5 gennaio 2011

Atl, per uscire dalla crisi puntare sulle interconnessioni



Il restringimento dei finanziamenti elargiti della Regione per il 2011, causati a monte dal Governo e da Tremonti, ha mandato in crisi l'Atl, azienda che gestisce il trasporto pubblico urbano ed extraurbano nella provincia di Livorno. La ricetta della dirigenza aziendale per far fronte (temporaneamente) alla situazione di crisi è stata la solita, licenziamenti (contratti a termine e stagionali), rincari per gli utenti e chiusure di linee. Il tutto nonostante l'intervento a sostegno della azienda da parte del Comune, precedentemente a questo l'amministratore delegato dell'Atl, incontrando il Consiglio della Circoscrizione 3, aveva addirittura paventato la sospensione del servizio publico causa mancanza di fondi necessari a pagare gli autisti.

Alcuni mesi addietro ho letto di una crisi simile che ha colpito il servizio bus di una citta' americana, l'articolo era su un giornale, sfortunatamente non ricordo quale, non mi ricordo di quale citta' si trattava, e non ho trovato notizie relative a questo fatto su internet. Comunque laggiù qualche dirigente ha avuto l'idea di incentivare il trasporto intermodale urbano permettendo ai cittadini di salire sui bus con le biciclette, hanno fatto pagare il relativo tiket ed hanno ottenuto risultati sorprendenti. D'altra parte una delle parole più' gettonate di questi ultimi anni per declinare la parola sviluppo e' la parola interconnessione.

Livorno è una città di estensione media, ha la fortuna di essere pianeggiante e di godere di un clima particolarmente favorevole, queste caratteristiche potrebbero farne la mecca italiana della bici,  ma la citta' ha un difetto da superare, rappresentato dalla costa, posizionata ad ovest, che l'ha spinta ad uno sviluppo allungato invece del classico sviluppo circolare delle citta' dell'entro terra. Il risultato e' che mentre le periferie delle citta' dell'entro terra sono più' o meno equidistanti dal centro, le periferie livornesi sono posizionate in modo irregolare, con quella est relativamente vicina al centro e quelle nord e sud sono molto distanti da esso. Questa lontananza delle periferie nord e sud dal centro disincentiva i relativi abitanti all'uso della bicicletta.

Limitatamente alle linee che dalle periferie portano al centro e limitatamente ai tratti che portano dalla periferia al perimetro esterno della zona centrale, quindi prima che i bus si affollino di utenti, se venissero predisposti mezzi per trasportare le bici sui bus, disponendo ad esempio l'entrata posteriore per consentire l'ingresso a bordo con le bici (nell'articolo letto le bici venivano attaccate esternamente direttamente sul retro del bus, nella foto trovata sul web le bici sono attaccate sull'anteriore, comunque la mia idea di trasportare le bici internamente dovrebbe avere almeno il pregio di essere economica, perché' non comporterebbe spese di progettazione dei supporti per attaccare le bici al posteriore del veicolo) potremmo consentire agli abitanti delle periferie di utilizzare il servizio di trasporto pubblico e l'uso della bicicletta, lasciando in garage le rispettive automobili.

Per l'Atl i vantaggi sarebbero rappresentati dal biglietto in più' per il trasporto della bici, mentre per gli utenti, se il costo del trasporto sarà sostenibile, i vantaggi sarebbero sia economici, il risparmio sulla benzina, sia ambientali, dato che questa interconnessione fra mezzi di trasporto differenti si tradurrebbe nella mancata emissione di polveri sottili e contribuirebbe a migliorare la qualità dell'aria che respiriamo.

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