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15 febbraio 2012

C'è l'ombra lunga dei misfatti imperialisti dietro agli oltranzismi degli immigrati

L'altra sera mi ha dato uno strappo un amico, parlando mi sono trovato d'un tratto a sorbirmi il pippone sugli islamici che mirano a distruggere la nostra civiltà, perché l'Islam mira a sopraffare le altre religioni.

Il fatto è che uno nasce e cresce, ed i luoghi frequentati sono degli insiemi chiusi, dove convivono differenze e assonanze. Le assonanze, nei paesi islamici, sono favorite dal comportamento dell'occidente, come volete che rispondano questi poveracci a cent'anni di colonialismo, di sfruttamento intensivo dei loro territori e delle loro genti, di crimini, sempre impuniti, nei confronti dei loro stessi Paesi o di Paesi a loro ideologicamente vicini.

Mettiamoci un attimo al posto loro come percepiremmo l'occidente? Quanti di noi oggi professerebbero parole di odio verso gli occidentali?

Andare incontro a queste persone vuol dire professare l'uguaglianza fra loro e i nostri padri, capendo che chi fra questi individui è portato ad odiarci, lo fa in virtù di quanto subito dai suoi fratelli.

L'odio svanisce, basta indicare a queste persone l'errore che sta alla base del loro ragionamento: loro vedono in noi occidentali dei biechi conquistatori, mentre noi siamo come loro, dei conquistati.

Quanti di noi sono disposti ad avallare lo sterminio di civili indifesi? Quanto investono i media mainstream per propagandare il consenso alla guerra, criminalizzando sistematicamente questi popoli? Perché chi resiste a casa propria davanti all'invasore è chiamato criminale, quando invece al  tempo che toccò a noi resistere eravamo degli eroi?

 La nostra democrazia, quando valica i nostri confini, è impugnata da altri, gente che in onore degli eserciti, della produzione di armamenti e delle ricadute economiche che ne conseguono all'interno dei loro Stati, non esitano prendere i nostri soldi e a dare la guerra a popoli indifesi.

In questo siamo fratelli, compagni, combattenti, e le nostre divisioni avvengono in maniera trasversale, chi comanda da un parte, chi osserva impotente dall'altra.

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#Art11

14 settembre 2011

La Libia d'oggi fra Caccia ai "neri", sparizioni di bambini, stupri. Ma non era maglio con Gheddafi?

Da regime dittatoriale a protettorato europeo, ovvero dalla padella alla brace. Leggo dalla fonte che linko sotto che la Libia di queste ore è stata ridotta a un vero e proprio inferno in terra. Oltre agli sconfitti (pare che basti essere africani subsahariani per passare da "contractor" e venire linciati senza tante domande) a pagare  il prezzo più alto sono i civili, donne e bambini innocenti. A misurata è stato svuotato un intero orfanotrofio, sono spariti 105 bambini. Spero questo fatto si concluda per il meglio, in caso contrario quei ragazzi ce li abbiamo sulla coscienza noi, che quando siamo stati informati sull'abominio che si stava per commettere in Libia eravamo al mare e lì siamo rimasti.

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#libia

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13 settembre 2011

Il governo taglia il sociale ma non la "Difesa" : +266 milioni sul 2010

Grandi acquisti per il nostro ministero della Difesa, che rispetto all'anno scorso spende ben 266 milioni in più in armamenti. Chi ci guadagna? non noi, dato che le nostre "vetrine internazionali" ci regalano soltanto giovani da piangere, sono le lobbies a guadagnarci. 

Con i tempi che corrono un governo degno di questo nome si organizzerebbe tagliando le spese non necessarie ed asserragliandosi in difesa del nostro stile di vita, macché, questi con il nostro mandato ci si soffiano il naso, sono altri gli interessi che sono stati chiamati a curare.

#bastasprechi


14 luglio 2011

Esportatori di morte

Due bollettini reperiti online (grazie al mio Google Reader ndr) aggiornano il triste elenco delle vittime civili sparse fra i teatri di guerra partecipati "dai nostri", "danni contingenti" scrivono ipocritamente i tattici dei ministeri di guerra, cercando di nascondere nelle pieghe dei tecnicismi le tragedie patite da popolazioni lontane, gente colpevole a causa di un territorio che nasconde nei suoi substrati le allettanti ricchezze, materie oggetto nemmeno più tanto nascosto dei nostri "inteventi di pace" a seguito della Nato. Nel conflitto afghano i morti fra i civili sono a 1462 unità solo negli ultimi sei mesi, mentre nel conflitto libico le vittime sono mille dall'inizio delle operazioni, orrende operazioni di guerra. Non rientrano nei conti i civili feriti, lievi, gravi, invalidi a vita per colpa nostra, destinati a portarsi dietro per il resto delle loro misere esistenze le tragedie vissute, tragedie tatuate vivide sulla loro pelle. Nella nostra indifferenza stiamo permettendo ai nostri lacchè di Stato di sottoscrivere l'impegno italiano in queste carneficine, non per esportare la democrazia, che, ormai lo sanno anche i  muri, non si può esportare con le bombe, ma per importare materie prime a buon mercato. Fanno tutto per i prodotti interni dei loro mandanti, e la firma, lo sanno loro, lo sanno le famiglie dei civili feriti ed uccisi, la firma la stiamo mettendo tutti noi.

