26 novembre 2012

Aggiornamento sospeso causa gravi motivi di famiglia

Nel rispetto delle persone che seguono questo blog, avviso che oggi 26 novembre 2012 ne sospendo l'aggiornamento a causa di gravi problemi di famiglia.

Ringrazio e saluto i miei lettori, arrivederci, a presto spero.

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@andreapetrocchi

22 novembre 2012

Le primarie cambieranno il Pd?



La sensazione che dà il Pd osservato da molto vicino non è quella di un singolo partito politico ma piuttosto di una grande coalizione le cui dinamiche interne rimandano a quella grossa perturbazione centripeta che perturba la superficie di Giove, con le correnti che si contorcono e si compenetrano bilanciandosi possentemente creando quel caratteristico occhio rosso. Al di là del percepito immobilismo fino ad oggi il Pd è stato un Partito perturbato.

In questo contesto le primarie di domenica prossima saranno davvero un evento epocale, perché potrebbero essere gli elettori a dare la sterzata a destra o a sinistra, verso le idee liberali o quelle socialdemocratiche rappresentate da Renzi o da Bersani.

Non a caso ho utilizzato il verbo "rappresentare". In realtà ha ragione Gilioli, se osserviamo in traslucido la carta d'intenti delle primarie troviamo i profili di Monti e di Napolitano, che piegheranno politicamente qualsiasi risultato uscirà dai seggi. Va precisato che in questo contesto, che lega ciascun candidato agli intendimenti di Napolitano, Renzi è comunque molto più fedele ai liberali di quanto non potrà mai esserlo Bersani per i socialdemocratici.

Al di la dei paletti, la portata di questo evento si presume comunque eccezionale, la restituzione del controllo alla base del partito comporta delle variabili da effetto farfalla in grado di prevaricare quelle che sono le indicazioni ex ante di questo voto, nel senso che un risultato netto potrebbe essere politicamente debordante, sommergendo politicamente l'argine contenitivo. Questo perché la volontà elettorale difficilmente potrà svincolare i comportamenti politici futuri di questo partito senza compromettere in modo definitivo il rapporto di fiducia fra delegante e delegato.

Insomma, le primarie possono concorrere a causare la vittoria e la sconfitta di questo o quello schieramento interno al Pd, restituendo così questa massa tumultuosa all'universo dei partiti normali. Sarebbe un frutto tardivo della cosiddetta seconda Repubblica, restituire alla comunità una controparte eticamente ed ideologicamente unitaria, al posto della psicopatica Idra di Lerna vista fin qui.

E' una possibilità, e soprattutto un augurio. Staremo a vedere.

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#PBersani2013
#Renzi2012
#primarie
#politica

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20 novembre 2012

Luigi De Magistris e la Lista Arancione

Luigi De Magistris
(fonte Wikipedia)
La notizia più bella di questo ultimo scorcio di 2012 è sicuramente il lancio della Lista Arancione di Luigi De Magistris, che avverrà a Roma il prossimo 12 dicembre.

Dopo tanti tentativi abortiti, da Alba a quello più recente di SuLaTesta, tocca all'ex magistrato tentare l'alchimia di coagulare in una unica lista l'area socialdemocratica italiana utilizzando un soggetto politico nuovo.

Lo spazio non manca, dalla sinistra del Pd, alla luce di quello che sarà il risultato delle primarie di domenica prossima, all'area libera di Sel, per non parlare di quella larga parte di elettorato che attende da tempo un progetto decente da votare.

La Lista Arancione sarebbe inoltre l'approdo naturale per la sinistra dell'IdV, gente oggi nel bel mezzo della traversata del deserto, che potrebbe vedere in questo progetto un naturale sviluppo del cammino fatto.

