2 febbraio 2013

La Boccassini, la Gabanelli e il "voto utile"

La zuffa mediatica fra il magistrato Ilda Boccassini e l'ex collega leader di Rivoluzione Civile non è che l'ultima faglia generata dallo spostamento della placca politica Pd verso logiche più liberali, e fa il paio con l'affare Gabanelli, quando a Di Pietro furono fatte sperimentare le sbranature bersaniane.

Tutto ha avuto inizio un anno fa, la cooptazione di Mario Monti, l'uscita dell'IdV dalla coalizione di centro sinistra, l'opposizione dura al governo. Ed è finita poi con i primi scricchiolii, con il subodorare della nuova campagna elettorale, il subitaneo siluro partito con la puntata di Report e la contromossa Ingroia.

Insomma, secondo me la tattica elettorale del Pd si gioca su più binari, il primo è quanto sopra, l'attacco "laterale" ai possibili captatori di voto. Poi c'è l'altro binario, che è propagandistico e frontale, cannoneggiamenti mainstream sul "voto utile", litania utilizzata per convincere gli indecisi, incentrata sul voto in meno trasformato in voto in più per il centro destra.

Lo stesso discorso che potrebbe ripetere tranquillamente Ingroia «Cosa lo votate a fare il Piddì, un voto in meno a me è uno in più per il centro destra.»

Il Terzo binario sarebbe il programma. Sarà colpa della stampa, ma al netto di quanto capito sulle coppie omosessuali - cosa giustissima, i partiti liberali vedono di buon occhio le libertà personali, privatizzando però i beni comuni - di programmatico non ho letto granché.

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#elezioni2013
#rivcivile
#pbersani

Fonte

@andreapetrocchi

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