1 dicembre 2013

Il discorso che avrei fatto*

Il congresso ha un titolo, che è "La strada giusta", la strada presuppone un cammino, quella giusta anche il fatto che ci si ponga davanti a un bivio.

Qual'è la strada giusta? per rispondere a questa domanda è utile un Chakra, il percorso parte tornando ai concetti accademici.

A che serve un partito politico? la semantica di queste parole ci riporta al concetto di "parte", che io assimilo a quello di "matrice", quella che ci ha portato alla spicciolata nel tempo a ritrovarci in via Gori. Ho passato gli scorsi cinque minuti a farmi una lista di alcune idee che ci riportano a questa matrice, la riporto di seguito così come m'è venuta:
  • una visione corale dell'impianto democratico;
  • la società aperta, il rifiuto della catalogazione oggettiva, l'inclusione sociale;
  • la redistribuzione del gettito statale in funzione dei più poveri;
  • il rispetto per le differenze;
  • la contrarietà ai sussidiarismi;
  • una critica al consumo;
  • la secolarizzazione.
Un insieme eterogeneo di persone, una volta trovato il modo di coagularsi politicamente in una struttura, ha bisogno di tradurre in azione politica la cronaca e i suddetti precetti. Ci sono sostanzialmente due modi opposti per farlo, "sporcandosi le mani" secondo la condotta machiavellica del fine che giustifica i mezzi, oppure in modo più ortodosso, quello dei mezzi che nobilitano il fine.

La risulta va poi ulteriormente raffinata con l'evoluzione dei tempi, secondo me quel politico che spara in mezzo allo stormo per raccogliere più consensi ha iniziato già da un po a osservare un certo calo nei consensi, unitamente a una critica che è sistemica. Questo perché mentre prima le informazioni non giravano oggi con la socializzazione ogni incongruenza viene facilmente scovata e stigmatizzata "in piazza", la politica 2.0 tende invece a premiare chi porta avanti con intransigenza la linea, barra dritta dinanzi alle mediazioni. Questo i politici più seguiti lo sanno, solo per il fatto di saper leggere, e lo leggono tutti i giorni nei commenti sulle loro pagine social. Vincere guardando al centro è un ossimoro.