In questo senso è degna di nota la battuta di De Magistris, registrata dal quotidiano online ControLaCrisi e ribattuta nel post (lincato in basso come al solito):
« Sto tendendo una grossa mano politica. Ci sono stati tanti errori, perché allora non mantenere il buono dell’Idv in un altro soggetto politico?»
Unica stonatura, secondo chi scrive, è la volontà, riscontrata nello stesso articolo, di limitarsi a raccogliere il voto di dissenso. Il raggranellare i voti dei "non allineati" e cioè di quella parte di elettorato contraria al governo Monti, non mi pare un atto sano. In grandi linee il riunire sotto lo stesso tetto gente affratellata dal solo essere contro qualcosa secondo me non scalda i cuori, specie a sinistra. Molto meglio una rotonda comunione d'intenti.

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#DeMagistris

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13 novembre 2012

Di Pietro, Cristo e Barabba

Marruccio (IdV)

Ottima analisi quella fatta stasera da Lerner su Antonio Di Pietro, pienamente condivisibile.

Condivido la critica agli stucchi contadini che Di Pietro ostenta durante le sue occasioni pubbliche, e sono ancora più d'accordo nel censurarlo quando millanta l'astuzia come una virtù.

Critico queste due maschere di Di Pietro proprio perché di due maschere si tratta, e come molti italiani vorrei che questo politico le gettasse, per farsi osservare come realmente è, con i pregi e i difetti, sia caratteriali che di concetto.

Credo che nel bene o nel male di ciò che ne risulterebbe, osservare un politico libero dalla impacchettatura del marketing sia un diritto connesso al diritto di voto di chiunque. E il gettare la maschera, dannato marketing, porta sicuramente dei benefici per demeriti altrui, perché, vado a memoria, nessun politico italiano ci mostra il suo "io" politico.

Cosa temibilissima il marketing, che qui in italia ha trovato un filone profittevole nella italica debolezza di dare credito alla simpatia. Alcuni politici (soprattutto uno, l'alter ego di Di Pietro) con la simpatia e il marketing è riuscito a governarci per delle legislature.

Ora che la sagoma politica di Berlusconi è stata riposta in soffitta - sostituita da un tipo col quale nessun italiano vorrebbe passare il fine settimana - il Di Pietro simpatico e guascone finisce per fare il paio con l'anti berlusconismo dipietrista, che ha mandato in bolla l'IdV durante l'era berlusconiana, ma che oggi è un pallone sgonfiato dall'eclissi di Berlusconi, nel senso che tutte quelle persone che si sono unite all'IdV attratte dalla schietta e motivata avversione a Berlusconi, oggi che Berlusconi non c'è più non trovano stimoli per sentirsi rappresentati, e così come sono entrati gonfiando le fila degli elettori, oggi che Berlusconi non c'è più si defilano, riducendo il Partito a quello che è, non per questioni di demerito di qualcuno, è solamente una pagina di storia che si chiude e che svincola le parti dalla comune solidarietà.

Viviamo un periodo politicamente incerto, Grillo, le primarie che rischiano di lacerare il Pd, coniugato con l'incertezza sulla legge elettorale che ad ogni gossip fa vorticare i gruppi parlamentari come dei fogli di carta in una giornata di libeccio.

E' il momento dei grandi cambiamenti, credo che per l'IdV non ci sia stato periodo storico più opportuno per girare pagina, affinandosi, senza cambiare. E' come se fosse giunto il momento di formare la crisalide, il passaggio da partito personale in qualcosa di più delimitato è di più democratico.

Anche in questo verso Lerner ci aiuta, facendoci riflettere, amaramente, quando chiude con un saggio ammonimento:
«Diffidate dai partiti personali, sempre e comunque!»

#IdVStaff

9 novembre 2012

IdV - i guai di Di Pietro dimostrano i limiti dei partiti post ideologici

Parti Socialiste

Riporto di seguito l'interessante ragionamento di un compagno, si tratta di un parallelo fra la concezione assolutistica della politica italiana riguardo se stessa e quello che invece accade al di fuori dei nostri confini, in Francia per esempio.

Consideriamo un partito francese, quello socialista, ed uno italiano, l'Idv, quest'ultimo preso alla bisogna dati i recenti trascorsi, ma, ne converrete con me, il discorso è estendibile a quasi tutto il panorama politico italiano.

