Che l'Italia dei nostri tempi non sia più un Paese democratico e' ormai chiaro ai più, l'argine cedette con l'approvazione del Porcellum, e quel giorno, infatti, furono in tanti a cantare il "De Profundis" della nostra democrazia.
Per questo motivo non capisco tutta questa enfasi data al discorso di Domenico Scilipoti, ultima figurina da cabaret uscita da questo triste teatrino che e' diventata la politica nostrana.
Che non si pensi che questi patetici figuri siano tutti figli di B, perche' sono tutte oche dello stesso stagno, sia che provengano da sinistra, da destra, o che siano dei transgender coalitivi come il nostro Scilipoti.
Il paragone che più sciocca per la sua ostinata cecità e' quello che vede Scilipoti come specchio dell'Italia di oggi: ma fateci il piacere: Domenico Scilipoti puo' permettersi di arringare le folle come un ducetto moderno perche' e' stato "cooptato", non e' stato eletto deputato da noi, ma da Di Pietro, in virtù di chissacche'.
Scilipoti non rappresenta quindi gli italiani, gli italiani, per stragrande maggioranza, vivaddio sono altra cosa.
Cosa rappresenta allora Scilipoti? la triste deriva partitocratica che ha preso il nostro Paese, e questo, signori, e' davvero tristissimo.
Andrea Petrocchi
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