25 settembre 2013

Il senso di Bradbury per Gianni Cuperlo

Articolo apparso su Sel Livorno

A un certo punto di Fahrenheit 451 il protagonista, ripensando alle ultime elezioni, realizza quanto già nei nomi dei due contendenti, piuttosto che nelle loro faccie o comportamenti durante i video della campagna elettorale, apparisse confezionatamente vincente il politico che poi ha effettivamente vinto, così come appariva scontatamente perdente lo sconfitto.

Una sceneggiatura - realizza Montag il pompiere - inscenata a uso e consumo delle masse, due caricature e un puparo in comune.

Questo ci stanno a fare i romanzi (anche i classici di fantascienza) a tracciare la linea prototipo necessaria a coniugare i fatti di cronaca, e con le prossime primarie il Pd, trent'anni dopo Reagan, approderà finalmente allo stesso futuro distopico di quel romanzo.

La cosa tristissima è che Cuperlo perde in partenza non per demeriti suoi, ma perché la gente ormai se ne frega dei suoi eventuali meriti, l'ambiente, plasmato da lustri di dittatura delle apparenze, non reagisce più alla proposta politica ma alla mera apparenza del politico stesso, ed entrambe le parti sanno che l'altro sfidante è stato canonizzato per soddisfare la domanda edonistica delle masse.

E che ci prendesse un accidente se sapessimo che cos'è che c'ha in testa Renzi, però è giovane, è bravo e con quella parlata toscana è proprio simpatico, bravo Bradbury.

E Cuperlo? è la proposta della sinistra del partito, che è tutta Apparato, ce lo dice la stessa candidatura, e che è ormai palesemente minoritaria, e invece di fare opposizione interna si accontenta del piatto di minestra, è questa e non Renzi o chi per lui ad evocare questo scenario.

Non ci fosse stato questo Apparato potremmo avere Gino Strada - butto un nome a caso - e un finale tutto da scrivere.

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#giannicuperlo
#cantieresinistra


@andreapetrocchi
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