4 gennaio 2013

L'uomo combatte per l'ideale che gli rende di più

Frase sarcastica quella che intitola il presente post, sentita alla tele da un grande Walter Matthau nel film "I Pirati" (1986).

Walter Matthau durante le riprese del film

Frase intrigante, attribuibile allo scrittore del soggetto del film (da Wikipedia John Brownjohn, ho cercato in giro senza trovare più illustre paternità), frase che mi fornisce lo spunto per quanto segue, con l'ambizione di dimostrare che ciò che muove l'elettorato di destra è l'egoismo.

La frase in oggetto è senza dubbio "destrorsa", perché tira per un braccio gli ideali che motivano ciascun essere umano, rovesciandoli in un mero tornaconto personale.

Ad essere sincero, a patto di rimanere sulla superficie di quanto strillato alla ciurma dal pirata Thomas Bartholomew Red (Matthau), mi trovo completamente in traccia con l'evidenza che effettivamente ciascun essere umano combatte per l'ideale che gli rende di più.

Grattando però appena sotto la sua superficie, viene alla luce, in modo del tutto contingente, quello che è il concetto della nuova sinistra, di una "sinistra 2.0", cronologicamente risultante dalla fine della politica dei blocchi e dalla eclissi della seconda superpotenza mondiale, quella socialista sovietica. Un evento che, a dispetto di quanto supposto da liberali e moderati, non ha finito per uccidere il socialismo antesignano, limitandosi invece a causarne la mutazione, una riverberiscente transfigurazione che è ancora oggi assolutamente in atto.

Rapido salto indietro nel tempo per ritrovare il fattore coagulante della politica occidentale durante il periodo fra l'immediato dopoguerra e la fine della guerra fredda, il Bau Bau, sventolato qui da noi da quelli della Dc, che era la paura della socializzazione della proprietà privata.

Sarà stato un bene, sarà stato un male, fatto sta che con la fine del blocco socialista dalla destra dell'estrema sinistra (anarchici e comunisti rivoluzionari) nessuno ha più sentito parlare di tali eventualità, e la rimozione di questo dibattito, evento che obbligava ad una visione estremistica delle nostre regole sistemiche, dove la discrepante riguardo ai propri ideali/interessi era una prospettiva bianco=voto al Pci=socialismo oppure nero=voto alla Dc=proprietà privata, ha fatto si che, sempre secondo chi scrive, si liberassero tutta una serie di sfumature fra questi poli, che hanno spostato, spostano ed in seguito sempre di più sposteranno a sinistra quegli elettori che sono riformisti ma fino a un certo punto, laddove il "certo punto" è soggettivo ed è spinto più o meno verso il socialismo, ma mai oltre la socializzazione della proprietà.

Ma sto divagando, tornando a quanto cerco di dimostrare, è vero che ciascuno di noi combatte per gli ideali che gli rendono maggiormente, ma a differenza dell'interesse privato di un socialista o di un socialdemocratico (discorso per certi versi estendibile anche a un liberale o un radicale), che al netto della aspirazione alla conservazione dei propri beni, coincide, dato il desiderio ad essere parte di una società migliore, con quello pubblico, laddove il termine "migliore" significa pace e quindi coesione sociale, e dove ciò si coniuga con l'implementazione di diritti e servizi, perché egli trova questa proiezione intelligente percependo se stesso effettivamente come parte di un tutto, l'elettore moderato, che è invece un antagonista, perché chiede uno stato sociale leggero ed una distribuzione fiscale favorevole, che è un reazionario, avendo da pagarsi i diritti, è in realtà un egoista, e scende in guerra esclusivamente per il profitto personale.

Quindi in sintesi, l'ideale che rende di più può essere il bene di tutti o quello personale, ma per l'uomo di sinistra questi due termini sono coincidenti per ideologia, ed a differenziare i due prototipi è quella stessa oceanica differenza che divide l'altruista dall'egoista.

hashtag
#politica

Fonte
Andrea Petrocchi
@andreapetrocchi

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