25 marzo 2012

Le ideologie fottono - lettera aperta a un lavoratore dipendente che vota a destra

Nella grande melassa della politica post-ideologica qualcuno l'ha fatta troppo semplice e oggi paga dazio.

Sono le centinaia di migliaia di dipendenti privati che alle politiche del 2008 hanno messo la "x" sulla lista sbagliata, soggettivamente sbagliata.

Errori dettati da assoggettamenti mediatici inoculati da decadi di propaganda via etere e carta stampata, che goccia dopo goccia ti hanno irreggimentato. Intransigente verso gli immigrati, refrattario alla coesione sociale, un algido solista doppio petto e lenti scure, proteso verso gli orridi stilemi borghesi riassumibili in gare da pollaio col vicino di casa. Loro ti parlavano e tu li hai ascoltati, hanno evitato di fornirti un dettaglio fondamentale.

Fatto sta che non siamo ancora diventati un califfato moresco, che mantenere un'illusione è oneroso e che il tuo vicino-competitore arranca come te e come te, pur dividendoci un tetto, non riesce nemmeno più a parlare con suo figlio, perché per lavorare quel quid necessario per far quadrare il finanziamento col mutuo,  siete finiti per essere il refrain di un'ombra evanescente sul divano, fra la porta di casa e la camera da letto.

E comunque il punto fondamentale è che i rampanti ai quali ti ispiri sono di destra come te ma a differenza di te non dipendono da nessuno. Tu invece si, ieri hai votato con "i padroni", gli stessi che oggi ti hanno chiuso nel recinto.

Per "loro" oggi è come ieri, per te la cosa è differente, fra ieri e oggi ti sei giocato le conquiste per le quali ha lottato tuo padre, sei diventato una figura ricattabile.

Capirai cosa vuol dire quando tacerai invece di puntualizzare, capirai che le ideologie non se ne sono mai andate, sei tu che hai smesso di ascoltarle. Giudica se sia stato un bene.  

Hashtags
#Art18

Nessun commento:

Posta un commento