27 settembre 2012

L'oppio dei popoli


Il calcio è l'evoluzione dei giochi circensi dei romani, uno stratagemma ideato dai detentori del potere per deviare verso una pratica inoffensiva le poche energie rimaste al popolo bue dopo una giornata lavorativa. E' una specie di pillola inoculata via etere e carta stampata, che finisce per ottenebrare la mente di gran parte della popolazione.

Il calcio come droga sociale deve il suo potenziale dirompente alla sua scontata semplicità, sintetizzabile nel riuscire a calciare un pallone in rete. Ne è una riprova il fatto che lo scambiarsi opinioni su quello che vi orbita attorno è rimasto uno dei pochi veicoli di comunicazione transgenerazionale. Mettete vicini un dodicenne e un ottuagenario e fateli parlare di calcio, nove volte su dieci vanno avanti fino a seccarsi la lingua.

In Italia, accada quel che accada, non ci ritroveremo mai senza pane e senza calcio, pane e circo erano e sono anche oggi i due paletti che ogni regime si guarda bene dall'oltrepassare, due pasti al giorno e il campionato sono la medicina contro i moti di popolo, ed il potere è lasciato libero di perpetuarsi.

Perché la gente sceglie il calcio e non la politica? Cosa ci guadagna un tifoso quando la sua squadra vince? diritto a sfottere l'avversario a parte non c'è alcun tipo di guadagno materiale. Sarà che il calcio è la trasposizione di una guerra in miniatura, e forse è anche per questo che ha tanto seguito. Due unità in guerra, vittoria, sconfitta, è in questa sua ancestralità il segreto di tutto questo seguito?

Anche la politica è guerra, guerra carsica, e comunque guerra vera, con i compagni, i nemici, gli alleati (da cui guardarsi), con l'informazione, la partecipazione, la condivisione. Quando si vince ci trova addirittura a vivere meglio, nel passato abbiamo guadagnato in questo modo anche la nostra libertà.

Standone lontani invece lasciamo senza forze i nostri compagni, che vengono sconfitti dal nemico, e ci si può ritrovare anche con un inceneritore dietro l'angolo di casa, o con una autostrada che fino al giorno prima era una superstrada gratuita, tanto per tirare fuori due travi recentemente cadute negli occhi dei miei concittadini (nessuno però ne parla, ma tutti sanno che il Livorno, al momento è in testa alla classifica di serie B).

Sulla carta non ci sarebbe paragone, ma la politica ha come suo svantaggio l'essere relativamente complicata, ed i politici sono esseri mediamente intelligenti, abili nell'arte del tranello, arte che, come tale, non è soggetta al compiacimento pena il decadimento dei suoi benefici, e ciò limita fortemente la partecipazione dei non addetti ai lavori, che trovano molto più comodo congedare l'argomento con un “tanto sono tutti ladri”.

Il calcio invece no, è un gioco elementare, a carte scoperte, lo vedi che la palla entra in rete. Il calcio è in realtà un gran rifiuto, una fuga collettiva ed orgiastica dalla realtà, dagli obblighi della età adulta, dal seggio che attende ciascuno di noi dentro alla Pòlis, una fuga dal potere supremo, quello di scegliere i rappresentanti a cui dare la propria delega, un ordine che invece va trasmesso e in modo coscienzioso.

#resistenza

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1 commento:

  1. Condivido pienamente. Non e' un caso che in Italia, dove e' cosi' diffusa la tifoseria calcistica, la rappresentanza politica e' tra le peggiori del mondo

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