Un congresso ricco di proposte, ma povero nella sostanza. Torno da Roma, dove il 5 6 e 7 di questo mese ho assistito, in qualità di delegato, al primo congresso nazionale del mio partito. Approvazione delle mozioni per acclamazione, il livello democratico me lo aspettavo più elevato, sarebbe stato molto meglio trovare qualcosa di più aritmetico. Ho assistito alla investitura di De Luca con amarezza, secondo me non è così che doveva comportarsi un partito come l'IDV, ho inoltre il sospetto che De Luca si fosse portato la claque da Caserta. Che dire poi delle mozioni di Donadi e Pardi, la prima sulla militanza all'interno del partito per un periodo di almeno un anno prima di accedere ad incarichi elettivi o dirigenziali, la seconda sul divieto, fra le altre cose, di dare incarichi a parenti dei dirigenti. Secondo me erano la via aurea per uno sviluppo davvero democratico del Partito, sono state rispedite al mittente la prima e riproposta dal boss in salsa edulcorata la seconda. Tristissimo vedere Pardi, un padre del movimento dei girotondi, al quale per altro mi sento di appartenere, costretto a girare domenica per la sala con una risma di fogli A4 per riuscire a pubblicizzare la sua mozione. Lo ringrazio, è stato l'unico modo per leggerla. Inguardabile Barbato, che domenica giustifica la sua rinuncia a correre per la carica di presidente, prima dicendosi democraticamente sazio del bel risultato dei giovani (ha vinto un outsider), poi rivelando, in aperta antitesi con l'affermazione precedente, che lui non ha la tessera e che la sua mozione non aveva i numeri e non doveva essere accettata. Magra figura, mi auguro che all'interno del Partito si sia in grado di trovare qualcosa di più guardabile. Sono amareggiato, parto come dipietrista e torno come agnostico. Il partito è lasciato in mano all'Apparato, come da altre parti. Non c'è ancora la maturità democratica per un congresso, e se la dirigenza non si affretterà ad operare in questa direzione, non ne servirà un altro. Chiudo segnalando alcuni segni democratici degni di nota, De Magistris che lascia la sala all'ingresso di De Luca, la standing ovation per Vendola (che però viene annullata da quella per De Luca, popolo bove) e l'elezione dei giovani, si eleggeva il coordinatore nazionale, con tanto di urna e schede, bravi.
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