25 ottobre 2012

Il sonno della indignazione genera mostri

Elsa Fornero (fonte foto Wikipedia)

Pur guardandomi bene dall'evocare i fantasmi del passato, mi trovo ad osservare, non senza amarezza, una delle contingenze dei nostri tempi, e il parallelo fra questi due periodi mi mostra quanto la controriforma stia cambiando la nostra società.

Non c'è bisogno di scomodare né GoyaStèphane Hessel per capire che gli atti dei nostri governanti, nefasti per la stragrande maggioranza della popolazione, sono da qualche tempo accompagnati da una sfrontatezza sopra le righe.

Il ministro Fornero nella fattispecie, un prototipo temibile del neo conservatorismo liberista, ha preso da qualche tempo ad usare le categorie sociali più deboli come degli sparring partner per allenare i suoi artigli di arpia.

Il finto pianto, mediaticamente servito alle italiche comari, un sudario frapposto fra le apparenze e le intenzioni della ministra, è stato il suo tetro biglietto da visita, lo specchio del suo cinismo, mentre la creazione di un esercito di zombie, carne umana ibridata fra il lavoro e la pensione, è stato il compimento del suo mandato.

Ma c'è ancora un cadavere sulla scena del delitto, è una prova e va coperto. Stesso mezzo, una bella uscita "tranchant" via etere ad uso e consumo delle stizzibili comari, e la vittima è accusata di essere l'assassino. Pratica invero affatto nuova fra i neocon.

Il messaggio criptato è il seguente: Le percentuali bulgare di disoccupazione giovanile e le milioni di vittime del precariato non sono il risultato della controriforma, che ha lasciato a marcire sul posto di lavoro i sessantenni, posti che spettavano di diritto alle giovani generazioni di lavoratori, ma delle vittime, dei giovani, che sono diventati Choosy, schizzinosi. Scusate, ma "Vaffanculo!" non glie lo dice nessuno? Tutti col telecomando in mano a vedere J-R??

E' questo stagno silente che è diventato negli ultimi tempi il nostro palcoscenico sociale a fornire al ministro tanta sfrontatezza.

Serve una forte indignazione, perché quel lorfio aggettivo aglosassone apposto davanti alla evidenza di un mercato del lavoro saturo e deflazionato, non è una pessima uscita, ma un'uscita mirata a scaricare una colpa.

Ma oggi è tutta un'altra storia, e la Fornero, pericolosissimo prototipo del neo conservatorismo, può continuare a smembrare il diritto dei lavoratori, mentre una platea di anestetizzati è intenta a giudicare una generazione di giovani fancazzisti.

Non ci sono più argini, e il liberismo deborda, ci investe, ci vince e ci spazza via, e nel mentre dipinge barba e baffi sulle facce dei nostri cadaveri.

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#resitenza

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24 ottobre 2012

The left wing

Gran parte del merito di tutte le sconfitte sociali impartite dai due governi liberisti della XIV legislatura va imputata alla mancanza della sinistra storica nel nostro emiciclo parlamentare.

La sinistra termina al Pd, il partito di Letta e Fioroni, della Confindustria e dei movimenti cattolici.

Con un tale scompenso rappresentativo come sarebbe potuta finire differentemente?

Il risultato è allo stesso tempo una dura lezione per gli indifferenti e per la sinistra sociale ed il suo Aventino, e un monito per il futuro.

Parafrasando Montanelli questa legislatura deve essere un vaccino che ci eviti il ripetersi di una simile sciagura!

Il 2013 é domani, un'altra legislatura col Pd come sentinella sarebbe un colpo letale per i nostri beni comuni.

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#CantiereSinistra

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17 ottobre 2012

Scozia, Fiandre, Catalogna, emerge l'Europa dei popoli


«Al modificarsi di alcuni eventi io cambio il mio modo di pensare.» John Maynard Keynes
Dovremmo interrogarci circa alcuni dogmi stampati all'interno delle nostre consuetudini, e riflettere se il nostro modo di pensare non ci porti qualche volta fuori tempo rispetto agli aventi storici, cose che sembrano granitiche nella loro consistenza e che si rivelano invece fluide, che cambiano, in modo tanto impercettibile quanto inesorabile, ed alle conseguenze che questi fatti hanno sul nostro modo di vivere.

