. Anche in questo a Capannori ci sono stati precursori.


 
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7 maggio 2014

@votapetrocchi - La mia campagna elettorale al giro di boa

Siamo sulla cima della collina, mi giro indietro e vedo la partenza (bagnata, i giorni scorsi ha piovuto e parecchio) guardo avanti e vedo la valle, il traguardo, il 25 maggio, una fila a perdita d'occhio, le elezioni.

Mi sono preso delle strane ferie a singhiozzo, fortunatamente devo rendere di conto di questa stranezza a delle persone che mi stanno dimostrando amore senza mezze misure, e che mi stanno consentendo di fare campagna elettorale tutte le mattine. Ovviamente ricambierò.

Il mio rullino segna un'infinità di strade girate e una cifra simile ancora davanti, stradine strette, qualche vicolo, strade che sembrava d'essere in campagna, strade lunghe, noiosissime e piene di traffico, strade borghesi, le case popolari, coi portoni segnati e gli intonaci sbeccucciati, quelle dei ricchi coi portieri e le aiuole fiorite.

Manca il decoro, quello che è obbligatorio avere quando non ti è rimasto quasi niente, guardarsi allo specchio la mattina, farsi la barba, avere cura di mantenere almeno la propria dignità nel proprio aspetto quando si è insieme agli altri, e non riscontrare un decoro simile da parte dell'ente che ha cura della casa in cui vivi. E' irriguardoso perché basterebbe poco.

Ho incontrato molte persone, non ho ancora trovato un solo cenno di chiusura, la politica che muove questa mia campagna elettorale è sobria, scevra da tattiche di vendita, il mio opuscolo, una pagina, è uguale alla pagina di un libro, trasmetto esclusivamente il mio messaggio.

Divoro chilometri a piedi, ripasso davanti a posti che avevo dimenticato, ieri ho rifatto pari pari la strada che facevo per andare alle medie, sui marciapiedi che calpestavo trent'anni fa, dalle mie parti il tempo non è passato, stessi marciapiedi, stessi palazzi, stringo mani, ascolto, annoto.

Nessuno sta seguendo la mia rotta, credo sia una rotta che nessuno batte più da un sacco di tempo, però io veleggio tranquillo, e tocco queste isole, col sole gentile che mi fa compagnia, questa barchetta a vela, e sotto le acque blu, profondissime.

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5 maggio 2014

Il culo della velina Bacchiddu non è sinistra (e neanche politica)

Tsipras, in bikini per le Europee: l'ironia della portavoce
« Ciao. E' iniziata la campagna elettorale e io uso qualunque mezzo. Votate L'altra Europa con Tsipras. (*) »
Facciamo un salto indietro a prima dell'invenzione del denaro, a quei tempi vigeva il baratto e ci si scambiavano le cose, sempre mercato era comunque.

Adesso veniamo ai beni oggetto del virgolettato, la foto di cui sopra, spammata trasversalmente sui media senza pietà. L'idea è quella di sparare nel mucchio, un mucchio grande come l'intero elettorato, con l'atteggiamento ipocrita di chi punta di concludere l'affare cercando di buttarla in simpatia. Il venditore che si vende al posto del bene proposto, che in questo caso è la politica di Tsipras. Quindi si parla di marketing.

E ogni volta che un politico di sinistra ricorre al marketing muore un Che Guevara.


Ora, effettivamente qualche bontempone per niente interessato dalla politica sarà colpito da questo messaggio, quello che mi domando è quanto la sinistra abbia bisogno di questo tipo di elettore.

Al netto dei velinismi indotti dalla nostra cattività nella presella Berlusconiana, guardo quella ragazza e mi torna in mente quanto letto tempo fa, quando ai primordi della storia le femmine degli ominidi, che non potevano cacciare perché limitate in questo senso dallo svezzamento dei piccoli, erano obbligate a vendersi ai maschi per ottenere il cibo che questi riportavano dalla caccia.

Quella foto, oltre ad essere apolitica e populista riporta la donna allo stesso tipo di baratto, un pasto per un voto.

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La frammentazione partitica da tutti i punti di vista con un'idea per superarla

In riferimento a certe dinamiche osservabili per altro a ogni latitudine e longitudine partitica, capita spesso che delle minoranze interne, animate per altro da nobili scopi ma però prive di lungimiranza finiscano col fuoriuscire dall'alveo democratico del partito di appartenenza pletorizzandosi in partito nuovo che nove volte su dieci finisce per connotarsi più per lo sparare palle incatenate verso il partito di provenienza che per altri motivi.

A monte di questa scissione c'è la mancanza dei numeri necessari a ribaltare la situazione in modo democratico, chi opera per gli interessi del Partito dovrebbe a questo punto tornare in traccia limitandosi al ruolo di minoranza interna, il discorso però non è così facile, e secondo me verte sulle regole democratiche interne a quel partito.

Una buona regola per conservare la monoliticità potrebbe essere quella del voto a "quasi" unanimità, perché, al netto delle frange estreme, marginalizzabili in quel "quasi", il voto alla quasi unanimità obbliga la maggioranza e la minoranza al dialogo e alla mediazione. Secondo me, molti dei casi sopra riportati sono conseguenti alla frustrazione della minoranza nel non veder riconosciuta la propria rilevanza, cosa indotta da maggioranze più risicate.

Ovviamente la soluzione a questo schiacciamento sarebbe pagata dal punto di vista della minore reattività.

Il problema è comunque da porsi, perché alla fine il risultato più evidente è il grossissimo regalo fatto al principale partito dello schieramento opposto, che senza battere ciglio beneficia dai minori numeri del partito avverso.

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