24 marzo 2015

Il testo del mio contributo al tavolo dell'ambiente per la campagna delle amministrative regionali chiamata #ImmaginaToscana

Riporto a seguire i tratti salienti del mio intervento, anticipando che come politica del tavolo era stato deciso di riportare per primi i problemi e poi le soluzioni relative a Livorno.

« Immaginiamo un insieme chiamato sviluppo e dentro a questo insieme disegnamo due sottoinsiemi, chiamiamo il primo "sviluppo fine a se stesso" e il secondo "sviluppo sostenibile". I costi per la comunità, quelli sanitari e sociali del primo sono sicuramente più alti del secondo, e questo per una qualsiasi amministrazione di un qualsiasi livello amministrativo. Non sono il solo ad asserire quanto appena detto, mi limito a riportare quanto affermano gli studiosi di tutto il mondo, alcuni recentissimamente, come ad esempio l'ultimo studio inglese pubblicato questi giorni. Dunque qual'è il problema a livello ambientale a Livorno, il problema è che Livorno è una smog city, concetto antitetico rispetto a quello di smart city, su due dei quattro punti cardinali abbiamo due forti emittenti inquinanti, al Nord la raffineria e ad ovest il porto, e in più soffriamo dell'inquinamento dovuto dal traffico, come una qualsiasi altra smog city italiana. Se è noto l'effetto inquinante della raffineria poco si sa del problema delle emissioni inquinanti provenienti dal porto, dovute al fatto che le navi non dispongono di allaccio elettrico a terra quando sono in banchina e che quindi stazionano costantemente coi gruppi elettronici accesi. Si parla di un inquinamento notevole, una nave passeggeri con tutta la giostra accesa inquina quanto una piccola cittadina. Il carburante utilizzato dalle navi è il bunker che è una nafta a basso prezzo ad altissimo contenuto di zolfo. Da qualche tempo la Comunità Europea ha obbligato le navi che stazionano nei porti a utilizzare per il gruppo elettrogeno di bordo una nafta simile a quella per autotrazione che rispetto al bunker ha un contenuto di zolfo Inferiore. Sfortunatamente pochi controllano che questa direttiva venga rispettata, e per di più le multe sono spesso inferiori al costo aggiuntivo sopportato dell'armatore per fare andare i gruppi elettrogeni con la nafta a basso contenuto di zolfo. Il risultato è che l'aria del fronte cittadino lungo il porto è perennemente inquinata. Per quanto riguarda l'inquinamento da autotrazione il problema è l'autotrazione. Cosa serve per risolvere questi problemi? per quanto riguarda la raffineria il consiglio è il sistema Bilbao. Bilbao è una città molto simile a Livorno che ha vissuto la nostra stessa crisi con 20 anni di anticipo. Come Livorno aveva un'industria non diversificata, per loro le acciaierie e per noi l'automotive, e come la nostra città ha vissuto una forte crisi occupazionale e la conseguente desertificazione sociale. A nostra differenza Bilbao ha avuto la fortuna di innovare, e oggi mostra un saldo occupazionale positivo rispetto ai migliori periodi del passato. Ho i contatti della loro addetta stampa, ricopre questo ruolo da circa vent'anni, ha esperienza, consiglio di incontrarla. Per quanto invece riguarda i problemi delle emissioni inquinanti del porto dobbiamo elettrificare le banchine cosicché alle navi sia consentito di spengere i motori di bordo. È fondamentale trovare come produrre questa energia aggiuntiva, necessaria per fornire energia alle grandi navi passeggeri, ho sentito parlare di riutilizzare la vecchia centrale Enel, sarebbe la classica toppa peggiore del buco. Per quanto infine riguarda il problema dell'inquinamento dovuto al traffico serve ripensare in modo copernicano al modo di accedere al centro, servono dei parcheggi di scambio con il trasporto pubblico, serve interconnessione e intermodalità, a Portland per incentivare la mobilità sostenibile hanno attaccato le rastrelliere per le bici sugli autobus, così chi abita lontano dal centro, fuori dal raggio ciclabile, può lasciare la macchina nel box. Non è una idea da poco. Serve potenziare le ciclabili serve anche ripensare al nostro bike sharing, quello che abbiamo oggi non è un bike sharing serio, il bike sharing vincente come posso mostrare da un articolo relativo a una città della Cina premiata come migliore città al mondo per il bike sharing consiste nell'avere un campionamento territoriale di un nodo del bike sharing ogni 3-500 metri in centro e ogni 7-900 metri in periferia. Come detto i problemi sono molti, la cura, anche come costi per la comunità, per i nostri polmoni, non è andare avanti per la solita strada. »

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@andreapetrocchi
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