7 ottobre 2011

Io sono il 99%

Il più ricco 1% della popolazione statunitense detiene circa metà ricchezza del Paese. E' una media da dittatura militare del terzo mondo e invece stiamo parlando della principale potenza mondiale, regime plutocratico arrogante non solo verso quel che resta del mondo, ma addirittura verso la sua stessa base.

Quello che mi fa impazzire degli States è che molti dei detrattori di questo sistema sono americani, ci vivono dentro. Non è una novità, è sempre stato così, pare che il sistema statunitense abbia in se i suoi contrappesi, anche se questi appaiono sproporzionatamente piccoli se confrontati alle potentissime lobbies, l'1%, il potere.

Qualcosa però sta cambiando, e non sto parlando dei film di Moore, c'è una nuova idea, a metà strada fra la pubblicità e la protesta sociale,  secondo me estremamente forte, molto pulita, molto democratica.

L'idea nasce dal movimento Occupy Wall Street: è stata creata una pagina web dove gli americani spinti ai margini del mondo del lavoro per colpa della crisi  possono protestare contro il sistema.

Il tema è la rappresentanza sociale: "Loro", la politica, l'economia, sono l'1%, da qui si muove la contrapposizione, lo slogan: "Noi siamo il 99%". Di forte impatto anche il modo in cui queste proteste sono presentate: solo una immagine, nella quale compare la persona in carne ed ossa che ci mostra un foglio, su questo foglio è scritta la sua storia, la sua protesta. L'impatto è forte, l'elementarità della immagine è semplicemente dirompente.

Chiunque, dal professore universitario con contratto a tempo determinato allo studente in crisi con le salatissime rette universitarie, in migliaia stanno condividendo questa protesta, ed il fenomeno sta montando di minuto in minuto.

La portata di questo moto sta diventando per l'intera classe politica americana una versione moderna del ritratto di Dorian Gray.  

Hashtags
#occupywallstreet


Fonte

Nessun commento:

Posta un commento