12 ottobre 2012

L'ambiente, la politica, la partitocrazia, il lavoro

L'ossigeno: un albero ne emette 20 litri al giorno, nello stesso intervallo di tempo un essere umano di litri ne inspira 200. Servono 10 alberi per ciascun essere umano. Ci sono??

Credo che la nascita della politica si colleghi col maturare di una società, quando dalla fase del "comunismo arcaico" dove gli amministratori prendono decisioni nell'interesse di tutti, si sfuma in quella in cui si inizia a prendere decisioni nell'interesse dei più, in antitesi con i rimanenti. 

A prescindere dalla nascita di questa intrigante creatura, persistono alcuni punti fermi, fissi nell'interesse della intera comunità. L'ambiente è uno di questi.

L'ambiente non è politica, il bisogno di ossigeno e lo smaltimento della anidride carbonica, processata e trasformata in altro ossigeno dall'ambiente, non è nell'interesse di alcuni contro altri. Non possono esistere esseri umani contrari all'ossigeno, tutti amiamo respirare. L'essere umano, che lo voglia o no, è in circolo con la natura, dipende da essa.

L'ambiente diviene politica in modo partitocratico, quando si tratta di difendere posizioni contrarie agli interessi delle masse ma favorevoli ad interessi aziendali, che, appunto, riconducono alla partitocrazia.

Al ricatto dei padroni, al continuo ricorrere alle teorie del mercato, alle chiusure degli stabilimenti, allo spostamento della produzione, alle dinamiche economiche che correlano bilanci aziendali e licenziamenti, utilizzati come scudo ipocrita ogni qualvolta si sentono attaccati a causa di comportamenti ambienticidi, si deve rispondere affermando come ultima istanza la socializzazione degli stipendi dei lavoratori licenziati.

Posta una comunità di 150.000 persone e posto in 1.000 euro l'ultimo stipendio percepito, ogni stipendio socializzato costerebbe alla comunità mediamente 15 centesimi al mese, attribuibili democraticamente in modo progressivo.

#ambiente

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