Il Parti Socialiste sarebbe considerato da noi come un qualcosa di superato, difatti, basta leggerne il nome, c'è dietro un'ideologia, quella socialista. Da noi con una impalcatura ideologica simile resistono soltanto i comunisti (freschi di scisma dilibertiano) e quel che resta del Psi.

Il resto è marketing, ce lo dice l'etimologia della parola "partito", derivante dal latino "partìri" che significa "dividere", aggregarsi con persone dotate di gusti comuni MA diversi dall'universale. Da qui derivano molte cose, fra le quali il fatto che i partiti "moderni", quelli post ideologici, riassumendosi in un guazzabuglio con dentro tutto e il suo contrario, semplicemente non sono partiti. L'etimologia non ammette deroghe.

Ma veniamo al famoso parallelo:

Quando nel maggio del 2011 è scoppiato lo scandalo Strauss-Kahn sono bastate le dimissioni del politico, candidato socialista per le presidenziali, per sganciare il Partito dalla relativa parabola discendente, tant'è vero che un anno dopo i socialisti hanno vinto comunque con François Hollande.

Passiamo lo sguardo a casa nostra e proviamo a trasporre quanto successo fra Strauss-Kahn e il PS sulla testa di Di Pietro e dell'IdV, dove alla ipotesi del ritiro a vita privata dell'ex magistrato corrisponde la dissoluzione dell'apparato.

Quando basta ciarlare di vecchie magagne per minare alle fondamenta un intero Partito il significato che se ne può dedurre è che il solo collante di tutta la faccenda si riduce alla stima verso la tale persona - finita quella fine del Partito - mentre quando si passa dalla persona al concetto, al tramontare della figura, dedotte le opportune conseguenze, se ne esce facendo emergere una figura successiva, perché il concetto è più forte della persona.

E non mi pare un pregio da poco.

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#IdVStaff

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Circoscrizione 3 - depositata una mozione sugli sversamenti della terrazza Mascagni, giovedì 29 si vota!

L'appuntamento è per il 29 alle ore 21:15 nella sala consiliare della Circoscrizione 3 in via Corsica 27.

Sarà presente l'assessore Grassi, voteremo, fra le altre cose, anche la mozione sotto, scritta a quattro mani con Paolo Cascinelli del comitato Vivere il Centro, riguardante l'annoso problema degli sversamenti di liquami dalla fognatura che sbocca sul fianco sud della terrazza, che - secondo me - è la principale responsabile dei due divieti di balneazione erogati dal sindaco l'estate scorsa.

Segue la scannerizzazione dell'Atto.

clicca per ingrandire


Aggiornamento Qui per sapere com'è andata a finire



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#circoscrizione3

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6 novembre 2012

Il tagliaerbe


Sarà old fashion, ma ha sempre un suo perché.

Visita pastorale in Cile del 1987, Karol Wojtyla e Augusto Pinochet, il pastore di un miliardo di anime ritratto con il mattatore di dodicimila desaparecidos.

Provate a contare fino a dodicimila, è lunga. Ogni numero è un ragazzo o una ragazza, uccisi dentro alle carceri, gettati nell'oceano dai voli della morte, resistenti alla junta militar.

Ricordo anni fa, quando a catechismo ci parlavano di Dio e del dogma sulla sua impossibilità ad avvicinarsi alle persone impure. Discorso dotato di una sua logica, eppure là sopra c'è il suo rappresentante in terra a colloquio addirittura con un assassino.

Per una persona dotata di un sano senso critico il prossimo passo non può essere che la critica organica alla intera istituzione della chiesa cattolica, dal suo vertice fino all'ipocrita si fa vivo per la messa di natale.

Qualcosa non torna, o era la catechista a sbagliarsi, e magari nelle sacre scritture c'è una deroga per determinate dittature, una postilla irrilevante per dei ragazzi da cresimare, oppure, altra ipotesi, Dio c'è, e non cammina con questa gente.

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#religione

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2 novembre 2012

IdV, la barca è sugli scogli e i topi sciamano via

Durante questi pochi giri di lancette dalla puntata della Gabanelli sul mio Partito e sulla persona che ne è stata il catalizzatore fondante, abbiamo osservato gli interventi di alcuni dei padri nobili della controcultura italiana, seguiti poi da altri interventi, provenienti questa volta dal ventre dell'IdV.

