8 giugno 2011

Referendum del 12 - 13 giugno: il quorum in mano agli italiani all'estero?

Il sunto che avevo letto era incompleto, integro il post (neretto) dopo aver letto l'intervista:


Antonio Di Pietro fa quattro conti e ci comunica che, conteggiando il voto degli italiani all'estero, oltre tre milioni di persone, che non potranno pronunciarsi sul nuovo quesito sul nucleare, quello della cassazione, perché hanno già votato per quello precedente, che era diverso, il raggiungimento del quorum passa dal 50% +1 al 58% dei votanti. Di Pietro continua a fare affidamento sul voto dei connazionali all'estero. Io però continuo a chiedermi perché facciamo votare anche i cittadini che non si trovano in patria? oltre al problema suddetto aumentano i costi e diminuiscono i controlli sulle schede, senza contare che per questi soggetti l'informazione sui temi oggetto del referendum può essere latente: il mio dubbio è il seguente: sono stati avvertiti? lo sanno che fanno parte del corpo elettorale? Gente! il loro voto pesa per l'8%! Questi elettori si sono fatti un'idea fondata circa l'oggetto del referendum?ed infine: non è che questo voto agli italiani all'estero è una trovata dei nostri governanti per mettere un ostacolo in più al raggiungimento del quorum?

A seggi chiusi Di Pierto depositerà un ricorso in Cassazione a tema, affinchè i tre milioni e duecentomila voti potenziali siano scorporati dal conteggio.

Fonte

Aggiornamento: Anche Sartori la vede come me.

AggiornamentoII: casi di quorum mancati per colpa del voto degli italiani all'estero. Nel 2000 su 3,2 milioni di votanti il 13,2% ovvero 350 mila persone risultarono decedute o irreperibili.

Andrea Petrocchi

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