13 novembre 2012

Di Pietro, Cristo e Barabba

Marruccio (IdV)

Ottima analisi quella fatta stasera da Lerner su Antonio Di Pietro, pienamente condivisibile.

Condivido la critica agli stucchi contadini che Di Pietro ostenta durante le sue occasioni pubbliche, e sono ancora più d'accordo nel censurarlo quando millanta l'astuzia come una virtù.

Critico queste due maschere di Di Pietro proprio perché di due maschere si tratta, e come molti italiani vorrei che questo politico le gettasse, per farsi osservare come realmente è, con i pregi e i difetti, sia caratteriali che di concetto.

Credo che nel bene o nel male di ciò che ne risulterebbe, osservare un politico libero dalla impacchettatura del marketing sia un diritto connesso al diritto di voto di chiunque. E il gettare la maschera, dannato marketing, porta sicuramente dei benefici per demeriti altrui, perché, vado a memoria, nessun politico italiano ci mostra il suo "io" politico.

Cosa temibilissima il marketing, che qui in italia ha trovato un filone profittevole nella italica debolezza di dare credito alla simpatia. Alcuni politici (soprattutto uno, l'alter ego di Di Pietro) con la simpatia e il marketing è riuscito a governarci per delle legislature.

Ora che la sagoma politica di Berlusconi è stata riposta in soffitta - sostituita da un tipo col quale nessun italiano vorrebbe passare il fine settimana - il Di Pietro simpatico e guascone finisce per fare il paio con l'anti berlusconismo dipietrista, che ha mandato in bolla l'IdV durante l'era berlusconiana, ma che oggi è un pallone sgonfiato dall'eclissi di Berlusconi, nel senso che tutte quelle persone che si sono unite all'IdV attratte dalla schietta e motivata avversione a Berlusconi, oggi che Berlusconi non c'è più non trovano stimoli per sentirsi rappresentati, e così come sono entrati gonfiando le fila degli elettori, oggi che Berlusconi non c'è più si defilano, riducendo il Partito a quello che è, non per questioni di demerito di qualcuno, è solamente una pagina di storia che si chiude e che svincola le parti dalla comune solidarietà.

Viviamo un periodo politicamente incerto, Grillo, le primarie che rischiano di lacerare il Pd, coniugato con l'incertezza sulla legge elettorale che ad ogni gossip fa vorticare i gruppi parlamentari come dei fogli di carta in una giornata di libeccio.

E' il momento dei grandi cambiamenti, credo che per l'IdV non ci sia stato periodo storico più opportuno per girare pagina, affinandosi, senza cambiare. E' come se fosse giunto il momento di formare la crisalide, il passaggio da partito personale in qualcosa di più delimitato è di più democratico.

Anche in questo verso Lerner ci aiuta, facendoci riflettere, amaramente, quando chiude con un saggio ammonimento:
«Diffidate dai partiti personali, sempre e comunque!»

#IdVStaff

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