13 luglio 2011

Privatizzazioni : l'esempio cileno della Codelco


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Salvador Allende
Questo post parte dalla descrizione sommaria della teoria della finestra rotta: Se in una strada di un bel quartiere qualcuno rompe il vetro di una finestra, e questa non viene riparata, è assai probabile che qualche mattina dopo sotto quella finestra ci si trovi della immondizia, e che il giorno seguente accanto alla immondizia ci si trovi anche una lavatrice abbandonata. Immaginiamo adesso il contrario, quartiere malandato, finestra sistemata. Nel nostro Paese si dibatte circa la possibilità di fare cassa privatizzando le aziende pubbliche. Mettiamo da parte le ventilate clausole di salvaguardia, che, qualora messe in atto, andranno messa alla prova dei fatti: parliamo di privatizzazioni, e più precisamente del loro opposto, le nazionalizzazioni: nel 1973 il Cile di Salvador Allende nazionalizza la società mineraria Codelco, uno dei più grandi estrattori di rame al mondo. La Codelco era di fatto in mani americane, e la sua nazionalizzazione fu, secondo molti, la molla che fece scattare il colpo di stato, la conseguente fine di Allende, la salita di Pinochet, i desaparecidos. Arrivo al punto: la Codelco è ancora oggi una azienda pubblica, e dal giorno della sua nazionalizzazione ha restituito gettito superiore alla somma del gettito proveniente dalla totalità delle aziende private cilene. Questo per dire che le classiche proposte fatte dai liberalisti di casa nostra non devono essere prese come l'unico modo di risolvere i problemi. Mi domando: fra i nostri deputati c'è rimasto qualche  fan di Allende capace di dirsi contrario alle privatizzazioni? non è che questa mancanza stia concorrendo alla nostra attuale rovina??
   
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