1 aprile 2012

Riforma dell'art. 18 - pretestuosa l'associazione col mercato del lavoro

Se si osserva un quadro, ma la sua cornice è inappropriata, oppure questo quadro è attaccato storto, chi osserva l'opera non riesce ad apprezzarla degnamente, per i dubbi sulla cornice o sul come mai questo quadro sia stato attaccato storto.

Per l'osservatore la situazione finisce per diventare fumosa, si finisce col non capire, col farsi un'idea non sana sulla questione.

Qui da noi, e come ho avuto modo di capire pure in molti altri posti, la politica percepisce l'opinione pubblica (brutto termine oggettivizzante attribuito a una massa di soggetti eterogenei) come il principale ostacolo frapposto fra se e la realizzazione del proprio mandato.

Nei dibattimenti relativi alle varie lotte sui vari casi, come quello attuale sulla riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, osserviamo che chi propone le riforme tende a mettere a fuoco solo aspetti particolari della vicenda, descrivendo un quadro della situazione avulso dalla sua cornice.

E' un po come quando un sommergibile braccato da un incrociatore libera in mare dei falsi segnali per evitare di farsi beccare dalle mine di profondità.

L'osservare la facilità con cui i nostri politici masticano questa politica, lo svicolare dai concetti risegandoli in un'ansa per poi estraniarli dal rimanente e quindi snaturarli e renderli incomprensibili, il cadere facilmente sempre dentro la solita vecchia trappola, in non aver ancora maturato anticorpi, dimostra l'acerbità della nostra democrazia, l'intorpidimento dei nostri sensi democratici, di qunto siamo facili all'assoggettamento e di quanto della cosa i principali responsabili siano quelli che alla politica dovrebbero fare delle domande.

In questo campo il ministro Fornero insegna, infatti, relativamente a quanto si dibatte oggi sulla riforma del mercato del lavoro, manca la cornice, manca il chiodo e pure la parete.

Qual'è il motivo che ha portato Fornero e soci a fare pressing sull'art.18? credo sia stato il cercare di far ripartire il mercato del lavoro, incipit nobilissimo.

Ma se a monte c'è questo, la riforma dell'art.18 rappresenta una strada (un sentiero piuttosto contorto) che passa (indirettamente) per il bersaglio.

Ce n'è un'altra di strada, ben più a monte di quella presa, ed è dritta nella sua elementarità.

Se sono i nuovi posti di lavoro quello che cercano perché non arrivarci abbassando la tassazione sulle aziende? forse non costano anche gli ammortizzatori?? perché non abbattere qualche muraglia burocratica posta fra le aziende ed il loro sviluppo? perché non trovare il modo di attrarre capitali stranieri, magari aprendo mercati asfitticamente chiusi alla concorrenza, i famosi stagniucci bazzicati dalle sole aziende italiane per il loro esclusivo godimento?

Ecco che arriva la cornice appropriata e pure la livella, ora il quadro è ben dritto sulla parete, iniziamo a goderne l'opera del maestro.

Quella della riforma dell'articolo 18 come fine per far ripartire le assunzioni è quindi secondo me un pretesto, in realtà si vuole indebolire i sindacati consentendo ai padroni delle aziende di scrollarsi di dosso dipendenti sgraditi.

Questo è quanto scritto sulla somma del monte di questa faccenda, e questo è il reale mandato della Fornero.

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