2 dicembre 2012

Sulla vivibilità di Livorno

Posto questo mio intervento, pubblicato una quindicina di giorni fa come proposta ai compagni di Partito. La rendo pubblica perché, come spesso accade quando uno scrive una cosa di getto, credo sia emerso cosa mi passa per la testa quando parlo di vivibilità. 

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Condivido appieno quanto riportato sul documento [...]. Propongo però di focalizzarlo maggiormente sulla vivibilità: non ho letto ad esempio della pedonalizzazione del pentagono del Buontalenti, sempre da quelle parti punterei anche sulla implementazione del verde, se date un'occhiata da google maps all'interno del pentagono non c'è un albero. Propongo in genere di prendere le distanze dall'attuale concezione macchinacentrica della viabilità, sdoganando invece il concetto 20+20+20 (piedi, bici, bus così come scaturito dagli Stati Generali della Bicicletta svolti a ottobre in Emilia). Non ci vuole tanto, specie in centro basterebbe assecondare, dato che oramai ci sono anche le normative adatte, i percorsi in bici con deroga al senso vietato (es: via Roma lato Attias). Parlerei anche di intermodalità, di parcheggi periferici, noleggio e bike sharing (anche elettrico), di piste ciclabili per lo shopping in bici, di percorsi turistici "sociali", potenziando le attrattive che già oggi offre la natura attorno alla nostra città (in Trentino le gite in bicicletta sono diventate una vera industria che richiama turisti da tutta Europa). Tutta roba che c'è già, va soltanto valorizzata. Riguardo i bus, se non è già troppo tardi, potremmo proporre l'abolizione di biglietti e tessere in favore di una tassa comunale, lo hanno già fatto, sempre in Emilia, funziona. Riguardo l'edilizia propongo di inserire lo sbarramento a nuove cementificazioni, al netto delle forme pionieristiche di tipo sociale e ambientalistico. Arriverei fino a proporre l'abbattimento dei beni comunali soggetti a incuria (vedi l'ex caffè Schopenhauer in via degli asili ad esempio) e la realizzazione nel perimetro liberato di piazzette arredate per favorire la socialità dei residenti. Vivibilità è anche lo sport inteso come veicolo sociale, ed ho visto a giro molti esempi interessanti, osmosi sociale intergenerazionale fra file di tavolini che uniscono i bimbi e i loro accompagnatori alle aree gioco attrezzate e gli anziani che giocano a bocce sul lato opposto. Anche qui poca spesa. Oppure sport come veicolo per attrarre sportivi da fuori Livorno, valorizzando i poli velici, oppure evidenziando sul territorio anelli periferici di varie distanze per i corridori, o costruendo pareti attrezzate per chi vuole cimentarsi con l'arrampicata. Sono solo esempi, e costano poco. Vivibilità è anche prendere delle contromisure a degli errori logistici che peggiorano la vita ai livornesi, ad esempio conosco gente (non me) costretta a svegliarsi prima la mattina per evitare la ressa di traffico conseguente all'orario di ingresso di un asilo ed allo sbarramento di traffico conseguentemente creato dalle auto degli accompagnatori dei bimbi. Quando le conseguenze sono tanto incisive sulla vita delle persone credo sia saggio spostare le strutture in altri plessi dotati di parcheggio. E' un esempio. Si potrebbe parlare di implementazione degli asili nido aziendali, di saturazione della domanda sia dei nido che degli asili prescolari, l'eliminazione delle odiose classifiche, ma vado fuori tema. Sintetizzando, e mi scuso se sono stato prolisso, Livorno non ha molto da offrire, ad eccezione della potenziale socialità racchiusa dentro ciascun livornese socialmente sano, e su questo fronte Livorno insegna al mondo intero. L'amministrazione deve guardare a valorizzare questo valore piuttosto che perseguire il profitto americano e la conseguente concezione consumistica della città come luogo drenante dello stipendio.
#Livorno

Fonte

@andreapetrocchi

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