Mentre i commenti dei primi, Grillo e Travaglio, hanno riportato alla luce i lati positivi della figura politica in questione, esercizio utile per valutare compiutamente il valore della persona in oggetto, gli altri, Donadi e Pardi, hanno invece colto questa fase di debolezza del presidente per colpirlo alla figura.

Stigmatizzando a priori quello che è oggi il silenzio di chi al presidente è stato storicamente più vicino, in riferimento alle uscite di Donadi e Pardi devo invece dire che mi rattrista tanta aggressività, soprattutto se vista contestualizzandola in questi momenti, perché la trovo pretestuosa, leggo in questi comportamenti il tentativo della ricerca di una scena, cosa assai distante dalla volontà di contribuire a fare chiarezza sulla questione. Mi sembra insomma di scorgere dietro a queste uscite il tentativo funzionale al marketing e ai tornaconto pubblicitari di chi si affanna a piazzare per primo il prodotto sul mercato per cercare di riempire un vuoto.

Credo si stia assistendo ad un ennesimo lascito della nostra incerta storia democratica. Adesso che il leader è caduto, non si serrano i ranghi in cerca di conforto, non si tende alla ricerca di una soluzione, ma si esce a raggiera all'esterno del Partito ribattendo i propri aut aut.

E' un comportamento lontano dalla ragione che credo debba caratterizzare il prototipo del politico, lo trovo più simile alle leggi del regno animale, è come se all'odore del sangue appena rappreso sulle ferite del maschio alfa gli altri maschi finiscano per cedere agli istinti ancestrali, ed all'arricciare del naso a quell'odore di morte si finisca col litigarsi la carcassa fumante di Antonio Di Pietro.

Report ha riportato d'attualità quello che è un problema evidente almeno dal congresso del 2010, che è poi la somma di molti problemi, rafforzati dal tramonto della figura politica di Berlusconi, dalla dipendenza osmotica che lega in antitesi Di Pietro a questa figura, ed alla imposizione, naturale, causa inutilità, di scucire la politica del dipietrismo anti berlusconista dalla esteriorità dell'Italia Dei Valori, perché questo ha smesso di garantirci un extra iniziando a zavorrare il nostro gradimento. Come ho detto altre volte, da un po di tempo abbiamo iniziato a puzzare di vecchio.

Il peccato originale del nostro timoniere è comunque stato quello di ostinarsi a far crescere il Partito innestando talee esterne alla sua corteccia, che è radicata in Mani Pulite, nei girotondi e nella società civile, e che ha fatto affluire le brave persone, quelle che soltanto in noi hanno potuto riconoscersi, gente che è agli antipodi siderali dai suddetti innesti, da Razzi, Scilipoti, dai mercanti di tessere, personaggi giunti da noi già tarlati dalla partitocrazia.

La nostra gente, credo verosimilmente, non ha allo stesso modo mai potuto patire la figura dell'uomo-Partito, i molti collassi democratici travestiti da acclamazioni ed i ruoli dirigenziali spesso appaltati ad amici e parenti. La cambiale scaduta oggi, salatissima, consiste nella somma di queste opacità.  

Tutte verità, e quanta tristezza per i simpatizzanti, per i nostri militanti e per gli elettori, umiliati pubblicamente prima con i Razzi e gli Scilipoti, dopo con quanto successo nel Lazio e in Liguria, costretti a vedere il patibolo mediatico di Report con le sue storie trite e ritrite, ed infine basiti davanti al comportamento dei quadri del Partito.

Ma il disfattismo non ci serve, questo momento deve essere affrontato coesi, in maniera costruttiva, ne va della nostra storia. Sarò naif, ma rispondere a questi problemi con i ciclisti in fuga mi sembra l'atteggiamento peggiore per il Partito, serve invece che ognuno si ponga delle domande e ci rifletta pacatamente, che proponga la sua visione del futuro, e serve che queste idee si confrontino e si condensino, democraticamente, e che il popolo dell'IdV sia libero di scegliere la sua strada.

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#IdVStaff

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