Che cosa accomuna la Scozia, le Fiandre e la Catalogna?

Al netto della xenofobia che ha deviato, ammorbandolo, il percorso della Lega Nord, se contestualizzassimo la vertenza federalista con quanto oggi chiesto da altre regioni europee, come appunto la Scozia, le Fiandre e la Catalogna, col bisogno di questi popoli di uscire dagli steccati angusti dei relativi Stati per sfociare nell'alveo dell'Europa, ansa scavata attraverso il novecento, inquadrando poi il tutto dal punto di vista economico, tralasciando l'ambito democratico (che seguirebbe) riflettendo sui benefici che la dissoluzione degli Stati porterebbe nelle tasche dei concittadini europei (come argomentano appunto scozzesi, fiamminghi e catalani) siamo ancora certi che quello federalista sia un percorso sbagliato?

Riguardo poi al nostro orgoglio patriottico, siamo sicuri che il toscano sia orgoglioso di essere italiano quanto di essere tale? Davvero il lombardo percepisce il siciliano o il campano come un fratello sotto alla stessa bandiera? E da quando? E i secoli di guerre che ci hanno insanguinato dal Medio Evo fino al Risorgimento? E i campanilismi fra città e città? E l'apartheid a cui sono stati sottoposti i nostri concittadini del sud che salivano al nord per lavorare, i cosiddetti "terroni", gli "altri" fino a quando "gli altri" non sono diventati gli albanesi, i magrebini ed il restante sud del mondo conseguente alla globalizzazione liberista?

Quanto del nostro collante nazionale è frutto della retorica? quanto è invece propaganda?

Dimentichiamo che l'essere umano è sottoposto all'orografia, e che questa è fatta di monti impervi e di roccia dura da scavare. Distanze notevoli, strade tortuose, esili ponti, che nei secoli hanno chiuso le generazioni che si sono succedute dentro alle valli, che si sono sviluppate in modo segregato, rispecchiandosi in usi differenti. E l'Italia è una terra dannatamente montuosa, Alpi, Appennini, isole. Credere nella esistenza dell'italiano è pura ipocrisia.

La Scozia, le Fiandre, la Catalogna, il nostro nord est, e tutte le altre realtà locali d'Europa, sono regioni popolate da genti differenti dalle popolazioni vicine sia per dialetti che per cultura. Questa è la realtà europea, e questo è quanto dovremmo valorizzare, non i lasciti delle compensazioni di guerra, linee dritte tracciate lungo meridiani e paralleli che nulla sanno dei popoli inscritti dentro a quei tracciati.

Il futuro dell'Europa potrebbe giocarsi sulla soppressione degli Stati sovrani, e sul passaggio a Stato federale di quello che oggi è l'ente sovranazionale. Alla fine di questo passaggio gli europei si sveglierebbero con una amministrazione in meno, e con tanti, tanti soldi in più da spendere in modo sociale, sarebbero i capitali rinvenienti dalla abolizione degli Stati, quelli che venivano macinati dentro a quelle amministrazioni, soldi utili per migliorare il quotidiano: non solo assistenza, asili, scuole, ospedali, infrastrutture, ma anche redditi di cittadinanza, di studio, soldi sufficienti per operare una rivoluzione copernicana negli stili di vita di tutti gli europei.

Basta la sedicente appartenenza ad un impalpabile orgoglio patriottico a fare da contrappeso a una vita migliore per tutti? C'è una colpa dietro al silenzio mediatico che incombe su questa alternativa?

Sarebbe l'Europa dei popoli, non quella dei burocrati. La immagino pienamente democratica, con una Costituzione federale che si specchia nelle identità regionali, libere di determinarsi nelle relative attuazioni.

