28 luglio 2011

Se, se, se ...


Se chiudessimo le nostre 33 missioni di pace all'estero (facendo incazzare gli alleati) se non comprassimo gli aerei per la Cavour (facendo incazzare i lobbisti) se eliminassimo le province, le auto blu, le scorte inutili  (facendo incazzare gli Apparati) se togliessimo gli insegnanti di religione, i finanziamenti alle scuole "parificate", l'otto per mille e le convenzioni con le cliniche convenzionate (facendo incazzare il Vaticano) se qualcuno facesse passare la Tobin Tax, creando, a livello europeo, gettito per 55 miliardi du euro l'anno (facendo incazzare le banche) se lottassimo contro gli evasori fiscali (facendo incazzare gli taliani)

Allora potremmo come minimo investire sugli asili e sull'assistenza agli anziani, che sono fra le prime cause di impoverimento delle famiglie italiane, andando a rimuovere le attuali asimmetrie che colpiscono le famiglie in maniera assolutamente casuale. 

Riguardo gli asili potremmo dimenticare la riffa al contrario delle graduatorie, tutti dentro! consentiremmo ad ogni bambino il diritto di crescere fra i suoi simili, libereremmo i nonni dall'angusto ruolo di chiave di volta delle famiglie dei loro figli, e toglieremmo dalla miseria le famiglie che non hanno la fortuna del piazzamento in graduatoria e neanche nonni disponibili, e che a causa di questa mancanza si stanno dissanguando con gli asili privati.

Riguardo l'assistenza pubblica agli anziani non auto sufficienti, potremmo "nazionalizzare" i costi delle badanti, sollevando da questa incombenza economica le relative famiglie, molte di queste già alle prese con pensioni da fame. Ad oggi questi nuclei familiari si salvano grazie ai figli (quando ci sono) che divengono la chiave di volta di cui sopra, contribuendo economicamente al servizio.

Sto parlando di Stato sociale e di sciogliere i legami di dipendenza economica fra generazioni, che con lo Stato sociale sono in antitesi. Solo in questo modo potremo puntare ad una società civile più vivibile, a tutte le età.

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