7 luglio 2012

LIVORNO PORTO VERDE

Post apparso su Idv Livorno

Sono definiti “verdi” quei porti che consentono alle navi in ormeggio di ottenere energia elettrica dalla terra ferma mediante l’ausilio di fonti energetiche verdi, ovvero rinnovabili e non inquinanti.

Esperienze ormai consolidate in ambito europeo e nordamericano impiegano, riguardo l'approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, sia i parchi eolici, posti sulle dighe dei porti, che gli impianti fotovoltaici, installati a terra sui capannoni delle zone portuali.

La direttiva Seveso (82/501/CEE)recepita in Italia con il DPR 17 maggio 1988, n. 175 ha portato gli stati appartenenti alla comunità europea alla redazione di una lista dei siti a rilevanza nazionale per i rischi ambientali (SIN, siti di interesse nazionale) fra questi compare anche il nostro comune segnalato per i suoi insediamenti industriali ad alto rischio ambientale.

L'Onu, attraverso la sua agenzia dell'ambiente,la Unep, classifica 130 “hot spot mediterranei per inquinamento ambientale, fra questi 15 sono in Italia, di cui ben 2 nella nostra provincia, Livorno e Rosignano Solvay.

Molti di questi“hot spots” vengono segnalati a causa delle emissioni provenienti dal traffico portuale.

Un recente studio americano stima che globalmente le polveri sottili, lo zolfo, le pitture antivegetative e l'inquinamento elettromagnetico dei radar delle navi in sosta nei porti siano causa di 84mila decessi annui.

Riguardo le fonti inquinanti provenienti dalla combustione dei motori termici delle navi, va specificato – fatto ignoto ai più – che le navi, oltre al motore propulsivo, inoperante a nave attraccata, sono dotate anche di motori ausiliari alimentati da gruppi elettrogeni, e che rimangono accesi in ormeggio per garantire il funzionamento dei sistemi di bordo.

Tramite l'elettrificazione delle banchine (cold ironing) è possibile abbattere gran parte di queste emissioni inquinanti.

Il problema sembra di facile soluzione, ma la stazza delle attuali navi passeggeri, vere e proprie città galleggianti, e delle loro complesse dotazioni di bordo, pone a eliche spente seri problemi di assobimento della energia elettrica dalla rete terrestre.

La risposta a questa criticità viene data dalla adozione di impianti locali da affiancare alla rete elettrica nazionale. Per rispondere al problema ambientale questa nuova energia deve essere estratta da fonti non inquinanti, come i parchi eolici e fotovoltaici.

Quanta energia può essere prodotta tramite queste energie rinnovabili?

Riguardo la resa dei parchi eolici di ultima generazione abbiamo nelle nostre vicinanze un esempio interessante, quello realizzato a Pontedera (co-gestito da Asa Livorno) dove quattro generatori sono in grado di raggiungere una produzione complessiva di 8Mw. Per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 1 Mw occorre coprire una superficie di 10.000mq.

Queste fonti rinnovabili e non inquinanti, affiancate a metodi di alimentazione energetica tradizionali, sono in grado di abbattere dell'80% le emissioni inquinanti provenienti dai porti.

Nel mondo alcune realtà portuali hanno realizzato queste tipologie di impianti ad alimentazione differenziata. In Nord America Los Angeles, Seattle, Vancouver e Juneau hanno elettrificato le rispettive banchine e limitato i problemi contingenti. Anche in Europa c'è chi ha giocato d'anticipo: Rotterdam, il più grande porto europeo, è stato elettrificato, e anche Amburgo è classificato come porto verde. Sempre a Rotterdam sono state sperimentate con successo forme di compensazione fiscale fra l'autorità portuale e gli armatori che hanno scelto di alimentare le loro navi con carburanti a basso tenore di zolfo.

L'Italia è indietro, con Genova,La Spezia e Venezia come capofila,ma ancora ferme agli studi di fattibilità e ai preventivi d’investimento.