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#Economia

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12 ottobre 2012

Comunisti, socialisti, socialdemocratici e liberali, le sfumature denotano l'emiciclo ideologico (IV edizione)


Al netto delle estremità rivoluzionarie, ovvero, riguardo la sinistra dell'emiciclo, agli anarchici e ai comunisti rivoluzionari, contrari a qualsiasi forma di potere costituito i primi, fondamentalisti gli altri (entrambi presenti nella Associazione Internazionale dei Lavoratori fino alla Seconda del 1889) gli altri gruppi vanno secondo me ripartiti secondo tre linee guida:
  1. Diritti sociali l'interesse alla tutela dei beni comuni.
  2. Diritti civili interesse ad espandere le effettive libertà civili degli individui.
  3. Economia la redistribuzione della ricchezza (aliquote fiscali sui redditi).
Comunisti riformisti
  • Contari al mercato, vogliono attuare il comunismo passando attraverso una fase socialista.
Socialisti
  • Favorevoli al mercato, a patto che i mezzi di produzione siano controllati dallo Stato.
  • Concedono diritti sociali e civili.
  • Sono favorevoli alla modulazione della imposizione fiscale con aliquote fortemente progressive partendo dalla esenzione dei redditi bassi.
Socialdemocratici
  • Favorevoli al mercato, i mezzi di produzione possono essere privati, purché controbilanciati da forti contrappesi statali.
  • Concedono diritti sociali e civili.
  • Sono favorevoli ad una modulazione della imposizione fiscale con aliquote fortemente progressive partendo dalla esenzione dei redditi bassi.
Liberali
  • Favorevoli al mercato, i mezzi di produzione devono essere privati, purché controbilanciati da forti contrappesi.
  • Concedono i diritti civili ma sono favorevoli alla privatizzazione dei beni comuni.
  • Sono favorevoli ad una modulazione della imposizione fiscale con aliquote che favoriscono i redditi medi.
Moderati/Conservatori
  • Favorevoli al mercato, che deve essere lasciato libero da contrappesi.
  • Sono contrari alla concessione dei diritti civili e sono favorevoli alla privatizzazione dei beni comuni.
  • Sono favorevoli ad una modulazione della imposizione fiscale con aliquote che favoriscono i redditi alti.
NB post aperto / IV edizione. Ho iniziato questo post più che altro per schiarirmi le idee. Col tempo migliorerà. In questo senso conferme, critiche, suggerimenti, contenuti funzionali al miglioramento di quanto sopra sono benvenute.

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L'ambiente, la politica, la partitocrazia, il lavoro

L'ossigeno: un albero ne emette 20 litri al giorno, nello stesso intervallo di tempo un essere umano di litri ne inspira 200. Servono 10 alberi per ciascun essere umano. Ci sono??

Credo che la nascita della politica si colleghi col maturare di una società, quando dalla fase del "comunismo arcaico" dove gli amministratori prendono decisioni nell'interesse di tutti, si sfuma in quella in cui si inizia a prendere decisioni nell'interesse dei più, in antitesi con i rimanenti. 

A prescindere dalla nascita di questa intrigante creatura, persistono alcuni punti fermi, fissi nell'interesse della intera comunità. L'ambiente è uno di questi.

L'ambiente non è politica, il bisogno di ossigeno e lo smaltimento della anidride carbonica, processata e trasformata in altro ossigeno dall'ambiente, non è nell'interesse di alcuni contro altri. Non possono esistere esseri umani contrari all'ossigeno, tutti amiamo respirare. L'essere umano, che lo voglia o no, è in circolo con la natura, dipende da essa.

L'ambiente diviene politica in modo partitocratico, quando si tratta di difendere posizioni contrarie agli interessi delle masse ma favorevoli ad interessi aziendali, che, appunto, riconducono alla partitocrazia.

