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Luigi Li Gotti |
Se è vero che si nasce di sinistra e si muore di destra quella del senatore Li Gotti deve essere stata una vita vissuta tutta contro corrente, una vera faticaccia.
Breve cronistoria (tratta
da qui): Nato nell'immediato dopoguerra a Crotone, l'onorevole Li Gotti entra in politica a vent'anni, da destra, con una tessera dell'Msi, un partito che secondo molti rientrava appieno nella fattispecie vietata dalla dodicesima disposizione transitoria della nostra Costituzione. Col tempo per il giovane Li Gotti arrivano anche gli incarichi, prima politici, segretario locale, poi addirittura istituzionali, come consigliere comunale. La vita sua politica è intrecciata a quella lavorativa, Li Gotti entra nello studio legale di Francesco Barbuto, anch'egli missino. Pare che uno degli associati dello studio fosse fra i 101 fascisti che nello stretto di Villa San Giovanni provarono a resistere alle truppe americane durante gli sbarchi del '45. Un conto a parte lo fanno le tessere di appartenenza, pare siano trentacinque, divise fra Msi e An, a testimonianza di un'appartenenza ideologica che non si logora neanche con la sosta dalla politica attiva.
Arriviamo ai nostri tempi, nel 2003 Li Gotti fa un salto nel futuro della post-ideologia ed entra nell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Nel 2008, liste bloccate, stacca un biglietto per una legislatura al Senato, dove impressiona molti, per competenza ed affidabilità, il sito Openpolis lo classifica tredicesimo fra 322 senatori.
Il fatto che vado a stigmatizzare col mio post accade quest'anno, Li Gotti si recide le radici missine e debutta alle presenti politiche come capolista al Senato in Sicilia con Rivoluzione Civile di Ingroia e della Federazione.
Fra l'ex missino Li Gotti e la rossa Rivoluzione Civile qualcosa non torna, è evidente, e intanto monta il caso.
Ignoro il motivo che ha spinto Ingroia a inserire capolista in Sicilia uno con i trascorsi di Li Gotti, a differenza dell'IdV dentro a Rivoluzione Civile si respira una chiara connotazione ideologica, e l'antifascismo è senz'ombra di dubbio un valore. Probabilmente Li Gotti rientra nelle compensazioni partitiche, dev'essere stato in qualche modo imposto da Di Pietro.
Stendiamo un velo sulla composizione della liste ingroiane, speriamo si tratti di errori dettati dalla fretta.
Riguardo a Li Gotti ho cercato in giro una presa di distanza dai propri trascorsi, ma la ricerca è stata vana. L'onorevole ha un suo blog politico ma dentro alla sua pagina ufficiale non c'è
neanche un accenno ai tempi dell'Msi, gli peserà, con lo scandalo in itinere, io però avrei comunque apprezzato una maggiore franchezza.
A riguardo ho trovato soltanto uno stralcio,
questa pubblicazione ripresa credo dal suo blog, nella quale l'Onorevole si rivolge a non bene precisati manovratori, come se il problema fosse sollevato da congiuranti, dai nemici politici.
Può anche essere, ma vede senatore, la matrice del suo problema viene da molto più lontano. Dimenticare la nostra storia non è soltanto un errore ma anche un torto. Per quanto mi riguarda il manovratore che lei addita è il mio stesso cuore, per me è offensivo essere rappresentato da una persona che non può definirsi antifascista, e le dico anche perché.
Il giorno che un antifascista siederà accanto a un fascista si renderà automaticamente vano il sacrificio di migliaia di giovani, che hanno lottato contro al fascismo, molti fino alla morte. Quella lotta ha cambiato il corso della storia di migliaia di famiglie italiane, quei giovani che hanno sacrificato la loro vita sull'altare dell'antifascismo non sono invecchiati, non hanno avuto figli, ne questi figli hanno generato altri figli, ed è nel rispetto di questi morti e di queste persone mancanti, cancellate dalla storia a causa del fascismo, il motivo della mia coerente avversione a lei, onorevole, al lordo della sua buona politica, e a tutti quelli come lei.
Riconoscendo altrettanta intransigenza nei fascisti dei nostri tempi, concludo censurando quello che non leggo: cosa da poco, lei onorevole non rinnega il suo passato, come possiamo allora noi leggere questa sua candidatura? come se il sottoscritto, antifascista, in antitesi verso i relativi principi morali accettasse di correre come capolista per un partito di estrema destra. Secondo lei la gente come leggerebbe un simile comportamento?
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