22 settembre 2012

L'uomo del destino

In Italia lo Stato non c'è, al suo posto c'è un vuoto, e in questa vacuità una parte degli italiani ha imparato a vivere decorosamente sottraendo benessere alla parte restante.

E' il grosso problema della politica italiana, e la sua radice riguarda i suoi attori: ce ne sono stati pochi volenterosi di curare gli interessi della nazione, la stragrande maggioranza di loro ha preferito svolgere la propria mansione "al dettaglio" sistemando il singolo individuo invece dell'intera collettività.

Questa concezione oscena della persecuzione del bene pubblico ha generato dei mostri, trasmutando in una divinità quello che da principio era stato concepito come un servo dell'interesse collettivo.

Si è quindi fatta strada la figura del politico-bramino, un gratta e vinci vivente, una figura in grado di travasare le masse, dal contenitore della miseria a quello della vita agiata.

Il punto è che il politico non ha poteri, non può materializzare le fortune del singolo individuo, non è un mago, è più vicino alla figura del capo stazione, il politico muove gli scambi sulle rotaie, facendo passare il raccomandato di turno al posto della persona meritevole, che viene invece deviata su di un binario morto.

Gli attori quindi sono tre, e la politica cede il passo alla lotteria, alla riffa, e tutti sono in vendita. Si vende il politico, che fa promesse in cambio di un voto, si vende l'elettore, e lo fa per il lavoro, e dato che in Italia il sistema è questo, per vedersi garantita la protezione del suo diritto, si venderebbe pure il trombato, che però soccombe perché non ha conoscenze. Chi vince? Qual'è il risultato? la Politica in mano ai mediocri, perdiamo quindi tutti quanti.

Non ci si deve stupire quindi quando leggiamo le cronache sugli inciuci, sulle collusioni, sulle evasioni, sulle elusioni (comunque furti) su persone che messe dentro alle istituzioni rubano a più non posso, stornando su loro stessi e sugli "amici" i soldi che sono di diritto della comunità.

Questo utilizzo piegato della politica non mi stupisce affatto, perché in un sistema strutturalmente arretrato come il nostro la collusione fra i beneficiari dei furti e il politico eletto è una mera tattica di sopravvivenza, secondo la quale il politico viene inserito nelle istituzioni dai beneficiari stessi e col suo mandato carsicamente deciso già prima della sua elezione.

Ah, i Paesi nord europei, ah! il sistema scandinavo, come vivremmo meglio in Svezia o in Norvegia, dove l'algido scopo è puntato alla redistribuzione delle ricchezze, a tutti. Svezia e Norvegia però non sono su Marte, quanta fatica dovremmo noi fare per portare quel sistema anche in Italia?

E noi italiani, che non abbiamo la tempra svedese o norvegese, cosa possiamo fare per cercare di cambiare le cose?

Potremmo intanto fare informazione: perché una cosa val la pena di essere stigmatizzata: ogni ammanco è un ammanco per tutti gli italiani, responsabile della ruberia compreso, perché anche lui vive in questo Paese ed è anch'egli testimone degli effetti dalla sua condotta.

Si sposta per le strade, in macchina, sui mezzi pubblici, sui marciapiedi, e ne deve sopportare i disagi. Rimane invischiato nello stesso traffico, percorre la stessa arretrata rete viaria. E' costretto a sopportare le stesse lungaggini burocratiche, respira lo stesso smog, osserva lo stesso degrado, ed allo stesso modo si ammala.

Idem se ha dei figli, e se ha anche la faccia tosta di portarli ad istruirsi nelle scuole pubbliche.

Magari ce ne saranno stati alcuni che con quanto ricavato hanno comprato la macchina al figlio, e magari se lo sono ritrovato agonizzante su una barella abbandonata in un corridoio di un pronto soccorso, perché le Asl lavorano sotto organico.

Ogni sport ha i suoi campioni, ma di regola torna più difficile fare l'ipocrita quando di mezzo c'è la propria prole.

Capito cosa voglio dire? non stiamo parlando di destre e di sinistre, ma di un modo trasversalmente deviato di usufruire di questa democrazia e degli effetti tangibili, su tutti di questa devianza.

Questa politica da finale di "Cent'anni di solitudine", questa Macondo romana ribattuta dalle cronache di questi giorni, è il definitivo sputtanamento della nostra storia, l'ultima rima. Il sistema chiama, e la politica non riesce a cambiare, obbligata a rispettare la sua natura anche quando è ben a fuoco dentro all'occhio di bue come in questi ultimi tempi. Questa esasperazione finale del berlusconismo, l'ennesimo teatrino, con suoi porci e i toga party, è il fotogramma che precede lo stesso turbine che cancellò Macondo.

Tutto è stato spinto troppo oltre, e la politica è ormai costretta al rinnovamento. Ma c'è cambiamento e cambiamento, quello giusto deve avvenire nella testa degli italiani tutti, dovrà essere un cambiamento sistemico, perché se è giusto giudicare colpevole la politica è altrettanto vero che una parte degli italiani, con i loro atteggiamenti, con questo venire a patti col sistema, con la politica hanno finito per esserci collusi.

Il futuro ci presenta un'ottima opportunità per ammodernare la nostra democrazia. Più diritti, più dignità, più servizi, più infrastrutture, questo è quanto ci stiamo giocando. Noi abbiamo davvero il potere di concretizzare tutto questo, dipenderà dall'italiano medio, dal riuscire a passare oltre, a non curarsi delle sirene della politica, le gattopardesche offerte che il Sistema ci proporrà affinché si possa cambiare tutto, senza che niente venga effettivamente modificato.

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