22 gennaio 2014

Renzi, Cuperlo e il marketing di Programma Italia

Tempo fa ho avuto modo di leggere un interessante articolo su Pogramma Italia, azienda assicuratrice posta alle fondamenta di quelle che sono oggi Banca Mediolanum da una parte, e Forza Italia dall'altra.

Pare che i manuali dei venditori di questa rete fossero la traduzione di alcuni aggressivi manuali di vendita americani.

Un caposaldo di questi manuali era il seguente: quando non è più possibile ribattere alle argomentazioni di un cliente è bene cambiare discorso focalizzando la sua attenzione su qualcosa di personale.

Chi mi ha insegnato il mestiere diceva infatti che davanti a delle domande insistenti del cliente era bene sviare parlando, ad esempio, della sua cravatta.

La trasposizione politica di questo modo di fare ha assunto dei contorni orwelliani, al posto della dissociazione si è passati agli attacchi personali.

Abbiamo avuto in passato vari esempi di queste tecniche dissuasive, fra i più eclatanti c'è stata la famosa macchina del fango contro quel magistrato, attaccato per il colore dei suoi calzini.

Di che colore erano i calzini? Viola! Cosa diceva il magistrato? Booh!!

Ma vi sono stati attacchi più subdoli, come quello verso l'ex presidente della Regione Lazio, costretto alle dimissioni a seguito di uno scandalo sessuale riguardante la sua vita di privato cittadino.

E la ritroviamo, questa tecnica, anche nella cronaca di questi giorni, quando Renzi ha attaccato Cuperlo sul personale in seguito ad una critica giustificata riguardo l'ormai famoso Italicum, la proposta riforma elettorale di Renzi fatta in tandem con Berlusconi.

Nessuno si chiede cosa c'entri attaccare Cuperlo per i suoi trascorsi istituzionali nati in concorso col Porcellum, quando Cuperlo attacca Renzi, a ragione, per la mancata rappresentanza democratica di questa proposta di legge.

Da qui, fra il serio e il faceto, la presente supposizione: non è che Renzi ai tempi si è fatto qualche corso di Programma Italia?

Andrea Petrocchi

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