Al ricatto dei padroni, al continuo ricorrere alle teorie del mercato, alle chiusure degli stabilimenti, allo spostamento della produzione, alle dinamiche economiche che correlano bilanci aziendali e licenziamenti, utilizzati come scudo ipocrita ogni qualvolta si sentono attaccati a causa di comportamenti ambienticidi, si deve rispondere affermando come ultima istanza la socializzazione degli stipendi dei lavoratori licenziati.

Posta una comunità di 150.000 persone e posto in 1.000 euro l'ultimo stipendio percepito, ogni stipendio socializzato costerebbe alla comunità mediamente 15 centesimi al mese, attribuibili democraticamente in modo progressivo.

#ambiente

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10 ottobre 2012

Interpellanza sugli alberi abbattuti in città, che fine fanno? vengono venduti??

In poco tempo, in un anno all'incirca, sono spariti una quindicina di pini da viale Nazario Sauro. In villa Fabbricotti sono stati invece abbattuti il grosso larice che ombreggiava il prato di fianco alla casina del custode e il grande albero che stava nel vialino che dalla pista di pattinaggio porta all'ingresso sulla piazza intitolata al martire antifascista Giacomo Matteotti. E' stato segato anche un pino centenario in via degli Ebrei. Questo stando ai casi conosciuti, immagino ci siano state altre "potature" magari se qualcuno mi gira qualche altro caso lo aggiungo e facciamo la lista.

Ci vuole una dozzina di minuti per segare un albero, per piantarne un altro e vederlo arrivare alle dimensioni di quello tagliato servono invece una cinquantina d'anni almeno.

Questi alberi stavano sul territorio "da sempre", hanno visto decine di nevicate, centinaia di grandinate, migliaia di mareggiate, mi pare strano che nel 2012 questi grandi vecchi si siano in qualche modo messi d'accordo ed abbiano deciso, all'unisono, di divenire pericolanti.

Quello che segue è una grossa ovvietà, da qualche tempo è diventata il mio mantra, perché le cose ovvie di solito vengono date così per scontate che spesso si finisce per passarci sopra, vengono dimenticate, sono così evidenti da cadere in secondo piano.

Le piante in generale, e gli alberi nella fattispecie, hanno un compito fondamentale, che va ben oltre la connotazione estetica, l'abbellimento dell'ambiente cittadino e l'apprezzatissima ombra estiva. Le piante sono degli scambiatori, assorbono l'anidrite carbonica espirata dalle specie animali che popolo il globo teracqueo ed emettono ossigeno, che è il nostro elemento vitale.

Per sottolineare la cosa, cito da qui il seguente brano:
«L'albero è un filtro che ci permette di respirare aria pulita. Attraverso il processo della "fotosintesi" trasforma l'acqua e l'anidride carbonica in ossigeno utilizzando l'energia proveniente dai raggi solari che colpiscono le foglie. Questo avviene perché sulla superficie delle foglie esiste un pigmento naturale, la clorofilla,che attrae la luce solare. La nascita della "fotosintesi" coincide con la nascita della vita sul pianeta "Terra". Ogni albero produce in media 20-30 litri di ossigeno al giorno, e solo gli alberi producono ossigeno. Ogni uomo necessita in media di 300 litri di ossigeno al giorno per vivere sano.La popolazione mondiale consta attualmente in circa 6,3 miliardi di individui ed ha un incremento annuo pari all'1,3% (circa 81 milioni di persone in più ogni anno). Gli alberi ci restituiscono l'ossigeno che l'inquinamento ci toglie e la civiltà moderna vive sempre più in ambienti inquinati.»
Ne consegue che:
  • Siamo una specie infestante.
  • Per ogni essere umano servono dieci alberi, mi sa che siamo in deflazione.
  • Stiamo distruggendo il nostro ambiente, e lo facciamo per soldi.
Vorrei sapere che ne è stato dei tronchi, partiamo dal sapere se sono stati venduti.

Segue il testo dell'atto, aggiornerò questo post appena ci saranno delle novità.