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9 luglio 2011

In questo momento l'esercito italiano è attivo in 33 missioni fuori dai nostri confini

Stando alla fonte che riporto in fondo a questo post l'Esercito italiano in questo momento ha trentatré missioni attive fuori dai nostri confini, trentatré schiaffi nei denti ai nostri padri costituenti che hanno scritto sulla nostra Carta che al nostro esercito è inibita la possibilità di varcare i confini nazionali (non per niente La Russa lavora al ministero della difesa). Sempre nello stesso articolo leggo che queste missioni ci costano quasi un miliardo e quattrocento milioni di euro l'anno. Siamo in Georgia? in Congo?? che ci stiamo a fare? perché non si sente nulla a riguardo?

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#articolo11

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20 giugno 2011

Libia : nove morti, diciotto feriti, l'aviazione italiana ed i missili intelligenti

La cosa che lascia basiti è che la Nato è intenzionata a chiedere scusa. I nostri, l'occidente, si arrogano il diritto di cospargere di bombe una nazione intera, e quando cessato il fumo vengono rinvenute vittime contingenti, nove morti, diciotto feriti, l'altra notte a Tripoli, famiglie mutilate dei loro cari, si dice «scusate, abbiamo sbagliato il bersaglio, colpa di un malfunzionamento tecnico», finisce lì. Non c'è niente di più ipocrita. 


Poi guardo fuori dalla finestra, e vedo un'Italia intera che si disinteressa, che da questi orrori per scontati.


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Andrea Petrocchi

30 maggio 2011

Nuovo raid Nato in Afghanistan - gli yankees uccidono 32 civili, 12 sono bambini

Nuova operazione militare in Afghanistan, sotto i bombardamenti, richiesti da un gruppo di militari americani rimasti sotto attacco dalla resistenza, vengono uccisi 32 civili, di questi ben 12 sono bambini.

Nella indifferenza generale dei corporate media italiani, un altro delitto, altre dodici vite innocenti spezzate per combattere un guerra senza senso, se non per le majors petrolifere. Come ho già avuto modo di scrivere, l'unica ragione che giustifica la presenza del nostro esercito è Eni, azienda controllata dal ministero del tesoro, che ha grossi interessi nelle zone limitrofe. Sono dividendi lordi del sangue di vittime innocenti quelli che verranno distribuiti ai suoi azionisti.

L'Eni va boicottata.

Fonte
Andrea Petrocchi

3 maggio 2011

Io spero ancora in un mondo migliore, lui pure


La foto ritrae un militare americano, il testo sulla bandiera, mostrata capovolta, dice:
« Non c'è bandiera abbastanza grande da coprire la vergogna di uccidere persone innocenti.»
Grazie a Curiositasmundi per la condivisione in rete. 

Andrea Petrocchi

28 aprile 2011

Quanto ci costa la guerra in Libia?

Partecipare alle scorribande aeree con i compagni di merende della Nato, permettere a La Russa di spostare gli aeroplanini di plastica sulla mappa italo libica, costa agli italiani cento milioni di euro al mese. Lasciamo per una volta da parte l'incostituzionalità di ogni guerra fuori dai nostri confini geografici, lasciamo da parte, anche se ci lasciano sgomenti, i cosiddetti danni collaterali, uomini, donne e bambini innocenti uccisi dalle bombe sganciate dai nostri caccia, bombe pagate (a chi? chi le fabbrica?) da tutti noi, guerrafondai deleganti, con quei cento milioni di euro (al mese). Quante case, quante strade, scuole, ospedali, potremmo sistemare con quei soldi, penso agli insegnati di sostegno, il trasporto pubblico, le università, il sociale. Ogni missile (francese) sparato dai nostri caccia costa duecentocinquantamila euro.  I soldi non è che mencano, i soldi ci sono.

Andrea Petrocchi

14 aprile 2011

Stop agli F 35 : questo blog aderisce alla campagna, e tu?

15 miliardi di euro per 130 aerei caccia JSF-F35. Un mucchio di soldi, gente, sono miliardi di euro, il più grosso investimento di sempre per la nostra aviazione militare. Con quella cifra potremmo sistemare le scuole, costruire case popolari, strade, pagare insegnanti di sostegno, comprare pale eoliche. Invece ne beneficerà l'economia a stelle e strisce e qualche top gun italiano, che userà questi giocattoli mortali per bombardare il prossimo popolo da colonizzare. Dopo averci provato (a vuoto) Umberto Veronesi, Savino Pezzotta (Udc) ha presentato una mozione chiedendo al governo di rinunciare all'acquisto. Gran Bretagna, Norvegia, Olanda e Danimarca hanno già rinunciato, mentre gli stessi yankees, nonostante gli aerei siano prodotti dalla americana Lockheed Martin, stanno pensando di sganciarsi dal progetto. Ma dalla presentazione della mozione, avvenuta a luglio 2010, dalle parti del ministero della difesa tutto tace.

Ad oggi 19657 persone (me compreso) e 385 organizzazioni hanno sottoscritto questo appello. Firmiamo e facciamolo girare!

Andrea Petrocchi

5 aprile 2011

Articolo 11

« L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. » 
Da notare l'uso del verbo ripudiare, che va oltre il rifiuto, si ripudia una moglie infedele e la si ripudia perché il suo tradimento non rende più possibile la vita comune. E' un rifiuto mortale, o lei o me. In questo modo, secondo i nostri padri costituenti, l'Italia rifiuta la guerra. Poi abbiamo inventato i costituzionalisti e tutto è diventato interpretabile, fumoso.

Andrea Petrocchi