15 ottobre 2013

Il postneoliberismo

Una buona notizia dal sito Latinamerica (lettura che consiglio). Come una bottiglia spiaggiata dal mare è arrivato su questi schermi un termine nuovo, molto gradevole, quello di postneoliberismo.

A oggi si tratta di un qualcosa di limitato al sud del mondo, all'America latina per essere più precisi, dove, nonostante il rammarico dei media mainstream occidentali, tutte le legislature di sinistra, dal Brasile all'Argentina, dall'Ecuador alla Bolivia fino al'Uruguay sono state riconfermate, consolidando con questa continuità la svolta sociale operata da quei popoli.

Da "Lula" da Silva a Dilma Rousseff, da Néstor a Cristina Kirchner, da Hugo Chavez a Maduro, poi "Pepe" Mujica, Rafael Correa, Evo Morales, tutte riconferme che testimoniano il prodigioso affrancamento dei latinoamericani dai precedenti decenni di politiche sfruttatrici operate dai regimi militari e delle major dei mercati delle materie prime.

E' un bel termine, questo del postneoliberismo, che peraltro non è avvicinabile alla Repubblica di Cuba, il cui esempio dato al mondo è sicuramente stato il faro che ha messo in marcia i popoli di quel continente.

I cubani, ragazzi poveri se passati sotto alla lente del consumismo, ma ricchissimi invece, anche a confronto di quelli statunitensi: un indice di alfabetizzazione doppio, un tasso culturale triplo, ed un stato sociale che fa annichilire il "quadro di Bosh" del welfare statunitense.

E da noi? quando potremmo iniziare a parlare seriamente di postneoliberismo in Italia? Al momento non ci è permesso, con un alfiere della sinistra come Renzi potremo al massimo parlare di laburismo o cose così.

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L'articolo di Latinamerica, a opera di Emir Sader, edito originariamente dal quotidiano cubano Granma, è lincato in fondo al post.

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#cantieresinistra

@andreapetrocchi
SEL Livorno http://www.livornosel.it/
Fonte

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