25 dicembre 2012

Il grande albero, le piccole asce

Bob Marley in un concerto nel 1980
Bob Marley (fonte foto Wikipedia)

«Anche un neonato che strilla perché ha fame è politica.»
La linea di demarcazione che separa il diritto dal favore è sottile come un crine di cavallo. E' una frontiera, terra di conquista, sottoposta fin dalla notte dei tempi ai quotidiani bombardamenti degli eserciti dei reazionari ed alla guerriglia dei progressisti (quelli di fatto).

Questi scambi avvengono sotto traccia, carsicamente, l'esercito controlla i media, la comanda è che su certi temi l'uomo della strada vada ovattato al massimo.

La frontiera è una zona mobile, non scorre linearmente da un secondo a un altro, non procede in avanti, è invece un non luogo dinamico, costantemente mollato o riavvolto, riconquistato e perso.

Anche se nel breve periodo sono molte le battaglie vinte dagli eserciti dei reazionari, la piega di questa guerra è comunque già stata presa ai suoi primordi e tende verso la libertà ed il diritto. Lo dico riflettendo sui diritti sociali e civili via via riconosciuti durante il cammino compiuto da questa nostra nostra umanità.

Nulla può fermare il progresso! chi si è frapposto allo svilupparsi di questa dinamica ha sempre raccolto al massimo un rallentamento.
«Non so con quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma so che la quarta sarà combattuta con una clava.» (Frase attribuita ad Albert Einstein)
Credo di conoscere gli attori della terza guerra mondiale, non si tratterà di una guerra fra popoli, non sarà una guerra convenzionale. Sarà piuttosto la sfida che "Il Popolo", il villaggio globale interconnesso, liberato dai paraocchi della informazione asimmetrica, lancerà alle maschere del capitale (come lo furono Hitler, Franco, Mussolini e più tardi Pinochet, o i "presidenti a vita" nordafricani), quei personaggi pubblici che si prestano a frenare il progresso, individualisti reazionari avidi di fama e prestigio, e a questo fine asserviti al capitale. Tramite questi portavoce operano quelle aziende multinazionali che non intendono abdicare alle relative rendite consumistiche garantite da lustri di disinformazione.

Mi spiego meglio con un esempio, uno a caso:

Prendiamo il Ministero della Difesa, acquistare mezzi da guerra in tempo di pace (per noi) e di recessione economica non potrebbe dirsi un fatto di politica, perché è ovvio che tutta Italia preferirebbe stornare altrove i 118 milioni di dollari necessari per l'acquisto di un aereo caccia a decollo verticale Lockheed Martin F-35 Lightning II (ne hanno ordinati novanta).

Qualsiasi italiano mentalmente sano stornerebbe quei soldi, tasse nostre, per sistemare i plessi scolastici laddove molte scuole in Italia (e non soltanto al sud) non hanno neanche i requisiti minimi di sicurezza, e i nostri figli stanno sotto a quei tetti per cinque ore al giorno cinque giorni alla settimana, e la statistica è una bestiaccia. Oppure preferirebbe spenderli per migliorare i servizi sanitari, o per cancellare le liste degli asili, o chessò, in giochi all'aria aperta, o in nuove infrastrutture per avvicinare le città, oppure per finanziare la trasformazione dei favori in diritti, sul posto di lavoro, ad esempio, per riuscire a stare più tempo coi propri figli, ad esempio.

Ciascun italiano ha la propria ricetta, ma nessuno avalla ciò che equivale a gettare alle rondini l'iperbolica cifra di 18 miliardi di dollari. E infatti siamo stati in molti a sollevarci contro questa spesa, ma la nostra onda si è infranta ed è defluita sulla mole granitica del nostro esecutivo, che non ha fatto una piega e non ha derogato a questa follia.

Questi diritti sono tanto scontati da non poter appartenere alla politica, non sarebbero dibattibili perchè al netto dei mandanti e dei mandatari reazionari non si potrebbe trovare una contro parte. Questi diritti divengono politica quando il personaggio pubblico, spinto da dietro, dai lobbisti ed in ultima istanza dal capitale, si siede su quella sedia vuota ed inizia a fare il lavoro per il capitale.
«Al modificarsi degli eventi io cambio il mio modo di pensare.» (John Maynard Keynes)
La tecnologia, le nostre interconnessioni, i social network finiranno per migliorare il nostro potenziale, come reagiranno a quel punto i reazionari, quando l'onda si farà breccia nella loro diga? quando la pubblica opinione costringerà i politici a derogare agli impegni presi?
«Loro sono il grande albero ma noi siamo le piccole asce.» (Bob Marley)
Quando i reazionari cesseranno di distorcere il diritto, quando la politica, la buona politica, ucciderà se stessa su quella linea di demarcazione, tessendo i dibattimenti, filo dopo filo, nelle decisioni e trasformando i favori in diritto, allora questi fatti cesseranno di essere il terreno di scontro per divenire i diritti acquisiti dai popoli della Terra. A quel momento la battaglia sarà conclusa.

hashtag
#politica

Fonte

@andreapetrocchi

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