23 dicembre 2011

Cantico per l'italiano medio

Il pantano politico, economico e sociale nel quale è costretta la società italiana d'oggi è lo stesso pantano nel quale abbiamo sguazzato negli ultimi settant'anni.

A prescindere dalle apparenze, i governi che si sono succeduti negli anni sono riconducibili alla stessa matrice clerico-liberale, per la stragrande maggioranza delle nostre conquiste sociali siamo dovuti ricorrere al referendum.

E' un cerchio che continua a tracciarsi nello stesso solco, da settant'anni, una figura ottusa che non ci ha portato da nessuna parte. Se è vero che non lo ha fatto nel passato dubito possa farlo nel futuro.

Se da una parte questa cronicità è attribuibile alla gracilità della nostra democrazia ed alla arretratezza economica nella quale è immersa buona parte della penisola (penso a ciò che sta a monte al sistema del voto di scambio) credo comunque che nei fondamenti di questa mancanza di alternative ci sia l'oscurantismo, la propaganda e la censura a cui sono sottoposti i media italiani.

Nello specifico credo che gran parte della colpa della nostra ottusità ricada su alcune figure nere che obbligano i giornalisti ad estrapolare dai fatti di cronaca le sole faziosità, rimanendo insensibili al desumerne gli insegnamenti.

Continuiamo a dolerci e a gemere per quello che la storia ci propone, ma siamo totalmente incapaci a distillare da questi avvenimenti gli insegnamenti che dovrebbero vaccinare la nostra comunità dal commettere ed assistere al ripetersi di nuovi eventi.

E cosi il cerchio si replica inesorabilmente su se stesso, cordoglio e rimozione continuano a succedersi, ed il nuovo evento ci colpirà in piena faccia, stordendoci, tale e quale al precedente.

Andrea Petrocchi

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