Aggiornamento: Qui per sapere com'è andata a finire.


hashtag
#ambiente

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8 ottobre 2012

Circolo Calamandrei - L'incontro con i commercianti, com'è andata a finire

Questo post segue quest'altro.

Il tagliafuori (fonte immagine Wikipedia)

Contestualizziamo, metto giù un paio di date.

Se è vero quanto sospettavo l'incontro organizzato dal Pd con i commercianti di viale Italia è stato organizzato in fretta e furia lo scorso giovedì, una volta letto il nostro comunicato stampa di mercoledì, nel quale L'Idv manifestava l'intenzione di incontrare gli stessi commercianti il venerdì sera.

Qualora ciò corrispondesse al vero, allora questo "tagliafuori" di cestistica memoria uno scopo lo avrebbe certamente raggiunto.

E che scopo! abbiamo fatto fare un passo nella direzione giusta al grosso pachiderma, qualcosa di molto lontano, di molto più da marciapiede, rispetto alle stanze buie e fumose degli uffici tecnici del comune, luoghi dove i doppi sensi della circolazione divengono sensi unici, dove nascono incroci, ed impianti semaforici, stavolta, grazie a noi, c'è stato l'incontro.

Andiamo ad analizzarlo allora questo contatto. Battocchi constata l'esistenza dell'ennesimo comitato (500 firme) e cestina il fulcro del progetto dell'architetto Visciano per la riqualificazione della viabilità del quartiere Fabbricotti, la chiusura di un senso di viale Italia per far posto a una corsia dell'Atl. Stop, fine dei fatti.

Mi domando in che modo la politica entri nel processo decisionale dell'amministrazione, in che cosa differisca la politica dei politici da quella dell'uomo della strada, se ciò si deve tradurre in un remissivo "obbedisco" davanti alla consuetudine dei parcheggi in divieto di sosta. E' corretto? E' politica questa? Ci serve questa politica??

Quali erano invece le ragioni dell'architetto Visciano? a quanti livornesi sarebbero tornate utili? a più di cinquecento??

Una sconfitta politica è una sconfitta politica, e lo è non solo per il Pd, non solo per il modo di fare politica "alla livornese" fatto di piani studiati lontano dalla gente e di pavidi dietro front, è una sconfitta per tutti, dal bambino all'anziano.

Noi dell'Idv abbiamo invece riscontrato il problema, ci siamo attivati, rendendo pubblica la nostra esigenza di capire anche le questioni dei commercianti, e lo abbiamo fatto in maniera aperta ed onesta, pubblicizzando fin dalla diramazione del comunicato stampa la nostra posizione sulla questione.

Altra roba altro che!

Circolo circoscrizionale Idv
"Piero Calamandrei"

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#Circoscrizione3

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6 ottobre 2012

Quando la morale coincide con l'etica: cosa è la destra e cos'è la sinistra, l'estrema sintesi

L'altruismo forma persone "di sinistra" mentre l'egoismo ne forma "di destra".

La persona "di sinistra" ha consuetudini votate al rispetto, al sostegno ed al bisogno dell'altro, percepisce se stessa come una parte minima ma funzionale della comunità umana e capisce che adoperandosi per la comunità ne contribuisce in modo fattivo al miglioramento. La persona "di sinistra" è una teoria della finestra rotta* girata al contrario.

Le consuetudini dell'individuo "di destra" lo portano a percepire gli altri come dei competitori. Egli non crede, non riconosce o non vuole contribuire al progresso della comunità umana. Concepisce il bene come un compenso esclusivo dei primi e per questi motivi egli, anche quando formalmente espansivo, rimane sostanzialmente un prevaricatore.

Per questo motivo, a prescindere dalla sedicente appartenenza ad un partito politico o ad una ideologia, le consuetudini catalogano sempre l'uomo o fra gli egoisti o fra gli altruisti.

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#CantiereSinistra

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3 ottobre 2012

Nasce il circolo Idv Piero Calamandrei

Il Partito mi ha affidato l'incarico di formare un circolo territoriale, cosa che devo dire reputavo più semplice di quello che è poi stato, il detto livornese di "sentirsi come un gatto nella stoppa" iniziava a farsi calzante.

