21 febbraio 2013

Un Paese a sovranità limitata

La democrazia si riduce a un voto ogni tot anni, che già di per se non è granché in quanto a partecipazione. Se a questo sommiamo che il 99% degli italiani è quotidianamente gravato da beghe che gli impediscono di informarsi in modo decoroso, e che a questo bisogno si sopperisce coi risotti dei vari Tg e degli approfondimenti politici che a informazione non sono affatto simmetrici - intendendo con questo non che censurino le notizie (cosa che comunque fanno) ma che vengono usati per propagandare, per crearlo, il consenso - torna normale vedere che oggi quando l'italiano parla di politica lo si fa con in mano il metro del tifoso, con la fede verso "la maglia" e col culto del leader, e quasi nessuno ha letto i programmi, che stavolta qualche lista ce li aveva pure, e neanche brutti.

E così, anche per questa legislatura, quelli che muovono i fili dei vari giornalisti centreranno il bersaglio, e troveranno altri seggi e altri favori da scambiare (anzi, li hanno già trovati, le liste sono bloccate). E nessuno si chiede come mai in Italia fra sessanta milioni di abitanti ci sono delle famiglie che continuano a tramandarsi il seggio in parlamento fin dai tempi di Vittorio Emanuele. A un osservatore esterno il peso politico di Berlusconi non è per nulla differente da quello di Mubarak - tutti e due disarcionati per tutelare le rendite degli investitori esteri - e la nostra italica sovranità equivale a quella egiziana.

Questa mattina ho trovato il solito gruppetto di pensionati, cinque o sei, uno che vota Pdl da una parte, e tutti gli altri d'intorno che votano Pd, il primo piantato come un mulo sulle proprie convinzioni e gli altri ad elencagli le malefatte berlusoniane, come per cercare di farlo rinsanire.

Il problema, e qui viene il punto, era il mezzo, si andava infatti sul personale, sui fatti riguardanti il Berlusconi personaggio, non su quanto sta dietro a reggere quella sagoma. Mi sono avvicinato, e ho chiesto al pensionato pidiellino il perché del suo voto. Silenzio. Allora informo che ieri in Spagna ci sono stati dei disordini perché il governo Rajoy, reazionario come i passati governi berlusconiani, sta cercando di privatizzare la sanità, e che se vincerà Berlusconi, probabilmente anche qui da noi si prenderà quella piega, il signore pidiellino li avrebbe eventualmente i soldi per la polizza sulla salute? e sua figlia i soldi per portare i bambini alle scuole private ce li ha?

Per il mainsteram c'è assolutamente un'interesse nell'oscurare la formazione di una coscienza politica nazionale, ed è in questo contesto orwelliano che ci tengo a fare pubblicità a questi ragazzi che hanno capito che il sistema informativo va rivoluzionato alla radice, ripartendo dai fondamentali:

Meno cronaca e più saggistica.

Vi consiglio quindi questo post. Quando accadrà quello che è accaduto in Sud America, quando i ceti medi (proletarizzati) e quelli popolari troveranno la loro comunione di intenti, allora le cose cambieranno. Ed è per questo motivo che le purghe mediatiche vanno in una direzione diametralmente opposta.

hashtag
#politica
#elezioni2013

Fonte
Andrea Petrocchi
@andreapetrocchi

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