14 luglio 2011

Esportatori di morte

Due bollettini reperiti online (grazie al mio Google Reader ndr) aggiornano il triste elenco delle vittime civili sparse fra i teatri di guerra partecipati "dai nostri", "danni contingenti" scrivono ipocritamente i tattici dei ministeri di guerra, cercando di nascondere nelle pieghe dei tecnicismi le tragedie patite da popolazioni lontane, gente colpevole a causa di un territorio che nasconde nei suoi substrati le allettanti ricchezze, materie oggetto nemmeno più tanto nascosto dei nostri "inteventi di pace" a seguito della Nato. Nel conflitto afghano i morti fra i civili sono a 1462 unità solo negli ultimi sei mesi, mentre nel conflitto libico le vittime sono mille dall'inizio delle operazioni, orrende operazioni di guerra. Non rientrano nei conti i civili feriti, lievi, gravi, invalidi a vita per colpa nostra, destinati a portarsi dietro per il resto delle loro misere esistenze le tragedie vissute, tragedie tatuate vivide sulla loro pelle. Nella nostra indifferenza stiamo permettendo ai nostri lacchè di Stato di sottoscrivere l'impegno italiano in queste carneficine, non per esportare la democrazia, che, ormai lo sanno anche i  muri, non si può esportare con le bombe, ma per importare materie prime a buon mercato. Fanno tutto per i prodotti interni dei loro mandanti, e la firma, lo sanno loro, lo sanno le famiglie dei civili feriti ed uccisi, la firma la stiamo mettendo tutti noi.

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