21 gennaio 2012

Interrogazione sui banchi frigo dei punti vendita della grande distribuzione: i diabolici uffici marketing, i motivi di questo atto e la citazione della fonte

Questo post segue quest'altro, si parla dello spreco inutile di energia elettrica causato dai banchi frigo della grande distribuzione, tenuti sprovvisti di chiusure perché i diabolici uffici marketing aziendali preferiscono adottare la politica "zero fatica" per i loro clienti (il consumatore risparmia il gesto di aprire uno sportello > l'acquisto diviene più immediato > vendo più mozzarelle). Risultato: +50% (quasi) di consumo elettrico per punto vendita (compresi super e iper mercati).

Pensate all'inquinamento causato dalla produzione della energia elettrica dedicata ai banchi frigo, pensate al restringimento del mercato dell'approvvigionamento elettrico e dai costi maggiori che ne conseguono per tutti noi, e pensate infine all'inefficienza di questo sistema, in termini di consumi ma anche di conservazione degli alimenti durante i mesi estivi, quando pochi centimetri all'esterno di questi banchi refrigerati ci sono 25 gradi. 

Al primo sguardo un tema di interesse nazionale come il processo di approvvigionamento energetico della grande distribuzione può sembrare un boccone troppo grosso per un onesto consigliere di circoscrizione come il sottoscritto. Dal punto di vista meramente "burocratico" senza dubbio lo è, l'atto verrà discusso in circoscrizione e da li prenderà la direzione che vorrà il presidente, che dipenderà dal suo effettivo interessamento alla cosa, da coniugare poi con la sua autorevolezza presso chi riceverà questa istanza (penso all'assessore alle attività produttive e/o a quello dell'ambiente).

In realtà quando vado a presentare bocconi così grossi (è la seconda volta, l'altro è stato questo) utilizzo quel poco di amplificazione che è in grado di darmi la presentazione di un atto pubblico sperando di sensibilizzare i media sul tema in oggetto. Infatti al momento della presentazione di questo atto in circoscrizione (il testo lo trovate cliccando il link all'inizio di questo post) ho contestualmente informato della cosa anche carta stampata ed etere locali.

Con l'occasione, già che ci sono, segnalo la sorgente di questa mia iniziativa, è un post di Greenreport (il link lo trovate come al solito in basso fra le fonti). Credo che il rapporto stampa-politica dovrebbe giocarsi su queste basi: il giornalista pubblica una notizia relativa ad un nuovo passo fatto da una istituzione locale verso un sistema sociale più efficiente. Il politico trova la notizia, e dato che ha un mandato nel senso di quanto espletato del suo omologo oggetto dell'articolo del giornalista non può esimersi dallo spingere questa notizia verso il vertice della sua istituzione locale, cosicché anche il suo territorio possa mettersi al passo con quello che  ha ispirato l'articolo del giornalista. Questo nell'interesse di tutti, non è cosa da poco.

Dal punto di vista meramente deontologico il mio atto non sarà il massimo, ma se può servire a favorire un dialogo allora questo gli riconsegna la sua dignità. D'altra parte è anche vero che, Greenreport a parte, i media non hanno ancora affrontato questo argomento, mentre la politica locale tace. Invece l'approvvigionamento energetico è un bene comune, è bene quindi iniziare a parlarne, per il resto "Le scartoffie seguiranno" (Charles de Gaulle), io la vedo così.   

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