A un certo punto, più o meno dalle quattro fino a un'ora prima della chiusura del seggio, ho rivisto anche qualche faccia dei tempi di mio padre, roba da museo delle cere.
Per il resto, "butta dentro" a parte, io su queste primarie ho da condividere un paio di riflessioni, per prima cosa l'età media di quelli che hanno risposto alle telefonate andando a votare testimonia che l'andazzo di cui sopra rispecchia un modo di fare politica che per fortuna presto ci lascerà, stretto com'è fra il massimo sopportabile da un organismo umano in termini di tempo e il tempo da vivere rimasto al parco buoi del Piddì livornese, già oggi secondo me siamo agli sgoccioli, la misura per il parallelo ce la forniscono i termini assoluti delle primarie di Rosignano.
Che futuro ci presenta la politica livornese?
Il futuro scorre oltre gli steccati della politica attuale, nel disilluso modo di vedere la cosa pubblica che hanno i giovani d'oggi. Molto, per quanto riguarda l'attuale trasposizione locale dei partiti storici, dipenderà da come questi si rapporteranno coi giovani elettori.
Il futuro può essere intercettato in vari modi, alcuni di questi sono giusti, altri sbagliati.
Se già oggi iniziassimo ad andare fuori dalle scuole superiori e dalle università, con il preciso intento di farci marginalizzare da questi ragazzi, portandoli dentro ai partiti, se riuscissimo a instaurare un dialogo franco, se indicassimo loro l'importanza della politica che scorre attraverso i canali istituzionali ed i suoi effetti su tutti quanti, se iniziassimo e tirarceli su, questi giovani, col preciso scopo di una loro crescita politica, allora la politica per come la conosciamo oggi avrà un futuro.
Perché ciascuno di noi da solo non vale niente, è l'apporto al gruppo che conta, il gruppo inteso in senso lato, l'insieme transgenerazionale che penetra le generazioni rinvigorendosi di volta in volta di nuova linfa, questo sistema oggi s'è interrotto.
I singoli sono evanescenti, sono un contributo a una causa, a un ideale, che a nostra differenza non invecchia ma si sposta attraverso la storia supportato da chi ha le braccia forti abbastanza per sostenerlo.
Doniamoci ai giovani, passiamo loro le nostre esperienze, spalanchiamo le porte dei partiti, senza paure ipocrite.
Chi l'ha detto che il futuro debba passare attraverso la rimozione a colpi di marketing delle immagini dei maestri del passato?? la forma è niente se non da forma a una sostanza, e il marketing è proprio questo, una bolla cava di sapone. Il futuro passa invece attraverso quelle antiche figure, che sono invece modernissime, non nei loro aspetti ma in base a quello che hanno detto. Diamo loro una voce, che possa parlare ai giovani dei loro insegnamenti, quegli insegnamenti sono la strada dei novatori.
Oppure tutto quanto svanirà, la Storia non è morta ma può morire, aspirata come fu aspirata la Macondo di Cent'anni di solitudine dal turbine che la cancellò per sempre dalla faccia della terra. Cosa apparirà a saturare questa vacuità non ci è dato saperlo, magari potrebbe essere un qualcosa di più elevato rispetto a ciò che vediamo oggi, nato da chi a un certo punto inizierà a obiettare contro gli stilemi della politica degli uomini immagine. Quando non ci sarà rimasto più niente o quasi.
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