A cosa serve questa classe politica se ci costringe ogni volta ai referendum per realizzare quanto le viene richiesto, rimanendo inoltre recalcitrante nonostante le percentuali bulgare alla esecuzione del dettato uscito dai seggi.
A cosa serve questa classe politica se nei momenti importanti abdica alle proprie responsabilità, come oggi, con i due principali partiti politici in fuga dalle loro responsabilità per paura di rimanere "scottati" dal nuovo esecutivo.
Questa classe politica ha stancato, è diventata palesemente fine a se stessa, immersa nei suoi tatticismi cervellotici, in quello che molti politici sostengono sia "l'alta politica".
Nel migliore dei casi in questi tatticismi i nostri politici ci si sono persi, non vedono più l'Italia da amministrare, vedono di quando in quando o l'avversario da sgambettare o il palcoscenico da evitare.
Questa non è più politica, si è perso di vista il fine, il cavo è saltato, il palloncino è volato via. L'accesso alla carica politica è diventato un biglietto da staccare per una giostra quinquennale attorno ad un altro universo, è un gioco, è un viaggio, un lunghissimo minuetto, un grosso sperpero avulso ai bisogni degli italiani.
Qual'è il nostro tornaconto, e qual'è la loro utilità. Non c'è più ne l'uno ne l'altro, c'è un grosso buco nero che inghiotte milioni e vomita plebende.
Questa mattina una signora mi ha confidato che togliendo finanziamenti, debiti e qualcosa per i figli questo mese dallo stipendio le rimangono sul conto corrente cento euro. Quanti italiani sono ridotti in questo stato?
La domanda da porsi non è cosa differenzia il tecnico dal politico, ma come mai di fronte a una crisi che ci ha corroso fino alla classe media, in Spagna vanno alle elezioni anticipate e qui non si degnano neppure di arrischiarsi a un governo tecnico.
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