« A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perché dice « Bene, me le sono levate dai coglioni, e lo stipendio lo paga lo Stato. »
Queste le conclusioni di Nicole Minetti. Lo Stato in questione siamo noi, compresi i nostri figli, i nostri nonni, i sani, i malati, chi può prendere cura di se, chi non può, tutti, tutti noi siamo « lo Stato ». Stiamo pagando uno stipendio a delle prostitute perché c'è chi ha avuto la trovata di risolvere così un suo problema. E paghiamo perché chi è stato sistemato ha avuto il mandato di non uscire assolutamente da una linea politica, e paghiamo perché a queste cariche potevano accedere persone si di destra, ma con almeno un'etica, che so, il senso della patria, il rispetto dell'avversario politico. Sarebbe stato meglio. Invece lui, che può permettersi di mantenere a vita una città intera di mestieranti, lascia a noi il piatto sporco. Credo che abbia goduto di questa sua idea, credo che si sia sentito un bel paraculo, sfruttare la povera gente e sbarazzarsene facendo pagare il conto ad altri.
Non credo basti il ragionamento sui tren'anni di televisione berlusconiana a spiegare questa apatia davanti a fatti così crudeli, deve esserci dell'altro, hanno rimosso una rotella, in ciascuno di noi, la rotella che collega alla rotella superiore, quella della indignazione, quella inferiore gira al massimo e non la smette di accelerare, perché questo fatto ci graffia la coscienza, ci fa stare male, ma quella sopra, quella che dovrebbe farci correre alla stazione, staccare un biglietto per Roma, andare li e tirarlo fuori da palazzo Grazioli, quella rotella è ferma, tintinna.
Andrea Petrocchi
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