Il circolo si dovrebbe chiamare qualcosa tipo "Circolo Territoriale Livorno Ovest" e nel giro di poco dovrebbe essere "affratellato" ad altri quattro Nostri circoli territoriali. In pratica, perseguendo il nobilissimo fine di democratizzare la politica tramite la capillarizzazione della presenza sul territorio, ci siamo clonati le circoscrizioni, ed al sottoscritto, capogruppo nella circoscrizione 3, è stato dato l'onore (e l'onere) di battezzare (laicamente) il primo dei cinque fratelli.

Dicevo che sarebbe dovuto chiamarsi in un modo, invece l'ho intitolato diversamente, questo per due motivi, primo perché i punti cardinali sono quattro mentre i circoli sono cinque, ma soprattutto perché ieri due ottobre, giorno di fondazione del circolo, il tribunale di Stoccarda ha sentenziato il non luogo a procedere verso otto nazisti delle SS colpevoli dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema.

Ho quindi deciso, in modo per niente democratico, di intitolare il circolo a Piero Calamandrei, giornalista, giurista, politico, scrittore, poeta e docente universitario italiano, nonché antifascista, socialdemocratico e soprattutto autore della "Lapide ad ignomia" in memoria del partigiano italiano Duccio Galimberti, il cui testo riporto a seguire.

Lapide ad ignominia
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

Primo incontro venerdì 5 alle 21:15 presso la sala dei consiglieri della Circoscrizione 3 in via Corsica 27, incontreremo i commercianti di viale della Libertà, che temono un calo degli affari in seguito alla paventata messa in senso unico di detto viale per far posto a una corsia bus.

Noi siamo favorevoli al trasposto pubblico, ciò nonostante ci teniamo a conoscere nei dettagli anche la dinamica di queste attività, e lo facciamo consci del fatto che dietro al negozio ci sono famiglie che vedono in quella attività la loro unica fonte di reddito.

Troveremo una sintesi? più teste (pensanti) ci saranno maggiori saranno le probabilità, intanto stiamo mettendo in cantiere una proposta.  

Aggiornamento: Qui


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#circoscrizione3
#resistenza

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Un disertore



Questo blog si è occupato raramente di quell'universo che sta alla destra dell'emiciclo, questo per un motivo fondamentale, perché, nel mio piccolo, mi pare al momento prioritario cercare di riordinare le idee a sinistra.

Avvolte però, leggendo e più di rado ascoltando la tele, capita di trovarsi fra le mani alcuni fatti che sono stati strappati dalla storia, roba che non occuparsene sarebbe come diventare collusi con chi ha operato la censura.

E come disse non ricordo bene chi "Sapere e tacere è molto peggio che non sapere."

Frequentando una libreria ho trovato un bel libro scritto nel 2007 dal giornalista Antonio Ghirelli, intitolato "Aspettando la rivoluzione". Parla della storia della sinistra italiana dall'800 a oggi, non l'ho ancora finito, di solito faccio un orecchio nell'angolo della pagina quando leggo qualcosa di interessante, e il mio libro è pieno di angoli piegati, insomma per me è una lettura interessante. Nel caso a qualcuno interessasse approfondire allego sotto la copertina.


A pagina 92 c'è scritto che Benito Mussolini nel 1901 non rispose alla chiamata di leva e fu condannato per diserzione. Ruscì a fuggire in Svizzera e tornò in Italia solo dopo il 1903, graziato da una amnistia.

Mi sono domandato quanti giovani scelgano le destre extra parlamentari attratti dalla integerrima figura del Dux, figura che alla luce dei fatti si rivela invero un tantino smacchiata con quella grande spugna storica bipartisan (mai visti politici di sinistra stigmatizzare un fatto del genere) che è l'ipocrita teatrino della politica italiana dei nostri tempi.

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