13 dicembre 2010

La televisione sta morendo


Dalla fine degli anni ottanta sono passati quasi trent'anni, ma per la televisione di oggi quel decennio sembra non terminare mai. Per testare il polso a quanto ho appena detto basta dare un'occhiata ai palinsesti delle reti televisive, in particolare a quelli relativi ai programmi di prima serata, dove da alcuni lustri sono riproposti i soliti tre-quattro inamovibili format. Anche quando sembra di intravedere qualche novità, l'entusiasmo svanisce al primo approccio, già durante la sigla di testa, quando ci troviamo a tu per tu con il solito sinonimo dei best seller già visti, questo non soltanto riguardo al format, ogni cosa del programma punta agli anni ottanta. Facciamo una rapida analisi, partendo dalle cose che stanno sullo sfondo: la cornice musicale ad esempio, sono le solite canzoni disco anni ottanta. Stringiamo un attimo e diamo un'occhiata al quadro generale, e vediamo gli ospiti, li stessi, da tre decenni, posti negli stessi contesti, intenti a ripetere le stesse battute. Eccoci sul protagonista, il presentatore, è sempre lui, ormai è appannato, stanco, si vede che vorrebbe fare altro. Quando il programma è mirato a tutta la famiglia il presentatore viene mandato in scena in versione rassicurante, affiancato dalla solita bionda o mora, ex bellissima, oggi molto simpatica, dal sorriso stirato e dallo sguardo egizio se non addirittura leonino, dovuto alla tirata alle zampe di gallina. Nella seconda versione lo stesso presentatore appare in stile ammiccante tipo vecchio satrapo, viene rimossa la co-conduttrice ed al suo posto appare un plotoncino di sgambettanti ventenni in abitini succinti riprese da angolature basse, che sono lì solo per proporre alla vista di chi ormai sono quattro decenni che non testa la tonicità di quelle forme, ed oggi francamente dispera di una ultima chance, di consolarsi con del voyerismo. Quanto ho appena detto forma un primo indizio che mi spinge a sostenere quanto scrivo nel titolo di questo post. Altro indizio, avete notato il pubblico in sala? dalla seconda fila in poi sono tutti anziani. E che dire della pubblicità? sono quasi tutte mirate ad un pubblico anziano, gli uffici marketing delle aziende si sono accorti che la televisione ha perso il pubblico dai quarantenni in giù, e così le uniche aziende che investono in pubblicità sulla televisione producono apparecchi acustici, paste per dentiere, pannoloni per incontinenti. Che questo infinito riverberare la stessa cosa da soffitta della nonna sia una trovata ad uso e consumo di quegli italiani che si sono persi trenta anni fa, telecomando alla mano, sprofondati fra le pieghe del divano di sala, e che davanti alla tele ci sono invecchiati? è uno stratagemma posto in atto dalla Spectre dell'etere per evitare di far percepire a questi individui che il tempo è passato? Qualcosa comunque sta cambiando, sembra il peggio che di solito precede la fine, vedo alcune novità. Ieri sera mentre stavo cenando, fra il tg ed il gioco a premi è partita la pubblicità e mi sono accorto che dopo gli assorbenti ed i detergenti intimi, la tele ha sdoganato anche la parola urina, contestualizzata in una pubblicità per pannoloni da incontinenti. Grazie, comunque tanto non avevo appetito. Chi finanzierà questo circo per ottuagenari quando questi ottuagenari non ci saranno più?







Andrea Petrocchi

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