Chiudo questo "escursus". Rientriamo e riportiamo queste astrazioni sul nostro territorio: «Ma noi quanto siamo in traccia col Piddì?» 
  • Dalla cronaca pare che questo Partito dialoghi con la cittadinanza pensando di avere ancora a che fare con la Livorno provinciale di molti anni fa, osservo in alcuni miei coetanei uno scollamento evidente da questa realtà, il fattore aumenta esponenzialmente col ridursi dell'età, mentre i famosi nativi digitali, quelli cresciuti senza essere stati rimbalzati dai genitori sui media tradizionali, socializzano con conoscenti di mezzo mondo, figuriamoci se capiscono una classe politica che alla loro età "chattava" con gli amici sul telefono fisso dal corridoio di casa.
  • Oggi ho fatto in tempo a sapere che di recente nella nostra città sono state sfrattate alcune famiglie, ci sono andati di mezzo dei bambini, non mi aspettavo Gordillo, ma aver lasciato passare la cosa è molto poco "di sinistra".
  • Facciamo un altro piccolo salto indietro nel mondo accademico, che ci riporta la differenza del governo, a qualsiasi livello istituzionale, fra governi "di sinistra", che premono sull'indebitamento fino al massimo sostenibile al fine di concedere maggiori servizi sociali, e governi "di destra", che di contro "chiudono i rubinetti" fino ai primi allarmi per la pace sociale. Torniamo sul territorio, ho avuto la possibilità di sentire coi miei orecchi un amministratore locale vantarsi del fatto che la nostra città ha un rating superiore a quello statale, risultato secondo me biasimevole, quanti soldi avremmo potuto redistribuire sotto forma di migliori servizi, sopportando un merito di credito appena inferiore? Per dare una misura, da conti fatti dal sottoscritto con circa 300.000 euro potevamo togliere le liste ai nido comunali.
  • Discorso sul nuovo ospedale, a chi giova spendere per il doppione di una cosa di cui la città già dispone, e, messa in parallelo con il risultato politico del referendum bolognese della scorsa primavera, ha senso continuare nell'equazione referendum senza quorum = risultato incontrovertibile?
  • Dove sono le piazze per socializzare? Sono state date in pasto alle auto, in compenso abbiamo la nostra ruota per criceti formato sociale, il centro commerciale. Una politica "di sinistra" avrebbe piuttosto investito in centri culturali.
  • La scorsa settimana è uscito un articolo sulla cronaca di Quilivorno, si parlava di alcuni ubriaconi che usavano passare la giornata seduti su delle panchine a dar noia ai passanti. Una residente suggeriva di togliere le panchine, ignorando la sconfitta sociale che implica un'azione del genere. Altro esempio, questa mattina sono sceso a gettare la spazzatura, dall'altra parte della strada, diretta al mio stesso cassonetto c'era una signora sulla sessantina, come mi ha visto, povera donna, si è bloccata in preda alla paura. Faccio esempi di questo tipo per dire che il nostro tessuto sociale è sfilacciato, c'è dell'analfabetismo sociale di ritorno che mette paura, mancano i mezzi elementari per contestualizzare la definizione del rispetto per prossimo, manca addirittura la comprensione di questa fattispecie, anni di inoculazioni mediatiche di panico ci hanno chiusi dentro a degli steccati ideologici che secondo me impediscono addirittura alla gente di pensare, siamo alla subodorazione olfattiva del pericolo, roba da gazzelle nella savana.
  • Non affronto le tematiche occupazionali, ci sono stati oggi interventi autorevoli che ben delineano la situazione.
In America Latina, la riconferma del mandato di molte delle amministrazioni nazionali "di sinistra" sta portando gli studiosi a parlare di "postneoliberismo". Pare giusto osservare la nascita di questo fenomeno nei posti dove il liberismo è nato. La liberazione da secoli di ingerenze più o meno rigide è avvenuta con la saldatura fra la piccola borghesia e il proletariato. Qualora questo fenomeno si degnasse di affacciarsi dalle nostre parti (parlo della consapevolezza della realizzazione di questa comunione d'intenti) quale partito politico raccoglierebbe e farebbe suoi questi dettami? Beppe Grillo? Il Pd? sicuramente la linea ricalcherebbe quella del nostro Partito.

Insomma dobbiamo chiederci quale futuro vogliamo, quello inglese "liberal" in salsa "labour" che piace tanto al "nuovo che avanza" del Pd? a Londra hanno privatizzato anche le piazze, davvero siamo in grado di sopportare le discussioni con la sicurezza per una foto al monumento di Cavour sprovvista di adeguato "passi" del privato? o preferiamo socializzarci la piazza sfumando in una politica fra il socialista e il socialdemocratico?

Queste sono le strade che ci si stagliano davanti, ma abbiamo dato retta alla nostra matrice e abbiamo scelto la seconda, anche se l'altra è asfaltata. Abbiamo fatto bene, in caso contrario, e torno agli inizi del ragionamento, avremmo perso noi stessi, insieme alla dignità di essere i rappresentanti dei nostri elettori.

Se posso permettermi una cosa, saltiamo lo steccato della scadenza elettorale, la portata da affrontare è quella di togliere i cavalli di frisia che isolano le masse.


*
Non ho fatto in tempo a prendere la parola, ho dovuto lasciare i lavori del congresso poco dopo l'inizio per problemi familiari. Lascio qui il testo del mio intervento, decontestualizzato, per non buttare via tutto.

hashtag
#cantieresinistra

@andreapetrocchi
SEL Livorno http://www.livornosel.it/
Fonte

Nessun commento:

Posta un commento