Se ripartiamo queste 1318 majors in base ai mercati di sbocco dei loro beni otterremo un pugno di grosse aziende per ogni ambito. Se a questo ragionamento aggiungiamo la tendenza alla fusione che queste aziende hanno dimostrato nel passato prossimo e se proiettiamo questa attitudine nel futuro, se riflettiamo sulla possibilità che queste aziende hanno di fare cartello, otteniamo che dal punto di vista del consumatore il socialismo, dal punto di vista del riverbero della offerta, è già oggi assai vicino.
Questo fatto mette in profonda crisi quella che è la radice del sistema capitalista, ovvero l'opportunità di moltiplicare i posti di lavoro al riverberare delle linee di produzione conseguenti al riverbero del singolo bene "x".
Stiamo andando verso un socialismo asimmetrico, passando dall'altra parte dello specchio infatti troviamo una parte residuale della popolazione mondiale che, senza mettere in opera alcun tipo di ingegno, beneficia di questa asimmetria in modo spropositato, mentre tutti gli altri, sottomessi alla falce oscura del capitalismo, il consumismo, continuano a girare nelle loro ruote da criceto desiderando un bene che è solo in apparenza migliore.
L'economia è globalizzata, e la politica locale come risposta è una sconfitta in partenza. Servirebbero dei dazi e delle nazionalizzazioni.
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