23 maggio 2012

Fantapolitica - il soft landing, le contromosse per il "default felice"

Facciamo due congetture, poniamo che i governanti di una nazione, la nostra per comodità, trovandosi davanti al bivio fra il pagamento del debito e la tutela dei beni comuni scegliessero questi ultimi, sospendendo il pagamento di rimborsi e cedole ai possessori del nostro debito pubblico e mandando in default le obbligazioni statali.

Quali leve tirare per evitare che le conseguenze del suddetto evento conducano al caos?

La propaganda su questo tema è forte, ed ha come grimaldello la chiusura delle filiali bancarie, le sinapsi che uniscono i risparmiatori italiani ai loro risparmi. 

Quali contro mosse andrebbero operate per evitare questa terrificante conseguenza? Le risposte che mi sono dato si traducono nei passaggi sotto riportati:

Andrebbero temporaneamente nazionalizzate sia le banche che le compagnie di assicurazioni, sottraendone il controllo agli interessi privatistici dei consigli di amministrazione ed allargandone lo sguardo alla intera comunità.

Tramite la nazionalizzazione di banche e assicurazioni sarebbe possibile ottenere per le prime l'allineamento al costo del denaro degli interessi su mutui e prestiti, e riguardo le seconde il taglio delle tariffe rc auto, oggi onerossisima gabella che vessa ciascuna famiglia italiana.

Nazionalizzando gli istituti bancari verrebbe di conseguenza ri-nazionalizzata anche la Banca d'Italia, oggi proprietà di un grappolo di banche private italiane (i principali azionisti sono Intesa Sanpaolo e Unicredit). Tornerebbero così nelle nostre disponibilità le 2500 tonnellate d'oro nascoste nei suoi forzieri,  il cui controvalore ammonta a 100 miliardi di euro, che lo Stato potrebbe dedicare alla stabilizzazione delle turbolenze internazionali che si porterebbe dietro un momento tanto delicato.

Data la nazione in oggetto, ci sarebbe poi da superare il problema del ritorno alla valuta locale, la cosa migliore da fare, secondo chi scrive, passerebbe dalla sua dematerializzazione e dall'inserimento del diritto costituzionale al conto corrente con relativo bancomat, accentrato presso la Banca d'Italia, ed obbligatoriamente gratuito. 

Andrebbero infine "caricati" tutti i conti correnti di una somma pari al corrispettivo di 500 euro, a titolo di una tantum, per stimolare la ripresa dei consumi e per dare una ventata di ottimismo, che non fa mai  male.

A questo punto andrebbero gestite le dinamiche inflattive generate dalle suddette mosse, soprattutto riguardo da una parte i costi delle materie prime in entrata come grano e benzina, nei riguardi della loro mera reperibilità, e dall'altra le esportazioni, con gli stimoli alla produzione conseguenti al crollo della parità della Lira nei confronti delle valute espresse dai mercati di sbocco.

Prevedere quanto sopra sarebbe una sfida fondamentale.

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