23 aprile 2013

La strage degli imbecilli

IL CAPITALISMO E LA LOGICA DELL'ESTERIORITA', IL CONSUMATORE E I LAVORATORI.

Non credo nella cattiveria del sistema capitalistico, i suoi errori sono politici, è sbagliato per noi socialisti che contestiamo la sua faziosità tanto quanto gli altri reputano sbagliato il socialismo, laddove la misura è che il capitalismo riesce a far stare decentemente i più facendolo sulla pelle di chi non è competitivo, come abbiamo ragione noi di sostenere che per raggiungere lo stesso risultato è possibile tutelare quelli che adesso sono esclusi finanziando questa inclusione cancellando dalla faccia della terra la figura vomitevole del ricco tanto ricco che le rendite non gli permettono di scalfire il capitale neanche impegnandosi negli acquisti.

Ma il fine comune sono gli operai sulle linee di montaggio, anzi, sono le famiglie che vivono dei salari di quegli operai.

E' come una matassa, a un suo estremo ci sono le linee di montaggio e all'altro capo un compulsivo sulla cinquantina, o la ventenne figlia di papà che si compra l'utilitaria elegante, laddove è il sistema a creare le necessità in base alla moda, come l'utilitaria elegante che va di moda oggi, che non è la stessa di un anno fa.

Le cose legate alla moda producono il riverbero dell'offerta, lo stesso bene, l'utilitaria, declinata in versione elegante, e via un nuovo mercato, e altre linee di montaggio, e nuovi lavoratori alle linee, e nuova linfa all'indotto e nuove assunzioni, e migliaia di famiglie con un nuovo reddito, in Germania, in Italia (prima) in Croazia o chissaddove oggi, il tutto intubato in un qualcosa di catodico che si ramifica in maniera esponenziale, e che si proietta a valle, dove ogni giorno in ogni angolo del mondo ripartono in refrain le litanie di ondate di ventenni benestanti che accompagnano papà in concessionaria a firmare il contratto. In Canada, in Cina, ovunque batta il sole, il compratore preme "invio", e dal conto partono fra i venti e i trentamila euro, che vengono poi stornati in Germania, e dai piazzali della fabbrica, oppure dal container di un cargo ecco uscire una nuova fiammante utilitaria elegante.

Dovrebbero fargli un monumento, a quello che ha inventato il mercato dell'utilitaria elegante, e un monumento andrebbe fatto anche a quelli che spendono decine di migliaia di euro per comprarsele quelle macchine, un spaventoso e invadente monumento alla stupidità, che è quella sul quale è impalcato questo sistema, e un monumento andrebbe fatto agli alchimisti, che riescono ad attribuire la magnetica bellezza del feticcio* a una utilitaria elegante del 2013, rendendo improponibile l'opzione Panda del 1986, che ha la stessa funzione di portare degli esseri umani dal punto "A" al punto "B" chiusi dentro a una specie di scatola di sardine.

Il capitalismo, in sintesi, è il sacrificio dello stupido sull'altare dell'apparire, operato per finanziare il reddito a più famiglie possibile.

Li vogliamo salvare questi stupidi? in caso affermativo è l'intero sistema che deve ruotare di 180°, i contrappesi della socialdemocrazia non possono curare questa forma di patologia, la cura di questa compulsività crea un corto circuito, perché privi della patologia consumista essi smetterebbero di acquistare, e alla vista delle auto ferme nei piazzali la correlazione domanda-offerta arresterebbe immediatamente le linee di produzione fermando anche l'indotto, precipitando milioni di famiglie nell'indigenza.

Anche nazionalizzando tutto il nazionalizzabile, anche eliminando il profitto del proprietario, anche liberando i lavoratori dall'odioso saggio dei proprietari, se gli stupidi smettono di finanziare la produzione o svincoli il salario dalla produzione oppure lanci i viveri con gli elicotteri, non ci sono mezze misure.


*per feticcio intendo qualcosa di simile agli specchietti usati dagli spagnoli per "barattare" oro coi nativi americani.


Fonte

@andreapetrocchi

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