Qual'è il punto della situazione a Livorno? Dopo aver elettrificato la banchina dei rimorchiatori la conversione verso i porti verdi si è interrotta. E' comunque previsto per la fine del 2012 un finanziamento del Ministero dell'Ambiente, della regione Toscana e della autorità portuale, 5 milioni di euro da dedicare al “cold ironing” locale. Qualcosa quindi si muove, ma come saranno elettrificate le banchine? tramite le fonti rinnovabili oppure con le assimilate del Cip6?

Per quanto riguarda l’alimentazione di rete il porto di Livorno sarebbe avvantaggiato dalla esistenza di una linea Enel ad alta tensione (132 Kv), che arriva fino al Bacino di Carenaggio.

Ad oggi le emissioni provenienti dalla combustione dei motori termici delle navi ferme nel nostro porto contribuiscono rendere la nostra provincia la più inquinata in Italia dopo quella di Taranto.

Da una ricerca effettuata da Medicina Democratica si rileva che i motori delle navi durante la sosta in porto emettono più di 6000 tonnellate l’anno di COV (composti organici volatili).

Per rendere meglio l'idea basti pensare che una nave di grosso tonnellaggio inquina come 14 mila autovetture.

Nel 2003 l'Autorità portuale del porto di Livorno ha pubblicato sul suo sito internet uno studio intitolato L'analisi energetica del sistema portuale livornese. Nella tabella III di pag.176 leggiamo un interessante confronto fra le emissioni del porto, del traffico urbano e quelle del riscaldamento civile, lo riportiamo nei diagrammi di seguito:


dati in tonnellate
POLVERI SOTTILI
OSSIDI DI AZOTO
(PARTICOLATO)
ANITRIDE SOLFOROSA
COV (COMPOSTI ORGANICI VOLATILI)
PORTO

88
2767
398
3788
TRAFFICO URBANO
56
822
75
1438
RISCALDAMENTO CIVILE
46
159
60
22

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Stando quindi alla fonte di questi dati, l'Autorità portuale livornese certifica che il nostro porto, un grosso volano economico per la nostra area, ci sottopone a dei costi rilevanti in termini di salute pubblica.

Con il 46% di emissione di polveri sottili, il 74% di emissioni di particolato, il 75% di emissioni di anitride solforosa e con il 72% di emissioni delle pericolossissime Cov, il porto di Livorno è anche il responsabile della stragrande maggioranza dell'inquinamento prodotto oggi all'interno del nostro sistema.

Un articolo pubblicato il 4 aprile del 2007 da Il Sole 24 Ore ci informa che questo genere di inquinamento è inoltre in controtendenza rispetto agli altri riscontrati.

A livello comunitario questo problema è preso in seria considerazione: Relativamente alle emissioni di biossido di zolfo la direttiva Europea 2005/33/CE, entrata in vigore a gennaio del 2010, impone l'obbligo per tutte le navi che entrano nei porti europei di utilizzare combustibile “verde” (contenuto di zolfo inferiore allo 0,1% contro una media del 2,7% precedente).

La stessa direttiva inoltre obbligherà dal 2015 l'allaccio in banchina per le navi da crociera, i mercantili, i traghetti e le navi da lavoro che stazioneranno in porto per più di due ore.

Il gap che separa il porto di Livorno dai porti più avanzati è notevole. Va garantita una alimentazione di rete tale da soddisfare il fabbisogno energetico delle grandi navi passeggeri, con una produzione integrata con le energie rinnovabili, fonti verdi e disponibili in loco.

Puntare sulle fonti tradizionali o sulle assimilate sarebbe come far rientrare dalla finestra quanto appena gettato fuori dalla porta di casa.

Il 2015 è dietro l'angolo, chi dovrebbe porsi queste domande a che punto è?



Paolo Cascinelli
Comitato Vivere il Centro
Andrea Petrocchi
Idv - Circolo vivibilità urbana





Aggiornamento: Segue QUI.

AggiornamentoII: ATTENZIONE 11/2012: mi segnalano che nella direttiva europea non viene riportato l'obbligo di elettrificazione delle banchine dei porti europei entro il 2015.


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