26 febbraio 2012

Una "riserva indiana" di 13166 insegnanti di religione non vale una notizia

Essere cattolico praticante in Italia in alcuni casi può dare addirittura un senso a una vita.

Prendiamo ad esempio 13166 persone residenti nella nostra penisola, ferventi osservanti, che grazie ad una fede perlomeno convincente sono riuscite addirittura a ritagliarsi un posto di lavoro a tempo indeterminato.

Difatti, dati dell'anno scolastico scorso, sono 13166 le persone che svolgono il lavoro di insegnante di religione nelle scuole italiane, e, come noto ai più, in base ad accordi fra Stato italiano e Chiesa, gli insegnanti di religione in Italia non vengono estratti da normali graduatorie ma vengono imposti (notare la mancanza del virgolettato) dalle diocesi locali.

Un tempo l'ora di religione veniva affidata ai sacerdoti, oggi, causa crollo delle vocazioni, ben l'88% degli insegnati di religione è laico. Il Servizio nazionale per l'insegnamento della religione cattolica ci informa, seppur in modo contingente, che le minori vocazioni fanno parte di un contesto generalizzato: difatti ormai il 10% dei ragazzi in età scolare lascia il banco al suono della campanella dell'ora di religione.

A fronte di questo calo di frequenze il numero degli insegnati di religione rispetto all'anno precedente è comunque aumentato del 2%. Aumenta "l'offerta" dei docenti quindi, anche a fronte della diminuzione della domanda, il tutto contestualizzato in un trend a rovescio, con le continue sforbiciate del Miur sulle cattedre dei "colleghi" delle altre materie.

Ma cosa offre la Chiesa cattolica, e a chi?

Scatti di stipendio del 2,5% ogni due anni, contratto a tempo indeterminato (apposito concorso nel 2005 e conseguente immissione a ruolo) e assegnazione ad altra cattedra in caso di mancata "copertura" dell'ordinario diocesano.

Su quest'ultimo punto rifletto maliziosamente circa possibili "salti a leva", ovvero a forme di collocamento ottenute desaturizzando il saturo tramite migrazione del devoto occupante la cattedra verso altre materie di insegnamento.

Comunque una cosa è certa: facciamo le barricate per l'8 per mille e per l'Ici perché non vogliamo che il Vaticano sia avvantaggiato economicamente rispetto ad altre fedi ed altre attività commerciali e turistiche, ma poi riserviamo 13166 posti pubblici agli appartenenti alla Chiesa cattolica. E gli atri? chessò, gli atei, che in virtù del loro ateismo non potranno mai usufruire di questo accesso occupazionale?

Per non pensare alle caleidoscopiche distorsioni generate da questo sistema, tipo l'aver formato una armata di 13166 sudditi psicologicamente e politicamente in conflitto di interessi quando la Chiesa prende posizione su un qualsiasi tema elettorale. Uno "zoccolo duro" da utilizzare a 'mo di quello che i partiti politici fanno col voto di scambio.

Quante sono 13166 persone? vale un raffronto: gli abitanti di Chiavari in Liguria, ad esempio. Una bella riserva indiana quindi, che svolge una occupazione simile alla risposta a una domanda mai fatta.

Insomma: disoccupati atei d'Italia unitevi e simulate! basta convincere qualche prete e frequentare un seminario "per svoltare", stipendio pubblico e benefits, tanto paga Pantalone. 800 milioni di euro, il 2% di quanto speso annualmente per l'istituto scolastico pubblico in Italia.

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