10 febbraio 2011

Fiabe di sinistra

C'era una volta una bambina, bellina come te. Questa bimba andava sempre a giro per la città chiusa nel suo eskimo rosso, con il cappuccio sempre sulla testa, tant'è che tutti la chiamavano Cappuccetto Rosso. Cappuccetto Rosso lavorava in una pasticceria, una mattina telefonò la sua nonnina: « Cappuccetto, nipotina mia, ho qualche linea di febbre, sono sotto la mutua e non posso uscire di casa per comprare da mangiare, potresti portarmi una di quelle belle torte che fai? » Cappuccetto Rosso salutò la nonnina, riagganciò, e si mise a preparare la torta. Sfortunatamente, mentre Cappuccetto e la nonnina parlavano al telefono, passava da quelle parti il lupo cattivo, che avendo sentito tutto pensò: « Corro a casa della nonnina, la chiudo nella legnaia, e quando Cappuccetto viene la torta me la mangio io. » Detto fatto il lupo cattivo inforcò la bici e corse a casa della nonna, entrò, legò la nonnina come un salame e la chiuse nella legnaia. Poi corse in camera, arraffò dall'armadio una vestaglia ed un cappello da notte, indossò entrambi e si mise dentro al letto ad aspettare. Cappuccetto Rosso intanto aveva finito la torta, la depose in una cestello di vimini e la coprì con cura con una tovaglia, e col cestello sotto braccio uscì dalla pasticceria diretta verso casa della nonnina. Uscì dal paese, salutò i contadini che aravano i campi, poi salutò i pastori che pascolavano i greggi, poi giunse al bosco, era un bosco di abeti altissimi, la luce quando passava fra i rami disegnava esagoni di luce nell'aria. Cappuccetto Rosso prese il sentiero che portava alla casetta della nonnina, ma giunta davanti alla casetta vide, stesa sul prato, la bicicletta del lupo cattivo. Dunque Cappuccetto tornò nel bosco, trovò un ramo fatto a "Y", e con un gommino realizzò una strombola, poi prese una bella mela e nascose tutto dentro al suo eskimo. Entrò nella casa della nonnina, la luce di camera era accesa, aprì uno spiraglio della porta e riconobbe il lupo, vestito con le vesti della nonnina, dentro al letto. « Che orecchi lunghi che hai, nonnina. » disse cappuccetto Rosso « E' per sentirti meglio » rispose il lupo cattivo « Che mani folte che hai, nonnina. »  « E' per carezzarti meglio. » rispose il lupo.  « Che denti aguzzi che hai! » Il lupo cattivo balzò sopra il letto  « E' per mangiarti meglio!! » Cappuccetto Rosso mise mano alla strombola e sparò la mela centrando il lupo cattivo proprio sul naso,  « Caiiii !!!! » fece il lupo ululando dal dolore mentre scappava dalla finestra. Cappuccetto Rosso scese nella legnaia e liberò la nonnina, passarono il pomeriggio mangiandosi la torta, ed il lupo cattivo da quelle parti non si vide mai più.

Andrea Petrocchi

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