1 maggio 2011

Primo maggio, negozi aperti, ma io non ho comprato

Luogo di villeggiatura, negozi piccoli, probabilmente la maggioranza sono a gestione familiare, ma mi avvalgo della legge dei grandi numeri e scommetto che sicuramente fra tutte quelle persone indaffarate a servire i turisti appena tornati da spiaggia c'era anche qualche dipendente. Quello che manca è un'alfabetizzazione al significato del primo maggio, soprattutto riguardo la comprensione del diritto di questi lavoratori al rispetto di questa festa, diritto spesso violato dal rapporto subalterno che lega commessi e camerieri ai titolari degli esercizi. Questa ignoranza è più evidente se vista non dai commercianti, non dai dipendenti, ma dai clienti. Se infatti i commercianti sono obbligati a tirare su la saracinesca dai conti da far quadrare, se i dipendenti vanno a lavorare in base alla loro condizione di debolezza, se lo "Stato" latita e continua a non regolamentare questa fattispecie, sta ai clienti obbligarsi ad un sano digiuno dallo shopping. Credo basti fare informazione, qualcuno potrebbe essere spinto da un senso di solidarietà. Durante il direttivo, dove abbiamo approvato una mozione su questo argomento (l'ho proposta io) mi è stato chiesto se mi riferivo ai soli negozi con dipendenti o a tutti gli esercizi commerciali, ho risposto la prima, ripensandoci, fosse per me, manderei tutti al mare. 
Andrea Petrocchi

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