29 gennaio 2013

La compagnia di giro*



Vorrei essere nella testa di quel 4% di italiani (franco analisti) che alle prossime politiche voterà Sel. Cosa si aspettano, che la coda comandi il cane? Che con le spigolature dai e poi dai alla fine faranno cambiare assetto politico anche a Letta, la Bindi e a quel 33% del Pd che appena sente odore di sinistra arriccia il naso?

Sono così tonti da non aver capito che col fiscal compact, l'avversione alla patrimoniale, le logiche montiane, i candidati di Confindustria, il Pd ha ormai passato il punto di non ritorno ed è diventato qualcosa di molto poco sociale e molto più definitamente liberale?

Lo sanno gli elettori di Sel cosa significa essere un partito liberale? Perché la definizione di "liberale" rappresenta un ibrido favorevole alla implementazione dei diritti come alla privatizzazione dello Stato sociale.

E questo che vogliono gli elettori di Sinistra Ecologia e Libertà? 

Perché una cosa mi sta mandando in bestia: 5+4=9%, rappresentanza anche al Senato. Invece con metà sinistra egemonizzata dal Pd Ingroia rischia di rimanere fuori anche dalla Camera.

Che non si parli, come fanno molti, della atavica divisione autolesionista della sinistra (autolesionistra sarebbe un buon hastag) perché io non ci credo (più), tanto che da un po di tempo ho iniziato a pensare che lo facciano apposta, i conservatori, a presidiare, militarizzandola, questa cosiddetta sinistra italiana.

Una cosa tipo "divide et impera". Stai a vedere che hanno ragione i teorici della cospirazione. Licio Gelli, la P2, il Piano di Rinascita Democratica andato in porto e la finta opposizione. 

hashtag
#elezioni2013

Fonte

@andreapetrocchi

*stavo pensando al titolo di questo post, nel mentre leggevo questo e l'ho trovato li quindi cito.

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