13 dicembre 2011

La soluzione al sovraffollamento delle carceri passa attraverso la legalizzazione delle cosiddette droghe leggere

Nei primi anni novanta ero un ventenne, uno di quelli che dormivano di giorno e uscivano di notte. Nella mia compagnia c'erano un paio di ragazzi, amici veri, che per i casi della vita a un certo punto finirono dentro a causa della fetentissima legge Jervolino-Vassalli.

Questi due ragazzi di allora oggi sono ridotti a due uomini-fantasma, due crisalidi vuote, uccisi socialmente per uno spinello, marchiati per sempre come possono marchiare gli effetti della vita reclusa nelle carceri italiane.

Ma cos'è uno spinello, cosa sono le cosiddette droghe leggere? Studi clinici incontrovertibili dimostrano che le cosiddette droghe leggere non dovrebbero nemmeno essere ricomprese fra le droghe, perché è provato scientificamente che non danno dipendenza, che sono innocue per la salute e che non favoriscono il passaggio alle cosiddette droghe pesanti.

Allora dov'è la colpa? in chi resiste dinanzi al divieto al consumo di una sostanza che oggettivamente non abbisogna di divieti, o in chi nel rispetto di questo divieto ottuso è stato disposto a sacrificare la vita di giovani innocenti? 

Perché non c'è proibizionismo verso tabacco ed alcolici? Qual'è il reale motivo a monte della mancata normazione del mercato delle droghe leggere?   

Le carceri italiane esplodono, sia per il soprannumero dei carcerati rispetto alla loro capienza, sia per gli organici di chi queste carceri deve vigilarle, organici ridotti all'osso a causa dei tagli ai pubblici impieghi.

Delle due l'una: o si allarga la capienza o si riduce la fattispecie, o si costruiscono altre carceri per assorbire l'eccedenza dei carcerati e si provvede al massiccio arruolamento di altro personale carcerario (cosa che, stando alla suddetta erosione dello Stato sociale, credo poco attualizzatile) oppure si taglia il numero dei detenuti, derubricando alcuni reati minori, quelli che non hanno leso terze persone.

Molti detenuti sono "dentro" per reati risibili, fra questi molti sono in arresto a causa della mera detenzione di qualche grammo d'hashish o di una piantina d'erba. Per queste persone auspico un interessamento della classe politica, sempre evanescente quando si tratta di affrontare tematiche controproducenti in termini di voti.

La situazione attuale è insostenibile: dov'è oggi il tentativo di recupero di questi esseri umani? nello stipare sette-otto di loro per ogni cella da cinque posti? Cosa restituiamo alla comunità quando queste persone riottengono il diritto alla libertà?

Ma soprattutto: non è possibile rovinare dei ragazzi privandoli della libertà e facendoli marcire degli anni dentro delle galere spalla a spalla con dei criminali solo per essere stati pizzicati in possesso di qualche grammo di una delle cosiddette "droghe leggere", perché queste persone non hanno leso il diritto di nessun'altro dei loro simili e quindi non meritano umanamante una pena tanto grave.  

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Questo tema è parte integrante del caposaldo DROGA della mia PIATTAFORMA POLITICA

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